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"Il volo vale la vita"?
Il voto sulla "piacevolezza" mi ha dato qualche perplessità: si può definire "piacevole" un romanzo ambientato nel cimitero degli Invalidi di Berlino? In cui parlano i morti?
Non credo che la "piacevolezza" sia un metro per misurare la grandezza di una narrazione.
Non "piacevole" definirei questo splendido romanzo, ma piuttosto "spiazzante" e anche "folgorante".
L'Antologia di Spoon River di Lee Master è un libro di poesia, ma lo è anche questo. In certe pagine tocca le vette più alte della poesia. Non ci sono capitoli, è tutto un fluire di narrazioni da un personaggio all'altro. Il lettore si sente immerso dentro la conversazione. Emergono due figure: quella dell'aviatrice Marga von Etzdorf e quella del diplomatico Christian von Dahlem. Quest'ultimo non appartiene al coro dei sepolti nel cimitero degli Invalidi, non parla in prima persona come gli altri, ma fa parte della storia e pian piano si svela, pur restando ambiguo e complesso. Nella grande sinfonia che Uwe Timm compone, non c'è posto per giudizi morali. "Tutto è stabilito e compiuto per sempre", dato che di morti si tratta. "Niente colpe e niente perdono". Qui forse si può comprendere la spinta a investigare nella storia della Germania: Uwe Timm ha un fratello arruolatosi nelle SS e morto a 20 anni...
Indicazioni utili
Uwe Timm: Come mio fratello
Anna Funder: Tutto ciò che sono
Marcel Beyer: Forme originarie della paura