Quando finisce l'inverno
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Viaggio nell' aldilà' con vista sull' oggi
" Quando finisce l' inverno " potrebbe sembrare, ad una prima lettura, una storia d' amore, un racconto gotico, un thriller, un testo intimista, un semplice diario, un lungo monologo interiore; in verità niente di quanto ipotizzato.
Due protagonisti, Claudio e Cecilia. Lui, quarantenne cubano trapiantato a New York, amante dei libri, lavora presso una casa editrice, ha una relazione ondivaga con una donna matura e lontana dal proprio sentire, è eccentrico, snob, maniacale, amante del silenzio e della buona musica, contrario ad ogni banalità ed al mondo patinato metropolitano ( che però finisce con il frequentare ).
Lei, Cecilia, venticinquenne di origine messicana, trasferitasi a Parigi per studio e necessita', affidata ancora bambina alle cure del padre e della nonna da una madre inadatta ed in fuga, cresciuta con la stigma dell' abbandono, ha una laurea in letteratura francese, ama la solitudine e, per una serie di circostanze e frequentazioni, ha sviluppato e coltivato una certa inclinazione per tombe e cimiteri.
La sua abitazione parigina si affaccia non a caso sul cimitero di Pere-Lachaise, lei così attratta dal mondo silente dei morti, dall' attesa protratta, dalle peculiarita' caratteriali, dal rumore del silenzio. Ha come vicino di casa Tom, misterioso, affascinante, a tratti ombroso, crepuscolare, malato, da lei progressivamente idealizzato ed amato, guida e tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti, partito improvvisamente per un viaggio apparentemente senza ritorno.
Nel mezzo l' attesa, la speranza, un amore ideale e sofferto, poi l' incontro, casuale, la nascita di un legame, forse idilliaco, il progressivo sfiorarsi, avvicinarsi, toccarsi.
Ogni azione, situazione, comportamento sarà radiografata e vissuta da un'ottica sia maschile che femminile, ( dei due protagonisti ) per scoprire, ahime', verita' negate e inaspettate, inavvicinabili differenze e insuperabili dicotomie.
La fine dell' inverno porterà' l' inizio di un' altra storia, completamente diversa, un ritorno al passato, l' elaborazione di lutti improvvisi e dolori inarrivabili, fino ad una insperata rinascita, che coincide con una neo-visione di se' ed un senso riacquisito del vivere.
Temi importanti, l' abbandono, il proprio ruolo nel mondo, il desiderio di amare e di essere amati, lo sguardo interessato sulla profondita' delle cose, la sensibilità femminile, la verità oltre l' apparenza, l' interesse per letteratura e buona musica, lo scavare nella profondita' dell' animo, il senso della storia ed il valore del ricordo.
La morte assume connotazioni di osservazione e comunicazione, in un ribaltamento di ruoli, diventa occhio sul mondo, e non viceversa.
Cecilia si addentra e scandaglia il senso della vita attraverso gli occhi velati dei defunti, in un viaggio tra l' onirico ed il gotico, a tratti surreale, tra cimiteri, tombe di personaggi famosi e di gente comune, in una corrispondenza mediata da Tom, che vede nella morte una certezza consolidata ma che apprezza ( per vicende personali ) enormemente il significato della vita.
In questo viaggio il cimitero di Pere-Lachaise assume un senso neppure troppo velato, paradossalmente e' vitale, così ricco di storie e di storia, e di protagonisti, popolato da presenze eccellenti, immortali, da conoscere, scoprire, amare.
Per un certo periodo la comunicazione e' stata bilaterale ( Cecilia - Pere-Lachaise ) sfuggendo ed evitando quella terra di mezzo ( la vita ), in gran parte sconosciuta, spesso poco attraente, spietata, superficiale, contraddittoria.
Il viaggio all' interno dei cimiteri ( attraverso la guidaTom ), l' enorme sofferenza patita, il recupero della memoria, la riappacificazione con il dolore e con se stessi, le perdite e gli abbandoni del passato riconsegneranno un senso definito ed una stabilità esistenziale.
Lo sguardo primaverile sull' innocenza dei bambini, che corrono e giocano su quella piazza laddove anni prima sorgeva la terra dei morti ( un cimitero ) definisce un legame indissolubile tra passato, presente e futuro.
..." e chi più di tutti loro, i bambini, possono, se non condannare quei morti all' oblio, almeno rinnovare la nostra voglia di vivere nonostante un' assenza dolorosa..."
Quello che inizialmente mi era parso il preludio a un classico romanzo d' amore, l' unione di due cuori spezzati in un idillio romanticheggiante, una scrittura piuttosto banale e stereotipata tra frasi scontate e percorsi già noti, si apre lentamente ad una nuova lettura, rivelando una certa asciuttezza narrativa, umorismo, intelligenza, sarcasmo, un percorso che presenta tratti di originalita' e significati insperati.
Guadalupe Nettel e' celebre prevalentemente per i racconti, ( peraltro mai editi in Italia ), forma narrativa in cui da' il meglio di se', questo romanzo naviga un po' nel mezzo, non entusiasma ne' e' da scartare, può essere considerato come una discreta lettura di intrattenimento.
Rispondendo al quesito iniziale, sul genere da attribuire al testo, lo definirei di tutto un po', a chiarirne pregi e difetti.