Narrativa straniera Romanzi Oltre il confine
 

Oltre il confine Oltre il confine

Oltre il confine

Letteratura straniera

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Quando il destino gli offre l'occasione di passare oltre il confine, il giovane Billy Parham compie la sua scelta e dirige il cavallo verso il Messico. In un attimo fatale, come il Lord Jim di Conrad, Billy inaugura la propria storia. Siamo alle soglie della Seconda guerra mondiale, Billy e Boyd sono figli di un piccolo allevatore del New Mexico, autoritario e taciturno. Catturata una lupa che si sta accanendo sul bestiame della famiglia, Billy decide di non consegnarla al padre, che la ucciderebbe, ma di riportarla sulle montagne messicane per restituirla al suo mondo. Inizia cosí, come un'insolita e struggente storia d'amore, il lungo viaggio avventuroso che porterà Bill e il fratello Boyd a ricongiungersi, a perdersi e a ritrovarsi di nuovo.



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Oltre il confine 2015-03-21 08:54:26 Cristiano
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Opinione inserita da Cristiano    21 Marzo, 2015

Nudo e Crudo

La storia dei vaqueros Billy e Boyd è una storia di sofferenze, ingiustizie e dolori; una storia degli spazi desertici immensi, delle solitudini, dei grandi silenzi . Le vicende narrate tracciano nette linee di separazione e queste linee sono il confine tra due mondi, tra due Paesi, ma anche linee di non ritorno, linee che -se oltrepassate- non permettono di voltarsi sui propri passi. "Oltre il confine" significa qualcosa in più che varcare una frontiera: è un atto di passaggio, tremendo e brutale come un rito ancestrale, tra infanzia ed età adulta, tra ideali della giovinezza e disincantamento, è il conoscimento della morte e delle sofferenze del mondo negli occhi di un ragazzo dal cuore nobile. Questa è una storia dura, veramente dura, è una finestra sul cuore torbido del mondo, in tutta la sua nudità e crudezza.
Il mondo di Mc Carthy è ricco di personaggi, ma questi, pur appartenendo alla società che li ha prodotti, sono uomini solitari, estrapolati dal contesto, simbolici. Sono pittoreschi, ma non nel senso "colorato" del termine, piuttosto rappresentano qualcosa di unico ed indelebile che va oltre la loro persona. Posseggono il potere degli archetipi, impartiscono lezioni, hanno idee sul mondo e su Dio che appaiono scaturite da una profondità abissale.

Dire che il libro di Mc Carthy sia la storia di una lupa e del suo tentativo di salvataggio è ingannare il lettore. La storia prende presto un'altra piega, inquietante e brutale. Si susseguono spari, morti, ingiustizie. Gli eventi avvengono in un silenzio surreale. I due cow boy Billy e Boyd parlano pochissimo tra loro, i dialoghi fraterni risultano improbabili. Molte vicende risultano frustranti per il lettore, non perché siano noiose -tutt'altro- ma perché vedono il protagonista passivo rispetto al mondo ed alla sua crudeltà. Il suo ostinato silenzio ed orgoglio risultano, alla lunga, contro producenti, così come la sua totale assenza di sete di vendetta. Billy ne esce sconfitto ed in lacrime.

Ho trovato molto più soddisfacente il primo libro della Triologia -Cavalli Selvaggi- rispetto a questo. Mentre il primo lo consiglierei a chiunque, il secondo è solo per i cuori più forti.

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Oltre il confine 2015-02-23 21:38:02 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    23 Febbraio, 2015
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La gioventù lasciata alle spalle

“Sembrava avesse quattordici anni e che andasse per un'età che non era mai esistita. Sembrava che fosse stato sempre seduto in quel posto e che Dio gli avesse creato intorno gli alberi e le rocce. Assomigliava alla propria reincarnazione e poi alla reincarnazione della propria reincarnazione. Soprattutto sembrava preso da un'enorme tristezza. Come se si portasse dentro la notizia di una perdita orrenda di cui nessun altro aveva ancora sentito parlare. Un'enorme tragedia non relativa a un fatto, incidente o evento, ma alla natura stessa del mondo.”

Al centro delle storie di Cormac McCarthy c'è sempre una iniziazione. Il confine non è tanto fisico – quello che divide gli Stati Uniti dal Messico – ma esistenziale: la linea che separa la larva dalla farfalla, la ragazza e il ragazzo dalla donna e dall'uomo.
Ed è una trasformazione dura: fatta di disillusione, di dolore, a volte di sangue. Perché in un piccolo paese vicino alla frontiera, il mondo è una realtà essenziale, quasi povera: l'uomo si riduce ad istinti primitivi. E' ordinario l'uso della forza, la violenza, sopraffare il più debole. Non è questione di malvagità, di pura cattiveria (questo in McCarthy è chiarissimo): è semplicemente l'immagine dell'uomo così com'è, senza sovrastrutture o fronzoli. Persino la vendetta: non è un piatto da gustare freddo ma solo la giusta via per far ritornare la bilancia in pareggio.
In una realtà del genere è necessario crescere in fretta, trovare il proprio ruolo nella gerarchia delle forze e mostrare agli altri ciò che si è.
Billy Parham ha 17 anni mentre, in sella al suo cavallo, segue il padre che dissemina tagliole nella prateria e le nasconde. Il lupo che sta decimando il bestiame di quelle zone, però, sembra abilissimo a farle scattare senza restarne imprigionato.
Anche Billy impara a preparare le tagliole, e quando ci trova dentro l'animale che il padre sta disperatamente cacciando – in realtà una lupa gravida con la zampa scarnificata dalla presa metallica – ha un'intuizione che realizza in un attimo: la rende inerme, le fascia l'arto e si avvia a riportarla da dove è venuta, oltre il confine tra il New Mexico (Stati Uniti) e il Messico.
La prima parte (su quattro) del libro è dedicata al viaggio di questo singolare trio: un ragazzo, un cavallo, una lupa gravida.
Ma, proprio quando il lettore comincia a temere che questa vicenda possa assorbire l'intero libro (sarebbe un po' troppo, in effetti), tutto cambia: l'incontro con una comunità porterà Billy a maturare una scelta difficilissima, un proposito doloroso da attuare, come accade ogni volta in cui, per crescere, bisogna prima rinnegare ciò che si è.
Quando Billy, dopo essere tornato a casa, varcherà ancora il confine verso il Messico – stavolta insieme al fratello Boyd, quattordicenne – sarà già un'altra storia...

I libri di McCarthy sono senza dubbio “estremi”, ma al contempo belli da leggere perché di grande respiro.
“Oltre il confine” si pone sulla falsariga di “Cavalli selvaggi” (il libro d'esordio dello scrittore) ma ne resta al di sotto per alcuni motivi: il primo è l'imperfetta sovrapposizione tra vicende diverse, due in particolare, che non paiono “saldarsi” sempre al meglio. Il secondo riguarda il dialogo tra i due ragazzi, entrambi minorenni: spesso, in McCarthy, è l'adulto a dialogare con il giovane, insegnandogli a spendere poche parole (ma anche a tacere quando si deve); nel riprodurre il medesimo schema tra due ragazzi – ritenendo di far risaltare in tal modo la loro precoce maturità – si rischia seriamente l'inverosimiglianza, soprattutto quando si parla di due fratelli.
Qualunque imperfezione non può comunque far dubitare dello straordinario senso dell'epica che trabocca dalle storie di McCarthy, e ancor più dalle sue “storie nelle storie”. Due quelle che vengono raccontate al giovane Billy nel suo peregrinare: la prima riguarda un vecchio e il suo scontro eterno con la religiosità (alla quale oppone, in fin dei conti, la propria religiosità); la seconda racconta di un uomo accecato durante la guerra combattuta lontano da casa, del cammino intrapreso per tornarvi, e infine del senso della vita, come compreso attraverso il “buio”.

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"Cavalli selvaggi", dello stesso autore.
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Oltre il confine 2011-07-24 18:04:49 toffoli
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toffoli Opinione inserita da toffoli    24 Luglio, 2011
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Avvolgente lentezza

E' un libro piacevolmente e serenamente lento. Da leggere adagio, senza fretta, per gustare appieno le minuziose descrizioni dei paesaggi e delle azioni.
C'é cruda verità, cruda vita. McCarthy tiene lontano le favole e ci spiega senza mezzi termini che la vita è dura, che ci sono persone che si abbassano a viverla sopportandola, ed altre che provano a cavalcarla.
E' un'atmosfera da Sergio Leone. Il messico con sppazi ampissimi, villaggi semideserti, poveri contadini capaci di estremi slanci di generosità. Personaggi con alle spalle esperienze uniche che avvolgono il lettore in lunghi e conturbanti sermoni.
A me piace la scrittura riflessiva di McCarthy, si è capito, no? Riesce a trasportarmi nel romanzo, a farmi cavalcare accanto a Billy e Boyd. Questo "oltre il confine" è parte della trilogia della frontiera, ma può benissimo essere letto per conto suo. Billy attraversa il confine messicano per la prima volta per riportare la lupa catturata sulle montagne che l'hanno vista nascere. Da qui un lungo viaggio, un continuo riattraversare il confine alla ricerca dei cavalli rubati prima, del fratello scomparso poi. E di una nuova vita.

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