Paese infinito
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Ritorno a “ casa “…
Una famiglia emigrata e divisa in attesa di ricongiungersi, individualità alla ricerca di un senso in una vita che riservi presupposti diversi e restituisca desideri negati.
Talia, la giovane protagonista, insegue una libertà da lei stessa corrosa, sperando un giorno nel ritorno in una terra straniera che l’ha vista nascere e in cui ha vissuto assai poco ( gli Stati Uniti d’ America ) prima di essere rimpatriata ( in Colombia ) con poche speranze nel presente e nel futuro e rari affetti presto negati ( la morte dell’ amata nonna di cui si è presa cura).
La madre Elena vive da anni l’ incubo della clandestinità e un’ invisibilità umiliante mentre il marito Mauro, per anni annegatosi nell’ alcool, quando pensava di avercela fatta viene incarcerato ed espulso dal paese per ritornare in Colombia, una terra … “ di amnesici, dove i narcotrafficanti divengono senatori e i senatori narcotrafficanti, gli assassini presidenti e i presidenti assassini “...
Eppure il grande paese dei sogni, che non li ha mai accettati e che continua a protrarne lo stato di clandestinità, soffre di una violenza indigesta, qui si può morire ammazzati da chi possiede liberamente un arsenale domestico.
Che cosa tiene incollati i cocci di una famiglia siffatta, che cosa alimenta il desiderio di Talia di farvi ritorno, laddove sembrano non essercene presupposti, speranza, identità.
E allora come guardare avanti, recuperare la voglia di vivere, i ricordi d’ infanzia, il respiro della memoria, gli affetti e le piccole cose che l’ hanno accompagnata da sempre, i sogni infranti, la vita disillusa che si è lasciata alle spalle, la possibilità di cambiare, tornando alle origini?
La verità è che nessuno conosce il proprio futuro fino in fondo, spesso i sogni si infrangono e il reale si mostra inesorabilmente certo, che ci si può sentire stranieri in patria e cittadini in una terra che ci detesta, estranei a se’ stessi e agli altri, mentre ci si può avvicinare a chi nemmeno ci conosce e ci ha incrociato per caso raccontandoci la propria storia.
E allora che cosa resta? Un senso di appartenenza, pochi affetti condivisi, una voce che viene da un’ alba lontana, sensazioni ed emozioni interiorizzate, o forse solo tanta confusione, d’ altronde partire è un po’ come morire e ci si ritrova con molto meno di quello che si aveva prima. Una nuova partenza è un nuovo arrivo, nessuna certezza sull’ origine del proprio viaggio e dove debba finire.
Romanzo di un’ autrice nata negli Stati Uniti da genitori colombiani “ Paese infinito “ affronta con una prosa semplice e delicata e un realismo senza fronzoli il tema delle radici e dello sradicamento, il senso di appartenenza, il bisogno di essere amati, le complesse dinamiche famigliari, la clandestinità, la guerra, la nostalgia di casa, cercando di definire che cosa si intenda per casa e famiglia. Il tema dell’ amore e delle proprie radici ritorna vivo e pulsante, insieme alla constatazione che…
…“ forse non esistono nazioni o cittadinanze, sono solo territori disegnati su una mappa, lì dove dovrebbe esserci una famiglia, dove dovrebbe esserci l’ amore, il paese infinito “…