Narrativa straniera Romanzi Paris Austerlitz
 

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Il narratore di questa storia, un giovane pittore madrileno di famiglia benestante e affiliato al Partito comunista, ricorda, in una confessione che forse deve a se stesso, e nella quale a volte sembra volersi giustificare, i passi che l’hanno portato a chiudere la sua relazione con Michel, l’uomo che lo ha accolto nella sua casa, nel suo letto, nella sua vita quando il giovane pittore era rimasto senza un tetto a Parigi. Un romanzo che indaga le ragioni del cuore, a volte tanto mendaci quanto irrinunciabili, senza prendere come certa la natura consolatoria dell’amore o la sua forza redentrice. “Magnifico… L’inferno e il paradiso dell’amore, i resti del suo naufragio, le illusioni dei primi momenti, il disincanto…” Manuel Llorente, “El Mundo”



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Paris Austerlitz 2017-05-13 21:00:14 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    13 Mag, 2017
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...perché l'amore finisce.



I protagonisti di questa storia sono due uomini: un giovane e benestante pittore madrileno trasferitosi a Parigi, e Michel, maturo operaio parigino di quasi trent'anni più grande senza grandi mezzi, le camicie a quadretti e le unghia nere.
È il giovane artista che ci parla, in una sorta di confessione in cui ci racconta del loro amore, esploso in una notte in cui lui non aveva neanche un posto in cui dormire, quando si è lasciato aiutare e sedurre da quest'uomo forte come una roccia e dal passato triste, fatto di povertà, della mancanza di un padre e di una madre debole, troppo debole per evitargli la presenza di un patrigno indigesto.
Ci racconta della casa di Michel, che poi è diventata anche la sua, umile e buia, delle serate passate nei bar a bere pastis e poi a far l'amore, che nell'idillio della passione rappresentava tutto ciò di cui aveva bisogno, ma ci racconta anche...cercando in qualche modo quasi di giustificarsi...di come tutto questo col tempo è diventato soffocante, pesante, di come l'amore possa finire.
E mentre Michel non desiderava nient'altro che lui, sapeva cosa fosse l'amore e sapeva che ciò che provava era proprio quel tipo di sentimento...eterno e indistruttibile, come l'amore dovrebbe essere, lui sentiva il rumore del "tarlo", la presenza di un sassolino nella scarpa, un fastidio che pian piano si tramuta in dolore insopportabile.
E neanche la malattia che colpirà Michel, quella malattia da loro tanto temuta, potrà riportare in vita il sentimento iniziale...anzi, quando l'accudimento non è sorretto dall'amore scivola facilmente nella pena, nella compassione, anche nel rancore...perché specchio di ciò che potrebbe succedere anche a lui.

Un romanzo pieno di contrasti: crudo, ma che trabocca di sensibilità.
Potente, ma delicatissimo.
C'è chi muore con l'amore ancora conficcato nelle pieghe, e in questo caso nelle piaghe, della pelle e chi se lo vede sfuggire dalle mani.
C'è chi muore sussurrando fra le labbra "portami con te"...e chi è già andato via da un pezzo.
Un libro che non ha paura di mostrare il lato più egoista dell'amore, quella parabola discendente che va dall'attrazione folle alla muta separazione, dalla vita alla morte...senza riuscire a dare spiegazioni plausibili.
Perché spesso non ce ne sono...semplicemente l'amore finisce.
Come la vita.

(Libro postumo dell'autore spagnolo, venuto a mancare all'età di 66 anni, dopo una breve e fulminante malattia.
Questo viene considerato una sorta di suo testamento.)

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