Narrativa straniera Romanzi Raccattacadaveri
 

Raccattacadaveri Raccattacadaveri

Raccattacadaveri

Letteratura straniera

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Cinquant’anni esatti dopo la sua prima pubblicazione, torna uno dei grandi capolavori della letteratura di tutti i tempi. Per chi già conosce l’avvolgente prosa di Onetti, sarà un piacere imbattersi ancora nel suo personaggio maestosamente meschino: Larsen, detto Raccattacadaveri o più semplicemente Raccatta. Attraverso una narrazione eccentrica e implacabile, che mescola piani narrativi e prima e terza persona, Onetti ci riporta nella sua Santa María. Qui, Raccatta deve vedersela con il prete, le mogli e i benpensanti locali che si mobilitano in una crociata contro il suo rocambolesco sogno di aprire un bordello in città.



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Raccattacadaveri 2018-05-03 16:28:37 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    03 Mag, 2018
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Missione postribolo

Raccattacadaveri è un romanzo scritto con uno stile molto interessante e con una trama sconcertante e a volte zoppicante, non facile da seguire, con capitoli in terza persona alternati a parti in prima persona di cui Jorge è l' io narrante. Jorge è un ragazzino di sedici anni invischiato in una vicenda piuttosto torbida che si comprende in parte solo alla fine del libro, naturalmente con una nipote del curato. Protagonista del romanzo è il vecchio Larsen, già protagonista del romanzo Il cantiere, detto Raccattacadaveri. Il nome racchiude il segreto della sua vocazione e della sua ambizione: aprire un postribolo. Il postribolo nel romanzo non ha niente della perversione e depravazione che uno potrebbe attribuirgli a priori. Anzi è un luogo in cui i rapporti tra le persone sono onestamente chiari e dove si fa persino della beneficenza, dedicandosi al riciclo di materiale umano di scarto. Larsen dà speranza e fa sentire ancora desiderate donne piuttosto avanti negli anni, appunto i cosiddetti cadaveri. Donne vecchie e magrissime o con propensioni adipose, tutte possono sentirsi ancora utili. Utili a Larsen soprattutto, specie se disposte a contraccambiare le sue attenzioni mantenendolo. In ogni caso i rapporti con le donne del postribolo sono teneri e materni. Il romanzo non è, come sarebbe logico aspettarsi, sempre o solo divertente e brillante. Anzi è piuttosto malinconico con strappi ironici e con venature poetiche e incongruenze varie soprattutto nella trama che rendono la lettura non sempre facile anche se affascinante. A tratti è persino serio e drammatico. Si percepisce una visione del mondo tragica, che non accetta le semplificazioni morali della religione di facciata anche se la materia e la carne pesano tra le pagine e forse è il loro peso ad allontanare dai personaggi una possibilità di riscatto morale. Nessuno è molto più del suo corpo. E' come se i personaggi si decomponessero davanti al lettore e il loro cervello seguisse un analogo destino, mentre l'anima è la prima a sparire come si capisce dalla tenerezza che c'è e non c'è, dal fatto che la solidarietà la si intravede e sparisce.
L’antagonista del povero Larsen è il curato Berger.

“Il curato Berger è uno dei pochi tipi intelligenti di santa Maria”
“Ora pro nobis”, dice Lanza. “Non lo metto in dubbio. E dico non lo metto in dubbio per due ragioni. Per la limitazione geografica che lei ha enunciato e perché domenica sono stato a sentirlo. Era una signora predica senza scherzi”.
Basterebbe rivestirlo da capo a piedi, rasarlo, sistemargli i baffi e i capelli, pulirgli gli occhiali, aggiustargli la bocca che ora lascia cadere i chicchi delle arachidi che vuole mordere.

Come si intuisce, le donne non sono gli unici personaggi sulla strada della rottamazione. E’ una caratteristica di Onetti dare descrizioni contraddittorie dei suoi personaggi. Giovani e vecchi come se li vedesse attraverso la trama del tempo nel loro decomporsi per effetto di qualche veleno che la vita sprigiona. In effetti il postribolo è il luogo più salubre descritto nel romanzo, il meno equivoco. Nella comune agricola o in casa dei parenti del curato succede di tutto e c’è un clima torbido e sensuale che è più vicino al male che teme la comunità benpensante o che vuole continuare a non vedere nei luoghi dove più si annida. La morale anzichè moralizzare amoralizza perchè copre. E' l'opposto del postribolo dove la chiarezza dei rapporti li rende quasi teneri e generosi. Il male è più che nelle azioni nella loro ambiguità e falsità.
L’antagonista occulto di Larsen sembrerebbe però il medico Diaz che non prende posizione, che rappresenta più del prete l’ipocrisia della facciata. Ha un ruolo abbastanza ambiguo, anche se apparentemente neutrale.
Leggendo questo romanzo credo di avere capito da dove è sbucata la zia Julia di Llosa con lo scribacchino al suo seguito. Ma al confronto della zia di Onetti quella di Llosa è decisamente da compostare. Una brutta copia.

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Consigliato a chi ha letto...
Leggete il cantiere, è più affascinante.
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