Prigionieri del paradiso
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Trent’anni prima di Lost
Immaginatevi Lost trent’anni prima di Lost. Cambiate i personaggi della serie con tagliaboschi, medici, infermiere e ostetriche e vi troverete tra le mani questo divertente romanzo. Nel 1975 un aereo con a bordo una delegazione dell’ONU precipita in un’isola deserta. I quarant’otto passeggeri, dopo un primo momento di sconforto, si organizzano per migliorare la loro permanenza. Iniziano a occuparsi dei bisogni principali: procurarsi il cibo, costruire dei ripari, organizzare una ronda per sopravvivere nella giungla e costruire delle difese contro gli animali. Con il passare del tempo apportano nuovi miglioramenti: la costruzione di un frigo, una sauna, una distilleria di alcolici. Creano una società in apparenza perfetta, con un governo eletto democraticamente, dove non esistono soldi e non esiste la proprietà privata, il servizio sanitario e gratuito ed esiste un consultorio per la diffusione dei metodi contraccettivi. Mentre si godono questa permanenza forzata pensano anche a come tornare a casa. Sviluppano un progetto per costruire un grande S.O.S. visibile dallo spazio. Ma sono proprio sicuri di voler tornare a casa?
Paasilinna con la sua penna a tratti ironica ci regala un racconto godibile che tratta un tema impegnativo: qual è la società ideale in cui vivere? Dopo aver letto questo libro, ci si interroga sulla felicità e sul modo per raggiungerla. Per stare bene sono proprio necessari tutti i bisogni che la società moderna crea? Se fossimo precipitati con loro nell’isola, come ci saremmo comportati? Quale decisione avremmo preso? Quante domande per un libro così piccolo. A noi trovare le risposte…
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Da spiaggia
Leggero, godibile, abbastanza scorrevole benchè non vi siano che pochi dialoghi e nessuna introspezione psicologica o analisi approfondita dei personaggi. Un'aereo dell'ONU precipita in mare nei pressi di un'isoletta dell'arcipelago indonesiano, i sopravvissuti si organizzano e si adattano a tal punto alla vita selvaggia ma quasi spensierata dell'isola che quando c'è la possibilità di tornare a casa qualcuno vorrebbe rimanere. Superficiale analisi di quanto la vita sia piena di cose supeflue (ed eravamo solo nel 1975 !) e di come la serenità e la felicità non derivino dal possesso materiale di beni. Carino, a tratti permeato da un'ironia sottile ma niente di memorabile.
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Esilarante
Esilarante come al solito, il grande scrittore finnico ci regala un'avventura a metà strada tra Lost e Robinson Crusoe: un'improbabile accozzaglia di taglialegna finlandesi, ostetriche svedesi e aviatori inglesi precipita su un isola del Borneo dimenticata da tutto e da tutti. Dopo gli sforzi per farsi ritrovare, scatta la resistenza ai salvatori di chi nel mondo "normale" non vuole più tornare. Un'amara riflessione in chiave ironica su come la corsa al superfluo della nostra società ci faccia perdere di vista le cose belle e semplici della vita.