Pigmeo Pigmeo

Pigmeo

Letteratura straniera

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Una commedia dark che parla di terrorismo e razzismo. Il protagonista della storia è un tredicenne straniero che, negli Stati Uniti per un programma di scambio studenti, finisce in una classica famiglia middle-class, bianchissima e felicissima in un classico, cristianissimo sobborgo dell'immensa provincia americana. La permanenza dovrebbe durare sei mesi e il nostro "eroe" è in compagnia di un'altra dozzina di ragazzini simili a lui che stanno vivendo la stessa esperienza. Il problema è che Pigmeo è un terrorista, addestrato fin dalla più tenera età alle arti marziali, alla chimica e all'odio assoluto per gli Stati Uniti.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 5

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Pigmeo 2017-06-30 15:44:29 Rebel Luck
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Rebel Luck Opinione inserita da Rebel Luck    30 Giugno, 2017
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estraneo ad ogni regola grammaticale

Completamente fuori da ogni schema.
Completamente estraneo ad ogni regola grammaticale.
Il mai banale autore ci scaraventa dentro la testa del protagonista.
Dentro la testa del piccolo terrorista.
Al centro dei suoi pensieri fortemente incanalati da una educazione forte e senza vie di fuga.
L'ordine del terrore l'ha educato con un unico scopo, con un unico fine.

La storia è per me molto ironica.
Ho trovato molto simpatiche le situazioni in cui il ragazzino straniero, si trova.
Il suo stupore verso situazioni per noi normali e all'ordine del giorno.
La sua "quadrata" determinazione.
La sua cultura così fortemente lontana dalla nostra.
Il suo far finta di...

Questo romanzo è l'ennesimo capolavoro di Chuck Palahniuk.
Si legge in poche ore, e regala un'esperienza importante, intelligente ma anche e sopratutto divertente.
Io non ho avuto problemi a seguire i pensieri sgrammaticati del protagonista, anzi mi ci sono trovato dentro. Infangato. Completamente rapito.

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Fight Club.
Rabbia.
Gang Bang.
Soffocare.
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Pigmeo 2014-06-24 12:29:51 Donnie*Darko
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2.0
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2.0
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1.0
Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    24 Giugno, 2014
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Piccolo, brutto e cattivo

Pigmeo sembra un giovane studente come tanti inserito in uno scambio culturale con gli Stati Uniti. Originario di un paese non meglio identificato, non appena giunto sul suolo americano, comincia a mettere in pratica il suo piano. Infatti in realtà non è altro che una cellula terroristica decisa a mettere a ferro e fuoco Washington durante una premiazione.
Fin da piccino è stato indottrinato alla cieca obbedienza tramite una rigida educazione di stampo militare, l’odio verso il capitalismo e in particolar modo nei confronti degli Stati Uniti sono la sua unica ragione di vita.
Palahniuk riferisce i pensieri e le emozioni del protagonista, elabora una presa di coscienza sorprendente, ma lo fa adottando uno stile di scrittura a dir poco ostico ed irritante. Pigmeo infatti non conosce alla perfezione la lingua del paese in cui è ospitato, si esprime infischiandosene della sintassi e trasgredendo ogni regola grammaticale. Siamo ai limiti della comprensione, indi per cui lo sforzo richiesto è massiccio, l’autore si diverte sbeffeggiando ogni schema e rischia grosso indispettendo il lettore.
Se però si riesce a entrare nell’ottica di questo linguaggio indigesto la cui traduzione, immagino, non sia stata una passeggiata, si entra a contatto con il cuore pulsante del romanzo: qui c’è l’ America del finto perbenismo, del vizio e dell’ ipocrisia, il tutto distillato dagli occhi di un ragazzino che da un regime ostentatamente assolutista si trova prigioniero di un’altra dittatura, forse ancor più subdola perché celata sotto le spoglie di una democrazia umiliata, calpestata, forse mai esistita.
L’ambiente con cui si trova ad interagire è fortemente improntato sul possesso, sull’ apparire e sull’ individualismo; si galleggia a vista in un vuoto pneumatico incarnato dall’ apatia delle nuove sessocentriche generazioni e dall’ignoranza di adulti distratti, razzisti e inadatti al ruolo del genitore.
E’ un romanzo respingente sia come stile di scrittura, sia per il cinismo con cui mette alla berlina l’autonomia del singolo, in fin dei conti schiavo, secondo Palahniuk, ad ogni latitudine di una società marcescente.
Capisco chi lo troverà un semplice cumulo di sterco, per quanto mi riguarda ho faticato maledettamente a trovare la giusta sintonia con lo stile di scrittura, dopodiché ne ho apprezzato l’incedere dissacrante e “cattivo”. Certo, una simile rivoluzione linguistica ha ben poco di piacevole, l’idea di fondo (forse per l’autore ingegnosa) è a mio parere molto discutibile.

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210
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Pigmeo 2012-01-22 11:02:35 Sara moncalieri
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2.8
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5.0
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1.0
Sara moncalieri Opinione inserita da Sara moncalieri    22 Gennaio, 2012
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Fuori da ogni schema

O lo odi, o lo ami. Non ci sono vie di mezzo. Io lo amo ancora.
La grammatica e la sintassi non esistono: iniziano ad esistere solo nel momento in cui TU, lettore, entri nella testa di Pigmeo, il protagonista, e pensi come lui, e tenti di parlare come lui, come se volessi esprimerti in una lingua che non conosci e che non è la tua lingua madre.
Per capire cosa scrive devi pensare anche con una forma mentis che non è la tua. Entrare in lui.
Lo stile narrativo è orrendo e al tempo stesso divertentissimo. Una lode al traduttore italiano.

Passato, o non passato, questo scoglio linguistico indigesto e al tempo stesso comicissimo, inizi ad amare il libro.

E' una critica durissima al sistema americano (dove Pigmeo viene inserito), ai sistemi totalitari (da cui proviene e in cui viene formato), alle imposizioni occulte della società americana, alle imposizioni dure e reali dei regimi; ma anche della famiglia e degli amici.
Gli occhi sono quelli di "Pigmeo", di cui non si saprà mai il vero nome: un ragazzino-kamikaze più che adulto e pure bambino addestrato e mandato negli Stati Uniti per "fare il suo lavoro".
Da lì racconta il sistema capitalistico americano con la forma mentale che gli hanno forgiato nella scuola di stampo militare di provenienza.
Il protagonista viene rappresentato benissimo, pur senza quasi mai capire quali siano i suoi veri sentimenti. Che quindi si intuiscono solo e poi esplodono prepotentemente.

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Pigmeo 2011-09-10 21:08:58 andorea.b
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andorea.b Opinione inserita da andorea.b    10 Settembre, 2011
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Se volete farvi del male

Con questo libro immagino che C.P. volesse fare qualcosa di estremamente originale. Cosa avrà potuto mai fargli venire in mente questa balzana idea? Il programma de La Pupa ed il Secchione? Una carrellata delle interviste ad Ignazio la Russa? Una partita a scarabeo con Flavia Vento?
Ha scritto un intero libro fregandosene altamente della grammatica e della sintassi! Ho resistito 30 pagine, poi sconsolato ed incredulo mi sono accertato che tutto il libro fosse cosi. Lo era. A quel punto ho pianto pensando al pover uomo che per campare ha dovuto tradurlo dopodiché ho desistito.

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Pigmeo 2010-11-23 07:18:39 Miskin
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Miskin Opinione inserita da Miskin    23 Novembre, 2010
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Un romanzetto...nano

Un romanzo che l'autore poteva risparmiarsi... ma forse il contratto che lo lega alla casa editrice prevede la cadenza annuale.
Dentro ci troviamo molti degli ingredienti già incontrati nei precedenti titoli, mascherati da uno stile appositamente studiato per essere ostico.
Insomma libro purtroppo scontato per un autore che ci aveva abituato ad originalità nelle forme e nei contenuti, l'augurio è che non sia ormai caduto in una fase discendente della carriera.

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