Narrativa straniera Romanzi Pantaleón e le visitatrici
 

Pantaleón e le visitatrici Pantaleón e le visitatrici

Pantaleón e le visitatrici

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Dalle guarnigioni sparse nella giungla amazzonica, affogata nella sua umida e sensuale calura, giunge un grido d'allarme: la truppa si abbandona allo stupro. Gli alti comandi decidono di rimediare istituendo un servizio di «soddisfazione della carne»: le visitatrici, discrete presenze finanziate dall'esercito. Il capitano Pantaleón, scrupoloso esecutore di ordini, è incaricato della missione. E il Servizio delle visitatrici diventa il congegno piú efficiente di tutto l'esercito peruviano... Uscito nel 1973, divenuto un film nel 1975, pubblicato in Italia nel 1987, Pantaleón e le visitatrici ha la vis di una macchina comica e la logica perfetta di un poema epico. Un romanzo che immerge il lettore in un paesaggio esotico ma familiare e che riesce a mostrare, fra le pieghe dello scherzo, il ghigno della violenza, dell'arbitrio, l'intrinseca insensatezza di un mondo «totalitariamente amministrato».



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Pantaleón e le visitatrici 2011-10-12 05:51:22 Francescoroma73
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Francescoroma73 Opinione inserita da Francescoroma73    12 Ottobre, 2011
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“Pantaleón e le visitatrici”, M. Vargas Llosa

“Pantaleón e le visitatrici” è diventato inevitabilmente un film grazie alla sua storia intensa e colorata. Il tratto di Vargas Llosa è scorrevole. Particolare il suo descrivere azioni prolungate nel tempo proiettandole nel futuro (o, chissà, anche nel passato) spezzando contemporaneamente dialoghi. Gli stessi dialoghi che, senza alcuna chiosa, si sovrappongono quasi a voler già preconizzare scene cinematografiche sincopate.

Il racconto è datato 1973 e l’autore lo ambienta nell’Amazzonia dove sono stanziati i soldati peruviani. Il progetto di dotare l’esercito di un servizio di prostituzione (appunto, le visitatrici) per limitare gli stupri dei militari nei villaggi viene affidato al super ligio capitano Pantoja, il quale si trasferisce con la moglie e la madre ad Iquitos. Pantoja prende tutto estremamente sul serio come suo solito e da vero militare e, a testa bassa, organizza un servizio sempre più efficiente con strumenti e reclutamenti che crescono continuamente. Schedari, report, rapporti dettagliati, volontà di migliorare il servizio, preoccupazioni continue sono la prova del suo impegno costante e irreprensibile. Il capitano è un esempio di lavoratore, è costretto suo malgrado a nascondere la sua identità alla popolazione locale e lo scopo della missione alla disorientata moglie. Diventa in pochi mesi un esperto postribolare e si cala perfettamente nella realtà perdendosi nel vortice della carne per eccesso di zelo. Il suo duro lavoro, tra i ricatti della stampa locale e le pruderie di un popolo distratto peraltro da una setta pseudocristiana, viene ripagato con l’addio della moglie che si porta dietro la piccola creatura nata nel frattempo e dallo sganciamento di responsabilità da parte dei vertici militari, spaventati dall’efficienza del servizio delle visitatrici e dalla pressione delle popolazioni locali. La sola Brasiliana rimane a consolare fisicamente Pantoja, confortato a casa dall’amore materno, ma ormai abbandonato dal resto del mondo. Lui, così obbediente e lavoratore. Una missione che sfugge di mano e che attende soltanto il pretesto per essere cancellata

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