Perdersi
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A ognuno la sua croce
Amore scoccato con un colpo di fulmine, amore coltivato nel tempo, amore procacciato, amore subdolo.
Henry è un ultrasessantenne che dell’amore ha fatto la sua ragione di vita, ma più come business che come canzone di sentimenti. Cresciuto con la passione per i libri ma destinato a seguire le orme del padre giardiniere rinunciando all’istruzione, la lettura compulsiva lo accompagna per tutta la vita tanto da essere supporto anche nella sua attività di seduttore. Studia le donne per carpirne i segreti e sfruttarli nelle arti di adescatore, con un discreto successo.
Daisy, sua coetanea, non solo legge ma scrive testi teatrali come drammaturga. Donna eterea, elegante e sola, rincorre una stabilità nella solitudine che purtroppo non riesce a raggiungere, un viaggio in Messico o l’acquisto di un bello chalet in campagna non le riempiono la vita ma ne evidenziano i vuoti.
Ad ogni giardino dismesso, il suo giardiniere.
Romanzo (inspiegabilmente) appagante per una moltitudine di lettori, io con uno sforzo ne salvo la copertina. Tremendamente prolisso per i contenuti trattati, capitoli su capitoli che ripetono stesse scene e concetti. Si approfondiscono i due protagonisti con molte pagine, ma il taglio psicologico è vacuo, scarno l’impatto emotivo, la vicenda è prevedibile e non brilla nemmeno per un capoverso.
Seguire i maneggi di Henry alla ricerca di una sposa è stato snervante e più lo osservavo più mi pareva poco maschile, macchinoso e molto inverosimile il suo atteggiamento. Come se invece di creare un personaggio compiuto, la Howard fosse solo riuscita a proiettare l’idea femminile di quel tipo di maschio.
Trascinandomi con estrema fatica e un gran bagaglio di noia sulle spalle, un guizzo di originalità giusto nell’ultima pagina.
Ma forse ero solo felice perché finalmente era tempo di sbarazzarmi di questo libro insignificante.
Fragilità esposta
Henry e Daisy, un destino accomunato da una conoscenza centellinata e in parte indiretta, anime fragilmente esposte a fallimenti sentimentali, ciascuna a modo proprio, così uguali e diverse nel caos della proprie vita affettiva.
Daisy è una cinquantacinquenne impaurita, delusa, svuotata, che cerca riparo in un cottage isolato e da sistemare, due fallimenti matrimoniali con uomini talmente pieni di se’ da dimenticarsi di lei, tradita e non amata, un’ esistenza di vuoti e ferite ancora aperte, una figlia di cui non si è occupata abbastanza impegnata a preservare la propria esistenza.
Henry è un giardiniere che vive su una barca prestata da amici, innamorato della letteratura e alla ricerca di una stabilità’ estranea ai sentimenti, bugiardo e autocelebrativo, cinico e suadente, con un approccio sistematico e speculare nei confronti del gentil sesso. Sa come insinuarsi nelle crepe della preda individuata cuocendola a fuoco lento, vincendone diffidenza e resistenza con garbo e osservazione attenta, spogliandola delle certezze e vincolandola ai propri desideri.
Il romanzo è il tentativo di costruire una relazione amorosa dopo un incontro casuale e di vicinanza, condito da assenze protratte, da una fitta corrispondenza epistolare, da informazioni sottratte furtivamente, da una condivisione domestica, da apparente dedizione e cura, da un progressivo avvicinamento, superata ogni diffidenza, dalla rappresentazione di un passato più o meno vero.
I protagonisti sono due ma una è la voce narrante, quella di Henry, Daisy inizialmente è presa da altro e pare distante, ascolta, rimugina, ricorda, dubita, soffre, fisicamente e sentimentalmente, per abbandonarsi lentamente a un senso di accudimento individuabile in due elementi, fiducia e confidenza.
Henry le si avvicinerà accudendone il giardino in sua assenza, assistendola amorevolmente al suo ritorno, facendole respirare la sua presenza in ogni momento.
E allora i suoi propositi prendono forma, parrebbe quasi amore laddove la certezza dell’ uno ha fatto breccia nei dubbi dell’ altra e oggi, totalmente esposti, il proprio cuore ha ceduto e l’amore decolla.
Ma, come in tutte le farse, il breve idillio non può che finire e, addentrandoci in un thriller psicologico dai risvolti sentimentali, pochi cenni fanno crollare un piano scrupoloso e fragilmente esposto, l’ amore dell’ uno smaschera le mancanze dell’ altro, così distanti nei propri intenti sentimentali, un ribaltamento di ruoli corroborato dalla presenza di amici e parenti.
Imprevedibili accessi d’ira, la perdita di ogni certezza, una verità svelata, il peso di un passato che ritorna. Che cosa resta se non il vuoto e l’ inganno di una ennesima delusione sentimentale, ancora più forte, e un cambiamento di rotta alla ricerca di un’altra preda da soggiogare?
Un romanzo intensamente lineare, equilibrato nella forma e nella sostanza, uno dei migliori nella produzione letteraria dell’ autrice che riesce a rivelare e a svelare se stessa e il proprio sentire, un viaggio in sentimenti da tempo violati e resi fragili da un microcosmo maschilista deviato e deviante.
Un linguaggio semplice, scorrevole, mai eccessivo, ci consegna una voce di sicuro talento, già apprezzata nella Saga dei Cazalet, che qui in particolare entra nelle menti e nei sentimenti dei protagonisti restituendo al lettore una lucida presenza e una voce vivida, quella di una donna tradita e violata nella propria fragilità esposta.
Indicazioni utili
Perdersi e ritrovarsi
«Mi ha lasciato. Quest'ultimo colpo, il più tremendo di tutti, mi ha messo al tappeto. Non riesco a soffermarmi su questo pensiero abbastanza a lungo da farmi un'idea pur vaga del perché sia accaduto. Era innamorata di me – ne sono certo – oppure si trattava di semplice attrazione sessuale? Credevo che la mia considerevole esperienza in fatto di donne – in fondo ho più di sessant'anni – mi avesse insegnato quanto siano incredibilmente diverse dalla maggior parte degli uomini. Mi escludo dalla maggioranza di essi perché ritengo di aver sempre posseduto una comprensione intuitiva delle donne di cui mi sono innamorato. Sono relativamente poche, ma le ho conosciute meglio di quanto esse stesse si conoscessero. Adesso ritengo che, se ho sempre fatto fatica ad andare d'accordo con gli uomini, è perché ciò che so sul loro conto l'ho appreso principalmente dalle donne. Dalle loro confidenze, a volte semplicemente da come reagiscono, ho capito già molti anni fa con quanta poca cura siano trattate, come la precoce e affascinante consapevolezza della loro sessualità e delle loro inclinazioni romantiche sia troppo spesso soffocata sul nascere.»
Siamo nel 1995 quando Elizabeth Jane Howard decide di scrivere “Perdersi”. Ha da poco superato i sessant'anni, ha una vita caratterizzata da una situazione sentimentale complessa, un lavoro che ormai l'ha consolidata nel panorama letterario eppure anche una grande solitudine dentro. È in questo scenario che la Howard si innamora, si innamora di un uomo dal quale ha tanto da perdere e poco da guadagnare ma, come spesso accade, il sentimento è più forte di ogni ragione ed è inarrestabile.
“Perdersi” trae origine da un fatto realmente occorso, si può definire la trasposizione su carta di una vicenda emozionale che ha colpito la sua ideatrice da vicino e che tra realtà e finzione funge da catarsi, da cura per il dolore e quel sentimento di vuoto che sa affliggere e buttare giù.
Ad aprire la storia è Henry Kent, un uomo dall'esistenza sfortunata, ormai ultra sessantenne e che vive su una barca di amici. È un uomo abituato a vivere di espedienti, abituato ad arrangiarsi. Quando incontra Daisy, protagonista alter ego della Howard, che nella vita si occupa di commedie e divorziata dall'attore più giovane di lei Jason, non fatica a entrare nelle sue grazie dapprima come giardiniere poi come ben altro. La donna ha lasciato Londra per un delizioso cottage con giardino e adesso, quel di cui ha bisogno, è proprio un bravo giardiniere. All'inizio tra i due non vi è altro che un breve scambio di poche parole fatto da rapidi e saltuari incontri, poi, una lunga convalescenza dovuta a un incidente obbliga la commediografa a restare a casa. Questa sarà l'occasione perfetta per l'uomo per catturare la sua preda. Daisy cederà alle lusinghe dell'uomo nonostante tutte le raccomandazioni, l'attrazione sessuale sarà sempre maggiore e sarà un qualcosa di impossibile a cui resistere.
Tuttavia, il lettore è condotto per mano da una prospettiva particolare: voce narrante non è la donna quanto Henry, per definizione un bugiardo patologico con il vizio del bere e del vivere abusando dei mezzi altrui. Vive su una barca di conoscenti che in verità lo hanno incaricato di venderà, ha sempre tirato avanti grazie a truffe e sotterfugi e all'abilità di circuire il prossimo.
Dal titolo originale “Falling”, “Perdersi” è un romanzo intimo e introspettivo che funge da mezzo di cura per la Howard ma anche quale strumento per entrare nel profondo della psiche umana, tanto dell'eroina che cade nelle trame dell'uomo quanto di quest'ultimo e della sua psicologia contorta e negativa.
L’opera della Howard è ancora un libro che non risparmia il conoscitore in alcun dettaglio, né dal punto di vista dei sentimenti che da quello delle ambientazioni che sono minuziose e precise, reali e concrete per l'immaginazione. Chi legge, nonostante sia consapevole delle circostanze e dei fatti grazie all'io narratore, si fa travolgere da quello stesso amore, diventa un unicum con questo, ne è intrigato e coinvolto pagina dopo pagina, battuta dopo battuta.
Al tutto si somma uno stile narrativo prezioso, articolato, magnetico ma anche fluido e fruibile ad ogni tipologia di lettore. La Howard ha avuto molto coraggio nel mettersi a nudo con questo scritto ma è stata anche estremamente brava nel riuscire ad entrare nella psiche anche dei suoi destinatari.
“Perdersi” è un elaborato completo sia dal punto di vista narrativo che da quello stilistico, non fa dubitare mai delle qualità e capacità della narratrice e al contempo non delude le aspettative di chi ha letto le sue altre opere e in particolare “I Cazalet”. Per chi non li avesse letti e fosse al primo approccio con la penna, “Perdersi” è altrettanto accattivante e un degno titolo dal quale cominciare la conoscenza. Se nel primo caso, infatti, la sensazione è quella di sentirsi “a casa” seppur con un elaborato diverso e più intimo dai precedenti, nel secondo la sensazione è quella di averla travata, una casa. Da leggere e custodire nel cuore.