Paula
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Toccante
Mi sento profondamente amica di Isabel Allende dopo aver letto il suo tributo alla figlia Paula. È una storia struggente eppure mai melensa o tragica. Riesce ad emozionare e a far piangere, ma anche a far sorridere. C"è un'immensa leggerezza nella tragedia e nella sua morte. Paula sembra la ragazza che vorrei come consigliera di vita, sembra la donna che vorrei essere (oppure mi appare tale solo perché filtrata dall'amore di sua madre, e magari Paula è una persona perfettamente normale, magari un po' viziata, o con dei difetti).
Mi rivedo anche in Isabel, sua madre, la scrittrice famosa in tutto il mondo. Come aspirante scrittrice mi sento molto meno sola ora che ho letto questo libro, perché in "Paula" l'Allende ammette di essere stata una scrittrice pessima, che faceva anche grossolani errori di grammatica, aveva tumulti che non riusciva ad esprimere e sentimentalismi che l'hanno spesso cacciata nei guai. Come lei mi sono persa nel romanticismo di una relazione fallimentare, ho cercato di trascrivere su carta le avventure della mia bizzarra famiglia, mi sono sempre sentita "fuori posto". Ora che ho letto Paula mi sento meno fuori posto.
Non posso che dire grazie ad Isabel Allende per questo meraviglioso libro.
Ps. Voto mediocre alla traduzione dell'edizione Feltrinelli. Il linguaggio l'ho trovato a tratti confusionario, e spesso con termini desueti. Unica pecca in un libro meraviglioso. Metto comunque 5 allo stile, avendo letto svariati libri di Isabel Allende in altre edizioni.
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Silenzio prima di nascere, silenzio dopo la morte,
"Paula" di Isabel Allende, pubblicato nel 1995, è stato scritto in un momento particolare della sua vita, un momento in cui ha dovuto mettersi alla prova e confrontarsi con la realtà: sua figlia si ammala improvvisamente a causa della porfiria, malattia genetica rara che non è mai stata studiata approfonditamente, e subito dopo entra in coma. Così dopo diversi giorni passati in ospedale incomincia a scrivere. Scrive per sentirsi vicino a sua figlia, per farle compagnia, e soprattutto per sfogarsi. La scrittura diventa per lei un vero e proprio mezzo di salvezza. Mentre è accanto alla figlia scrive sul suo solito blocco di fogli gialli e riflette nel libro le sue ansie e riflessioni attuali, e contemporaneamente racconta la sua storia. Presto quella che inizialmente sembrava una lettera si trasforma in un romanzo autobiografico. Ora non vediamo più Isabel Allende come una scrittrice, ma come una madre protettiva, che racconta alla figlia tutti i suoi segreti più intimi, tutti i suoi sbagli, le pene sofferte, gli amori finiti... Tutto questo con un pizzico di nostalgia per il passato. Nel corso del libro vediamo un'evoluzione: dalla speranza sempre presente per il futuro della figlia si passa alla rassegnazione. I giorni passano, ma nulla cambia così piano piano la Allende si prepara mentalmente a ciò che sta per accadere. Una delle cose che più mi ha colpita è la visione del rapporto tra morte e vita con cui la Allende affronta la situazione. In questo caso la morte è sicuramente una perdita dolorosa per i parenti e gli amici ma è una liberazione per l'anima di Paula, una liberazione per la sua anima che continuerà a vagare e a fare compagnia nei momenti difficili alla sua famiglia "Per favore non siate tristi. Sono sempre con voi, più vicina di prima"
Questo romanzo è qualcosa di veramente unico, prima ti coinvolge e poi un attimo dopo ti travolge, lasciandoti alla fine dell'epilogo un vuoto interiore. Finisci con il piangere insieme alla Allende e a condividere il suo dolore per il destino tragico della figlia, quella giovane ragazza a cui nel frattempo ti eri affezionata tanto da sentire di conoscerla come una sorella. Che dire, assolutamente consigliato.
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Il dolore più grande che una madre possa provare
“Paula“, figlia della scrittrice Isabel Allende, è una ragazza piena di amore, entusiasmo e voglia di vivere, ma si ammala, improvvisamente, di porfiria: da qui al coma, il passo è purtroppo molto breve. Isabel resta accanto a lei durante tutto il suo viaggio dal mondo dei vivi a quello dei defunti, scrivendo per lei la storia della propria vita, nella speranza di ingannare il tempo e, forse, la Morte. Un viaggio autobiografico nella vita privata di Isabel Allende, che narra di sé quale bambina, ragazza, moglie, amante e madre, attraverso gli occhi illusi della giovinezza o spaventati dell’esiliata.
Lo stile dell’Allende non ha bisogno di essere descritto: buono, dannatamente perfetto, mesce a mio parere semplicità e raffinatezza. Da ogni parola trasuda emozione ed il lettore, inevitabilmente, finisce per vivere accanto alla narratrice, a vivere nella narratrice, incalzando i suoi panni di donna inquieta. Non è un libro che si legge, è un libro che si vive.
Il contenuto, come già detto, è prettamente autobiografico, una sorta di lunga fiaba della buonanotte per la figlia caduta in un sonno da cui non si sveglierà più. E, personalmente, ho imparato da Isabel una nozione che sino a poco tempo prima mi pareva folle o comunque azzardata: “vivi, vivi come vuoi, vivi con chi vuoi e traine sempre il meglio“. Mentre ho imparato da Paula a godere ciò di cui dispongo oggi, senza la certezza di possederlo anche domani.
Lo consiglierei? Sì. Un libro carico di sentimenti come questo non credo dovrebbe mancare.
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Toccante, struggente, ma soprattutto vero
PAULA narra il dolore di una madre che sta vedendo la vita della propria figlia - giovane, buona, piena di energie ed obiettivi - scivolare via piano piano, con la sensazione orribile di essere impotente davanti a questo destino crudele...: una narrazione che, quindi, non può lasciare indifferenti.
La grande scrittrice cilena ci apre il suo cuore, e lo fa con una onestà e una dolcezza - mista alla sua inconfondibile sagacia ed ironia - che rapiscono e commuovono chi legge.
Paula è un libro particolare, a cominciare dal semplice fatto che a scriverlo, prima ancora che la penna della famosa e bravissima scrittrice Isabel Allende, è quella di mamma Isabel, la mamma di una giovane donna che, a causa di una rara malattia (la porfiria), entra in uno stato irreversibile di coma.
Per mesi e mesi mamma Isabel scrive questa specie di memoriale, che le tiene compagnia durante le sue veglie diurne e notturne al capezzale della sua Paula: la sua iniziale speranza è che queste pagine, che raccolgono non solo gli sfoghi e il dolore provato intensamente da una madre davanti al corpo inerte e immobile della propria "bambina", ma anche "storie", storie vere e allo stesso tempo visionarie che hanno come protagonista la famiglia Allende, un giorno Paula possa leggerle e sorriderne insieme a lei.
E così, la nostra scrittrice sudamericana intrattiene Paula e il lettore attraverso le vicende della propria vita, da quando era piccola, presentandoci i tanti diversi e bizzarri personaggi incontratia: il padre assente, la coraggiosa madre, il nonno, il marito, gli amanti, la vicenda dell'esilio, la stabilità trovata col nuovo compagno... E tutto questo è scritto con la sua vena ironica, "visionaria", profonda, attenta ai particolari, che scava nel profondo della propria anima ..
"La mia vita si fa nel narrarla e la mia memoria si fissa con la scrittura; ciò che non riverso in parole sulla carta lo cancella il tempo".
E allora scrivi, Isabel, parla con lo spirito di Paula, senza paura, ma anzi con la consapevolezza che "Se scrivo qualcosa tempo che accada, se amo troppo qualcuno temo di perderlo; eppure non posso smettere di scrivere nè di amare....".
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Adiòs, Paula, mujer. Bienvenida, Paula, espirìtu.
Questa volta, la Allende ci racconta un segreto, una storia intima, la sua storia e noi non possiamo che silenziosamente e rispettosamente stare ad ascoltare ciò che ha da dire.
"Paula" è un romanzo autobiografico.
"Paula" è l'urlo di dolore di una madre che deve dire addio alla sua bambina.
"Paula" è vita e morte.
La storia inizia il 6 Dicembre 1991, giorno in cui Paula viene ricoverata in ospedale a causa di una malattia genetica:la porfiria.
Nella stanza di ospedale della figlia la Allende ripercorre la sua vita travagliata, dalla genesi della sua famiglia, alle violenze subite all'età di 8 anni, dai suoi amori adulterini alla storia del Cile.
Lo scopo è quello di far avere a Paula, al suo risveglio, un piccolo album di famiglia, da leggere, per ripercorre la storia e le sue origini.
Pian piano che il quadro clinico della figlia diventa più chiaro, la narrazione però cambia. La mamma, non racconta più la storia alla sua bambina, ma ai suoi lettori, non parla più a tu per tu con Paula, ma ne narra la vita riferendosi a lei in terza persona.
E il lettore soffre con lei e capisce che per Paula non c' è speranza, ma non abbandona il libro.
Perchè come un amico fedele non abbandona l'altro quando ha più bisogno, così accompagna la Allende nel suo addio all'amata figlia.
Paula avrebbe detto addio al mondo terreno.
E il lettore è lì, con il fiato sospeso, che attende e che spera, anche se le speranze sono finite.
Solo dopo le ultime parole il lettore può lasciarsi andare finalmente a un pianto liberatorio:
"Adiòs, Paula, mujer. Bienvenida, Paula, espirìtu". Era il 6 Dicembre 1992.
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Appassionata
Questo libro è il primo e unico della Allende che ho letto, e nonostante fossi partita un po' prevenuta, mi sono dovuta ricredere. L'autrice parla alla figlia in coma, raccontandole la storia della sua vita, con una delicatezza unica e un amore che traspare da ogni pagina e da ogni parola. Le imprese straordinarie della sua famiglia sembrano quasi uscite da un libro di avventura, e Isabel si mette a nudo per la sua Paula, e per noi, facendoci conoscere una grande donna, seppur piccolina, forte e determinata, appassionata, col suo bagaglio di umani errori, ma sempre ottimista. Il ritratto di ogni membro della "tribù" è fantastico: ognuno di loro ha un ruolo ben determinato e una peculiarità legata al suo carattere e alla sua posizione nella casa. Sono personaggi quasi mitici, ti ci affezioni in un attimo, e versi lacrime sincere durante la lunga malattia della ragazza, che giunge al triste epilogo che conosciamo.. La Allende vuol dare a sua figlia un ultimo saluto, e lo fa nella maniera migliore in cui potesse farlo: scrivendo.
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Un libro che tocca nel profondo dell' anima
Dall’ esperienza autobiografica dell’ autrice, profondamente segnata dalla malattia che portò alla morte della sua figlia primogenita, nasce un libro straordinario che tocca il lettore nel profondo dell’ anima. Paula è ridotta allo stato vegetativo da un male molto raro, la porfiria. Nella vana attesa che si svegli sua mamma Isabel le scrive una lettera dove racconta le sensazioni, gli stati d’ animo, le paure e le speranze sue e di chi come lei ama la ragazza, la assiste e le auspica una pronta guarigione. Aspettative che si affievoliranno lentamente, passando dall’ augurio di un completo recupero alla speranza che, anche se malata, almeno resti in vita, fino a quella di una morte indolore che permetta a Paula di poter finalmente smettere di soffrire e riposare in pace. Isabel sarà l’ ultima ad arrendersi dopo aver provato tutti i tipi di cura, dalla medicina tradizionale ai metodi meno convenzionali, mettendoci tutto l’ amore possibile e rammaricandosi spesso di non poter donare la sua stessa vita per salvare sua figlia, che morirà tra le sue braccia in un finale strappalacrime pieno di poesia, dolcezza e dolore. Ma la lettera è anche un riepilogo dettagliato e coinvolgente della vita della scrittrice, la quale si confessa senza remore né pudori raccontando un’ esistenza piena di amore, voglia di vivere, impegno sociale, dolori e momenti di sconforto, tradimenti, riconciliazioni e sacrifici. Dalla descrizione che Allende fa delle persone che hanno accompagnato la sua esistenza e delle loro vicissitudini è facile intendere quanto le vicende personali abbiano influito sui suoi romanzi più importanti, soprattutto su “La casa degli Spiriti” dove si trovano continue similitudini tra la storia raccontata nel libro e le esperienze dell’ autrice e dei suoi parenti. Un libro che commuove ma fa anche sorridere, una storia triste che parla di una morte ma che in realtà è un inno alla vita, in cui Isabel Allende è incredibilmente brava a creare nel lettore una sorta di empatia che gli permette di immedesimarsi nell’ autrice e comprenderne la speranza e il dolore. Impossibile non piangere, molto difficile non innamorarsi di una scrittrice e di una donna come lei.
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Una lunga storia della buonanotte
E' il libro più intimo che finora ho letto della Allende e, in assoluto, per me, il più bello. In queste pagine la scrittrice, che qui vediamo soprattutto (solo, direi...) come una mamma normale, non come una scrittrice famosa, racconta gli ultimi mesi di vita della figlia Paula. Nelle pagine sono intervallati capitoli in cui è descritto il decorso della malattia, nei suoi progressivi peggioramenti, fatti di pagine piene di emozioni, di speranze, di vita, e anche di disperazione e capitoli in cui la mamma racconta alla propria figlia gli episodi della propria vita, sottoforma di biografia, come se fosse un lungo dialogo che lei fa con la figlia, a senso unico, sapendo che comunque la figlia la sente e la ascolta. Ci sono capitoli in cui il passato e il presente sono mescolati, ma tu, lettore, ti orienti sempre, perchè quando stai leggendo, stai ascoltando, senza parole, questo flusso di ricordi e di emozioni che ti sta regalando la Allende. E' una biografia alternata, in cui la scrittrice racconta a tutti noi cose talmente intime e private che, normalmente, una persona fa fatica anche a raccontare a se stessa e questo mi ha sorpreso moltissimo. Questi mesi di malattia della figlia sono mesi di paure e comunque di speranze e lotte, fino all'ultimo; è un cammino che la scrittrice fa "sanguinando", come dice lei stessa, è un cammino di dolore ed ogni cammino di dolore è un cammino solitario. E' vero che lei è parte di una tribù, è vero che non è mai stata da sola ad affrontare la malattia della figlia, ma quanto è vero ancora di più che solo lei sa cosa ha provato e quanto si è sentita sola. Un libro di un'umanità straordinaria, che lascia segni davvero profondi.
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Paula
Devo ammettere che riguardo a questo romanzo dell'Allende nutrivo dei dubbi, invece è stato una piacevolissima scoperta. E' un viaggio eccezionale nei meandri dei sentimenti e della vita dei protagonisti, è la storia di un'intera famiglia, è la storia di una nazione.
L'Allende ci racconta un secolo di storia con la potenza della sua miglior narrativa, trasportando il lettore in un labirinto di gioie e dolori, fortune e avversità, sconfitte e vittorie, perdite e rinascite.
Il pregio dell'autrice sta nella capacità di trasmettere le sue emozioni al lettore grazie ad una narrazione fluida e avvolgente, che pagina dopo pagina cattura il cuore.
Mi ha commosso profondamente e ne consiglio la lettura.
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Paula
"All'alba di domenica 6 dicembre , in una notte prodigiosa in cui si aprirono i veli che nascondevano la realtà, Paula è morta.... e' morta con la stessa grazia perfetta che ebbe in tutti i gesti della sua esistenza." Un libro bellissimo traboccante d'amore di vita di di rassegnazione e speranza. Quando Paula si ammala sua madre decide di raccontarle una storia,e questa storia è la biografia dell'autrice. In questo romanzo narra tutta la sua vita e anche se fa molti salti temporali il lettore non si perde mai. Racconta tutto di sè e mette veramente a nudo la sua anima, un libro molto intimo e sincero, di una donna che in un momento tragico come la perdita di una figlia riesce a tenere sempre le redini della sua famiglia e a guardare avanti. La Allende dice addio a Paula morta e benvenuto allo spirito di Paula perchè non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo. Leggetelo, è un libro che ho letto molti anni fa e ti resta nel cuore per sempre.