Narrativa straniera Romanzi Piccoli limoni gialli
 

Piccoli limoni gialli Piccoli limoni gialli

Piccoli limoni gialli

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Agnes ha tutto dalla vita: una famiglia amorevole, un buon lavoro, un fidanzato innamorato e un'amica unica al mondo. Ma all'improvviso tutto il suo mondo crolla: abbandonata dal fidanzato, licenziata, Agnes si getta anima e corpo in una nuova avventura e apre un suo ristorante. Ma prima di arrivare al successo, la fortuna le riserverà ancora molti colpi di scena...



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Piccoli limoni gialli 2021-05-28 16:16:03 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    28 Mag, 2021
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Un tentativo di favola poco riuscito

Questo libro potrebbe essere un classico filmetto romantico, di quelli che si vedono nei pomeriggi estivi. Forse però l'autrice ha calcato un po' la mano andando a toccare argomenti seri come le molestie, l'alcolismo e il lutto che dovrebbero essere lasciati a contesti più seri. Mi stupisce che nell'evoluto nord Europa si possa far passare sotto silenzio un tentativo di violenza sessuale, per di più da un datore di lavoro. Non solo un collega che involontariamente sventa il crimine, non trova nulla di strano nel fatto che una sua collega stia minacciando il suo capo con una bottiglia, e che guarda caso i bottoni della sua camicetta siano sul pavimento dell'uomo ha al cerniera dei pantaloni abbassati. Ma, per la stessa Agnes l'unica preoccupazione è quella di ricevere delle pessime referenze e di non trovare un altro lavoro. Devo dire che se quella dell'autrice è una riproduzione fedele della mentalità e dello stile di vita nordico sono piuttosto esterrefatta. Las stessa protagonista non mi piace. è antipatica, disattenta a quello che le succede attorno, spocchiosa e presuntuosa, Penso per esempio all'amica del cuore di Agnes, evidentemente alcolizzata, fin dalle prime pagine, ma di cui lei si stupisce quando le vien spiattellato in faccia. Penso anche all'atteggiamento di superiorità verso i familiari rimasti a vivere in un paesino, dei quali deride le aspirazioni e gli interessi. Per non parlare della sua pretesa di essere tanto meglio degli altri perché ha lavorato in un ristorante stellato. La trama è poco credibile, evidentemente messa insieme a tavolino per strizzare l'occhio a una platea di donne in cerca di romanticherie. In realtà il risultato non è un gran ché: i personaggi sono poco attraenti, i cosiddetti colpi di scena non bastano a risollevare le sorti della storia e il finale è del tutto scontato e prevedibile.

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Piccoli limoni gialli 2016-07-07 10:32:03 GRest93
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GRest93 Opinione inserita da GRest93    07 Luglio, 2016
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PICCOLI LIMONI GIALLI

Un po’ per caso, un po’ perché nella libreria dove l’ho acquistato era ben esposto, mi sono avvicinata e ho acquistato questo romanzo in promozione.
La storia viene riassunta in copertina in un modo un po’ catastrofico e, se non fosse per il vago sentore di speranza che viene lasciato intendere e perché è considerato un grande best seller in Svezia, non l’avrei acquistato.
Il romanzo è articolato in 46 capitoli e la protagonista è una giovane donna di nome Agnes. La sua vita non è facile come sembra: lavora da qualche anno in un prestigioso ristorante francese di Stoccolma , il Bateau Bleu ,da cui decide di licenziarsi per le molestie sessuali ad opera del suo capo.
A seguito di questo triste incidente Agnes scopre nel giro di poche ore che il suo fidanzato in tournée si sta frequentando con un 'altra donna e che i suoi genitori devono accettare una proposta di prepensionamento a causa della chiusura della fabbrica storica della piccola cittadina in cui vivono.
Agnes sembra aver perso tutto, ormai nulla le sembra avere più senso e tutto sembra esserle avverso. In tutto ciò si imbatte casualmente nel coinquilino del piano di sotto, che per sbaglio le ruba il turno in lavanderia senza saperlo. Qui inizia una sorta di avversione per questo ragazzo, che sembra aver solo la colpa di essere capitato nel momento sbagliato.
Agnes, dal canto suo, sembra però non lasciarsi scoraggiare totalmente la tutte le avversità e per caso incontra un suo vecchio collega di lavoro, Kalle, che le propone di intraprendere un percorso lavorativo con lui.
Da qui la storia prende una piega diversa, entrambi mostrano un'attaccamento al nuovo locale di Kalle e Agnes investe tutte le sue forze affinché il locale aumenti gli introiti e la clientela.
Da qui c’è una sorta di crescita personale della protagonista, che inconsapevolmente abbandona le proprie fragilità e cerca di diventare più adulta e conscia di sè e dei propri limiti. Ciononostante Agnes è ancora vittima del fascino del suo ex, Tobias, e non riesce del tutto a lasciarsi andare a nuove conoscenze.
Un aspetto essenziale viene ad esser rappresentato dall'attesa di un importante recensione scritta da un critico gastronomico anonimo che si firma con il nome di “Lola”.
Tra sviste, la presenza costante del suo vicino a cena, l’ irriverenza della sua amica Lussan, il ritorno del suo ex e una parte di quotidianità razionalmente raccontata prende forma una storia che nel complesso risulta autentica e concreta.
Potrebbe essere un po’ come un diario personale scritto in terza persona da ognuno di noi e con la sola pecca di lasciare forse poco spazio all’immaginazione.
Devo dire che l’inizio è un po’ lento, con parti inutili e un po' troppo prosaiche. La storia ingrana verso il capitolo 16 ed è scritta in terza persona sotto forma di diario. E’ ben delineata la sfera emotiva di Agnes, ma fortunatamente viene lasciato anche un po’ di margine alle figure a lei affiancate.
Presenta a mio parere una piacevolezza un po’ frammentaria e devo dire che la figura di Lola è palesemente deducibile.
Complessivamente il libro non mi è dispiaciuto, anche se onestamente lo definirei “senza infamia e senza lode”.
Voto finale? 3,4 su 5

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Piccoli limoni gialli 2013-01-08 06:51:05 Dark Fall
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Dark Fall Opinione inserita da Dark Fall    08 Gennaio, 2013
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una spremuta di "marroni"....

Comincio dicendo che di mediterraneo in questo romanzo non c' è nulla....probabilmente l'autrice non è mai stata in Italia e la freddezza con cui tratta il tema culinario, ne è la prova! Francamente non ci ho trovato nulla di accogliente, nulla che metta in contrasto la freddezza della Scandinavia con il calore dell'Italia...quindi nessun tornado emozionale. Le due correnti non si sfiorano nemmeno. La quotidianità di Agnes è quanto di più ripetitivo e deprimente ci si possa aspettare dalla vita. Senza nemmeno parlare della sua amica alcolizzata....vogliamo disquisire della sua inesistente love story? non sta in piedi, non ha motivo di esistere. Quindi bocciato in toto! unica nota positiva, il capitolo inerente la morte della madre in cui si percepisce distrattamente un po' di calore umano!

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il codice civile
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Piccoli limoni gialli 2012-07-18 18:09:04 C l a r a
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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    18 Luglio, 2012
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Più che limoni... Prugne.

Amica: “Se sei in cerca di qualcosa di estivo e piacevole, perchè non leggi Piccoli limoni gialli. Te lo consiglio!”
Quarta di copertina: Piccoli limoni gialli è una tenera e frizzante commedia degli equivoci degli anni duemila.
E così la sottoscritta, certa del buon gusto della suddetta amica, un bel dì si ritrova a passeggiare tra le corsie della libreria, scorge con il suo vispo occhietto il volume e, senza pensarci tanto, lo afferra, lo paga e lo porta a casa nonostante le vocine nella sua testa che, incessantemente, le ripetessero: “Clara non è il tuo genereee”.

Il romanzetto inizia con un tentativo di violenza sessuale in una fredda cantina di un ristorante chic. La protagonista, Agnes, cerca di difendersi dalle avances, non ricambiate, del suo francese e panciuto datore di lavoro. E come uscirne indenne,se non cercando di spaccargli una bottiglia di vino sulla capoccia ma il vino le scivola dalle mani e… Si era proprio una bottiglia di Chateau Pétrus, annata 1989. Un vino a tre zeri per decretare il suo licenziamento in tronco.
Ma non c’è fine al peggio per la sventurata Agnes che tornando tristemente alla sua dimora, riceve una telefonata del suo fidanzato Tobias che, con nonchalance, le comunica la sua intenzione di lasciarla visto che si trova molto bene accoccolato tra i seni prosperosi di una corista del suo gruppo rock.
A questo possiamo aggiungere, tradimenti, lutti in famiglia, un’amica depressa col vizietto del gin-tonic, quasi tutti gli amici e parenti di Agnes che restano disoccupati (al che la domanda sorge spontanea: Agnes ma non porterai un po’ sfiga mannaggia a te?!), e un vicino con i peli sugli alluci. Oh mon Dieu!

Certo quando si chiude una porta si apre un portone. Infatti, la piccola scandinava, in Stoccolma residente, riuscirà, faticosamente, a riemergere. E noi lettori non possiamo che passivamente leggere delle sue sfighe epiche ma soprattutto, pagina dopo pagina, dei suoi passi verso la rinascita.
La quarta di copertina del libro si chiede con falsa trepidazione se Agnes riuscirà a trovare la sua nuova strada e magari anche l’amore, ma è una domanda retorica in quanto non c’è un momento, da pagina 20 in poi, in cui il lettore abbia il minimo dubbio che ciò accada. Peccato solo che questa "love story" sia del tutto irreale, incoerente con quanto viene narrato in precedenza e di una noia tale da slogarsi le mascelle a furia di sbadigliare.

Ora vi chiederete: ma i piccoli limoni gialli? L’espressione deriva dal nome che la cara Agnes - quasi violentata, licenziata, abbandonata e tradita - sceglierà per il ristorante che il suo caro amico intende aprire e nel quale lei lavorerà. E sarà proprio il ristorante stesso il fulcro intorno al quale si svolgeranno le vicende dei nostri fortunatissimi eroi.

Al di là della storia che poteva andar bene per una (mediocre) commedia da guardare mentre ci si dedica ad altre emozionati attività, quali fare la polvere, stirare e riempire la lavastoviglie, io questo fresco e “agrumato” romanzetto lo consiglio solo a chi ha voglia di farsi due risate, ricordando ahimè, che in ogni caso, viste le disavventure della protagonista “poteva sempre andare peggio”.

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Piccoli limoni gialli 2012-07-09 07:13:40 Yoshi
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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    09 Luglio, 2012
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Sono stata cattiva.

La vita di Agnes può essere tranquillamente paragonata alla vita di qualsiasi donna che nella propria vita ha subìto invece di vivere e che trovata davanti ad una serie di svolte e forti cambiamenti imposti si trova a fare i conti con se stessa e le sue capacità.
Il libro inizia con la violenza subìta da parte del suo capo, capo di un famoso e rinomato ristorante svedese, che poi finirà per licenziarla.
Verrà mollata dal ragazzo perchè la tradisce e nel giro di un capitolo si ritrova disoccupata e single.
In cerca di lavoro si imbatterà in un suo ex collega di lavoro che le proporrà di lavorare nel suo ristorante che con le fatiche del caso avrà bisogno di tempo e fortuna per ingranare la marcia e farsi conoscere.
Nel frattempo ci saranno varie vicende familiari e amichevoli che AVREBBERO potuto portare la prortagonista a fare inversioni di marcia e riflessioni profonde.
Dico "avrebbero potuto" perchè non c'è stato. Ma di questo parlerò più giù.
In questo libro c'è tutto quello che si trova nella vita: solitudine, amicizia, amore occasionale, falso amore, famiglia, morte, lavoro e quotidianità.
Forse un po troppo per i miei gusti ma non perchè io sia una persona insensibile, che non è in grado di sostenere questi sentimenti, ma perchè TUTTO E DICO TUTTO viene trattato con grande superficialità e distacco senza creare quella sorta di empatia con la protagonista.
Viene violentata o pseudo violentata e questo dopo il primo o secondo capitolo viene dimenticato, l'unica paura di Agnes è che per colpa di questo sfortunato incidente non riuscirà a trovare lavoro in altri posti rinomati.
Ma scherziamo?
Donne che subìscono violenze anche solo psicologiche che hanno paura della propria ombra per anni e anni e lei ha paura di non riuscire a trovare lavoro???
Le vicende con il ristorante "Piccoli limoni gialli" idem.
Fa intendere che Agnes sia brava a cucinare ma non c'è nulla che fa riferimento a questo.
Ogni tanto prepara qualche piatto per il proprio piacere, aiuta a decidere tappezzeria e posateria e qualche piatto nel menu ma niente di più approfondito.
Verrà fuori che sarà una brava caposala. Stop.
Con l'amica Lussan non fa altro che giudicarla un po "frivola" (non lo dice ma lo fa intendere) e ogni tanto si nota che beve un po di più della media (parliamo di wiskhy, gin tonic e vodka in una sola serata). Prontoo????
Non si accorge che l'amica è alcolizzata e ha qualche disturbo psicologico e che si sente terribilmente sola?
Il suo vicino di casa ogni tanto la va a trovare in ristorante e lei inizialmente vaneggia sul fatto che potrebbe essere un maniaco.
Lui ascolta musica a tutto volume, è un po introverso ma nel libro è un satellite a cui troveremo giusta collocazione solo verso la fine e nel frattempo ti chiedi spesso e volentieri "ma questo chi è? e perchè c'è nel libro??? era proprio necessario farlo comparire??".
Ogni tanto da la sensazione che qualcosa di profondo ci sia come quando dice che ci sono dei segnali nella vita che ti fanno prendere la strada giusta, che dentro di noi c'è la risposta ma che non riusciamo a vederla finchè non sbattiamo la testa sul muro e tutti quegli argomenti psicologici che a me piaciono tanto, ma è solo una spruzzata in un mare di parole e descrizioni a volte troppo lunghe e inutilmente prolisse.
Idem per tutti gli altri personaggi e vicende, quasi fosse un diario scritto con voce narrante.
Questi sono esempi che ho trovato nel libro per cercare di dire che mi sembra che questa scrittrice abbia fatto un "pot pourri" di argomenti, li abbia collegati con un filo che è Ages e ne ha fatto il libro più grosso che avesse potuto scrivere.
Mi pare l'insieme di vari genere letterari che vanno di moda e fanno vendere di più in questo periodo, messi insieme (tipo sofie kinsella, benedetta parodi ecc ecc) e neanche un argomento trattato con dovuto rispetto ma buttato li alla rinfusa.
Tutto superficiale, scritto con una bella fluidità e scorrevolezza che fa scorrere le pagine velocemente (per fortuna) che però quando sei li, che chiudi il libro, osservi la copertina e fai un bilancio delle corde che ha toccato, ti rendi conto che sei rimasto con un pugno di mosche in mano.

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Piccoli limoni gialli 2012-06-26 11:50:48 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    26 Giugno, 2012
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STATICITA' DELLE EMOZIONI

Dopo innumerevoli thriller scritti da autori del Nord Europa, mi sono convinta a leggere un romanzo svedese… Anche in questo caso i commenti letti sono entusiastici, libro considerato un bestseller.
Le prime battute del romanzo si articolano in modo del tutto inaspettato, tanto che mi sono chiesta se avessi confuso la dicitura Romanzo, con Giallo o addirittura thriller; la protagonista principale, Agnes, di professione maitre,sta per essere violentata dal suo datore di lavoro; il lettore si ritrova subito a sostenere una situazione di forte tensione che si protrae per qualche pagina , prima ancora di capire bene dove si svolge la storia e chi sono i personaggi principali.
L’originale inizio viene liquidato velocemente senza grandi ripercussione sulla protagonista, e qui la prima domanda: “Perché iniziare in questo modo “Shock”, quando all’atto pratico, ai fini del romanzo non ha nessuna valenza? (Avrebbe tranquillamente potuto cambiare lavoro…)” e questo mi ritrovo a dire è il filo conduttore di tutto il romanzo…
Agnes subisce violenza, perde il lavoro, lascia il fidanzato perché tradita, muore la madre in modo inaspettato il tutto in un lasso di tempo veramente breve e poco traspare del suo stato emotivo, del suo vivere e “metabolizzare” queste grandi prove che la vita le mette davanti.
Oserei dire che il luogo comune che definisce i popoli Nord Europei freddi e distaccati, poco empatici e inclini a vivere le emozioni, non sia del tutto un semplice luogo comune.
Leggo la fatica dell’autrice nel descrivere situazioni e stati d’animo,emotivamente parlando, impegnativi, ed infatti non ritengo riuscito l’intento. La scrittura è comunque molto semplice e scorrevole.
Piccoli limoni gialli è il nome del nuovo ristorante di Stoccolma dove Agnes comincerà a lavorare (le scarne descrizioni del nuovo locale riportano ad una nota industria di arredamento del Nord Europa),il lettore non viene coinvolto dall’entusiasmo della nuova sfida, dalla scelta dell’arredamento, del personale, tutto rimane sulla superficie, così come il lettore….
Detto ciò non è un libro che non si può leggere, ripeto, la scittura è fluida lineare e semplice, ma non intendo tenerlo nella mia biblioteca.

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Piccoli limoni gialli 2011-12-08 21:13:04 elfina
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elfina Opinione inserita da elfina    08 Dicembre, 2011
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Quotidianità!!!

Vediamo un po' come posso spiegare la scelta di questa lettura…. Ecco! Un libro che ha tutti gli ingredienti giusti per catturare l’attenzione: copertina, titolo, autrice e città in cui si svolge la storia.
“Un bestseller svedese divertente e commovente che ha conquistato il cuore di migliaia di lettrici nel mondo”, questa la frase promo riportata sulla prima di copertina, sono bastate le prima tre parole per convincermi a leggerlo. Eh si, perché quando si dice Svezia quasi automaticamente si pensa all’Ikea. E tutto il resto? E la meravigliosa Stoccolma? Ce ne ricordiamo quando ci sono offerte vantaggiose su Ryanair!
Non è certo un libro che cambia la vita, ma è comunque una simpatica storia che racconta la quotidianità di Agnes, una ragazza come tante altre che si ritrova ad affrontare i problemi comuni che ognuno di noi ha. Lavoro, relazioni sentimentali, rapporto famigliare e un’amicizia particolare.
Non voglio raccontare nulla, in quanto essendo una lettura lineare e molto semplice rischierei di rovinare quei piccolissimi e rari colpi di scena esistenti e spesso anche prevedibili.
Posso solo dire che il titolo del libro altro non è che il nome del ristorante in cui lavora Agnes, e ogni qualvolta la scena si sposta al suo interno si ha la sensazione di quando a teatro si apre il sipario e appare la scenografia. Tutto ben definito, gli spazi, la posizione degli attori, l’arredamento semplice che con la giusta prospettiva e un’idonea illuminazione dà l’idea di focolare domestico.
Una lettura leggera che non fa mancare qualche risata e soprattutto il desiderio di mettersi ai fornelli. A metà libro ho organizzato una cena con amici perché mi è scattata la voglia di dilettarmi in cucina, ed è stato un gran successo.
Trattandosi di un bestseller è quasi doveroso riportare una citazione ricca di significato “…la tattica migliore, a volte, può non essere sforzarsi di restare in piedi, ma imparare a cadere dolcemente.”

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