Narrativa straniera Romanzi Più gentile della solitudine
 

Più gentile della solitudine Più gentile della solitudine

Più gentile della solitudine

Letteratura straniera

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I silenzi della bella ed enigmatica Ruyu, l'entusiasmo ingenuo di Moran, la spavalderia di Boyang. Tre adolescenti che condividono la vita nel cortile comune di un caseggiato di Pechino, nel 1989, subito dopo le proteste e gli scontri di piazza Tienanmen. A vent'anni di distanza, si troveranno sparpagliati tra le due coste degli Stati Uniti e la capitale cinese, ora in piena crescita economica. Sarà il riemergere di un segreto dal loro passato a farli incontrare di nuovo.



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Più gentile della solitudine 2017-07-17 16:34:42 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    17 Luglio, 2017
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La cura della solitudine

Il romanzo è molto bello, sia come stile che come storia e originalità nel pensiero e nel modo di vedere la vita pieno di durezza, di ruvidezza, di malinconia e di profonda nostalgia. Queste ultime note sono le più interessanti. La storia parla di amori difficoltosi e di amicizia mal ricambiata. I protagonisti sono 4 ragazzi, Ruju, orfana ospitata dalla famiglia di Shaoai per motivi di studio, Shaoai espulsa dall’Università per motivi ideologici, ribelle e scontenta ma anche prepotente e dura. Boiang intelligente e ricco, viziato dalla famiglia e dalla natura. Infine Moran, senza doti particolari se non una esagerata bontà e amore per gli altri, dote che la rende incapace di stare al mondo, in un mondo di predatori di cui non capisce il linguaggio.
Il romanzo parla della mancanza di profondità degli affetti, di come il sentirsi un oggetto anziché una persona faccia diventare “l’affetto” altrui un peso insostenibile, anzi una prigione , rispetto alla quale la nudità della solitudine è consolatoria. I personaggi sono tutti interessanti: dalla vittima scontenta e a sua volta predatrice (Shaoai), dall’orfana che non ha appreso l’abc del linguaggio degli affetti o le regole per stare al mondo (Ruju) e che vive in una desolante nudità e trasparenza di pensieri, senza apparente gentilezza; dal ricco dissipatore anche in campo affettivo (Boiang) abituato a raccogliere come naturalmente dovuto l’affetto altrui e infine Moran con una stima di sé troppo bassa per dare un qualche valore positivo alla sua bontà. Moran è il vero capro espiatorio. In un certo senso tutti i personaggi sono tagliati per la solitudine meno lei, affettuosa e buona. Moran è costretta dagli eventi all’esilio dagli affetti e a una solitudine per lei innaturale, alleviata solo alla fine dal conforto dell’ex-marito che si consente per dare conforto a lui, più gentile della solitudine almeno lui.
Tenero il fatto che Moran cerchi nel marito molto più anziano di lei una famiglia e un focolare ma che scappi da lui dopo averlo trovato, forse per non sottrarsi alla pena che si è auto inflitta. Bello il fatto che persino l’egoista Boiang ripercorra i ricordi con nostalgia del paradiso perduto dell’amicizia incontaminata e dell’innocenza.

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Più gentile della solitudine 2016-03-07 12:16:06 68
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68 Opinione inserita da 68    07 Marzo, 2016
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Elogio della natura umana

Non conoscevo Yiyun Li, scrittrice cinese di lingua inglese trasferitasi da più' di venti anni negli Stati Uniti, e devo ammettere che si è' rivelata una gradevolissima sorpresa.
L' ultimo romanzo è' un viaggio spazio-temporale che attraversa in un ventennio le vite dei tre protagonisti, la bella Ruyu, l' introversa Moran, il rampollo Boyang, tutte legate ad un quarto personaggio, collante della storia e tragicamente scomparso, la studentessa e ribelle Shaoai, avvelenata in giovane età' ( da chi e perché'??? ) e sopravvissuta per venti anni ad atroci sofferenze post-avvelenamento.
È' un percorso tra la Cina dei funesti eventi di piazza Tienanmen, conservatrice, tradizionalista, retrograda, che pone barriere tra se' ed il mondo, e gli Stati Uniti della modernita', dove l' individuo può' emergere ed affermarsi dal nulla, protagonista del proprio destino.
Ma trattasi, prevalentemente, di un viaggio nell' interiorità', che accarezza vite spezzate da quel tragico evento che, con gli anni della maturità', chi nell'' espatrio e chi rimanendo nella propria terra d' origine, hanno cercato una svolta, un nuovo inizio ed un cambiamento radicale, per ritrovarsi invece a tirare le somme di un passato ingannevole e funesto e di quelle ombre che ritornano puntuali sotto forma di espiazione.
Così', assistiamo alla ricostruzione di una vicenda intricata con finale thriller, ma il cuore e la sostanza del romanzo e' di tutt' altro genere, ovvero traccia un profondo e preciso quadro psicologico, caratteriale, intimista, a tratti minimale, dei protagonisti, e ci parla di sentimenti, amore, gelosia, rabbia, vendetta, di relazioni umane, spesso impossibili, asfittiche, negate, di solitudini interiori, insomma di paesaggi dell' animo, con molteplici sfaccettature che si alternano a definire lo spessore del romanzo.
E qui sta la grandezza dell' autrice, in quella definizione descrittiva del particolare, l' alternare dialoghi e silenzi, interiorità' ed esteriorita', con tocco delicato, mai banale, tralasciando il superfluo e tracciando un complesso armonico e musicale, un coro di voci nell' individualismo imperante.
I personaggi respirano unicita', sono riconoscibili, uniti dalla propria storia ma profondamente soli, ognuno percorre un proprio cammino, sembra votato alla solitudine per impossibilità' di dialogo e di vera condivisione, ma è' funzionale alla storia, si incastra in quel puzzle che alterna flash-back e contemporaneità' in una miscellanea perfetta.
Ne emerge un racconto non solo piacevole nella trama, sarebbe sminuente, e nella psico-emozionalita' dei protagonisti, parte rilevante, ma un romanzo completo, una narrazione ficcante, ben scritto, con innumerevoli spunti di riflessione.
La peculiarità' dell' autrice sta nella fusione, all' interno della trama, di elementi sino- americani, legati alla propria biografia, e che quindi ben conosce, in una dimensione diacronica che, partendo dalla Cina del 1989, ci parla dell'America contemporanea e della Cina della modernità', affrancatasi da un modello tradizionalista, contadino, obsoleto, per affaccciarsi al capitalismo filo-occidentale.
Eppure, negli anni che passano, i protagonisti percorrono universi spazio-temporali mantenendo un' identita' espressiva e comportamentale, gravati dal peso della memoria e della propria solitudine, estranei in patria e viceversa apparentemente integrati in una realtà antitetica, ma fondamentalmente sempre e comunque anime solitarie e condannate dal senso di colpa della propria coscienza e da quella sofferenza che è' male di vivere e non ha confine ne' possibilità' di ritorno.
Insomma, lettura consigliatissima, caratterizzata dall' unicita' della fusione di elementi orientali, nella peculiarita' dei personaggi descritti, nella attesa, nei ritmi, nelle cadenze, e da una narrazione che si avvale anche della concretezza, dei ritmi quotidiani e dei paesaggi americani, ma prevalentemente di quell'' indagine umana complessa e completa che solo i grandi scrittori sanno così' bene definire, contestualizzare e farci rivivere.

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