Partire
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“Partire, in un modo o nell’altro.”
È bella Tangeri, dolce e malinconica con la sua veste bianca incorniciata dal verde delle palme e dalle sfumature del mare. Quando anni fa la visitai, rimasi incantata dalle sue atmosfere e dalla vista struggente dello Stretto di Gibilterra dall’alto della medina. Ho ritrovato tutto ciò, e molto del Marocco che conoscevo un tempo, in questo coinvolgente romanzo di Tahar Ben Jelloun, famoso scrittore marocchino che, meglio di chiunque altro, può raccontare la città sullo Stretto e la vita, le speranze, le illusioni dei suoi abitanti.
I sogni di Azel, il protagonista, sono gli stessi di tanti giovani come lui: partire, lasciare per sempre il Paese e trovare lavoro in Europa. La Spagna, di cui a Tangeri si vedono le luci, è così vicina, ma allo stesso tempo terribilmente lontana! Entrarvi con un visto regolare resta pressoché una chimera e il braccio di mare che la separa da quell’angolo d’Africa è una tentazione troppo forte per i ragazzi maghrebini che agognano una vita altrove. Laureato disoccupato, Azel campa grazie a lavoretti di poco conto e conosce bene la realtà del posto, fatta di soprusi e corruzione che non fanno altro che rafforzare la sua voglia di andar via; si tiene lontano dagli islamisti, sempre a caccia dello scontento giovanile, non è un musulmano praticante e donne e alcool gli piacciono troppo per rinunciarvi. Nulla sembra cambiare, finché nella sua vita non compare Miguel, un ricco e appariscente spagnolo che fa avanti e indietro tra Barcellona e Tangeri; solo allora si profila la possibilità concreta di lasciare la città con le carte in regola. Ma partire avrà un prezzo, e Azel lo sa bene …
Senza reticenze né edulcorazioni di sorta, l'autore racconta il mondo dell’emigrazione là dove Mediterraneo e Atlantico s’abbracciano e confondono, lasciando intravedere barconi stracarichi e morti annegati e denunciando i retroscena di una società, quella marocchina, in cui omosessualità e prostituzione devono restare ipocritamente nascoste, mentre il denaro finisce per comprare tutto e tutti, persino il cuore dei più devoti uomini di religione.
Partire, dunque, a qualunque costo, per fuggire dalla miseria e dalle ingiustizie quotidiane; partire per avere un’occasione di rivincita su una vita troppo spesso cattiva e ingenerosa e, perché no, trovare almeno un barlume di quella felicità a cui tutti abbiamo diritto. Magari, chissà, partire per fare ritorno un giorno alla propria terra, dopo aver scoperto che nemmeno dall’altra parte del Mediterraneo le luci sono poi così brillanti e che forse si è sbagliato tutto. Già, partire e infine tornare. Vivi o morti.