Pantaleón e le visitatrici
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“Pantaleón e le visitatrici”, M. Vargas Llosa
“Pantaleón e le visitatrici” è diventato inevitabilmente un film grazie alla sua storia intensa e colorata. Il tratto di Vargas Llosa è scorrevole. Particolare il suo descrivere azioni prolungate nel tempo proiettandole nel futuro (o, chissà, anche nel passato) spezzando contemporaneamente dialoghi. Gli stessi dialoghi che, senza alcuna chiosa, si sovrappongono quasi a voler già preconizzare scene cinematografiche sincopate.
Il racconto è datato 1973 e l’autore lo ambienta nell’Amazzonia dove sono stanziati i soldati peruviani. Il progetto di dotare l’esercito di un servizio di prostituzione (appunto, le visitatrici) per limitare gli stupri dei militari nei villaggi viene affidato al super ligio capitano Pantoja, il quale si trasferisce con la moglie e la madre ad Iquitos. Pantoja prende tutto estremamente sul serio come suo solito e da vero militare e, a testa bassa, organizza un servizio sempre più efficiente con strumenti e reclutamenti che crescono continuamente. Schedari, report, rapporti dettagliati, volontà di migliorare il servizio, preoccupazioni continue sono la prova del suo impegno costante e irreprensibile. Il capitano è un esempio di lavoratore, è costretto suo malgrado a nascondere la sua identità alla popolazione locale e lo scopo della missione alla disorientata moglie. Diventa in pochi mesi un esperto postribolare e si cala perfettamente nella realtà perdendosi nel vortice della carne per eccesso di zelo. Il suo duro lavoro, tra i ricatti della stampa locale e le pruderie di un popolo distratto peraltro da una setta pseudocristiana, viene ripagato con l’addio della moglie che si porta dietro la piccola creatura nata nel frattempo e dallo sganciamento di responsabilità da parte dei vertici militari, spaventati dall’efficienza del servizio delle visitatrici e dalla pressione delle popolazioni locali. La sola Brasiliana rimane a consolare fisicamente Pantoja, confortato a casa dall’amore materno, ma ormai abbandonato dal resto del mondo. Lui, così obbediente e lavoratore. Una missione che sfugge di mano e che attende soltanto il pretesto per essere cancellata