Ogni giorno è un buon giorno
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Un giorno No
La cerimonia del tè è un rituale zen che segue un codice molto preciso, richiede anni di studio ed esercizio per essere svolto correttamente.
Pratica molto diffusa nell’antichità, nel Giappone moderno ha assunto un ruolo di nicchia, pur sempre molto rappresentativo della tradizione del Paese.
Su consiglio della madre una giovanissima e svogliata Morishita Noriko intraprese le prime lezioni, inconsapevole che l’avrebbero accompagnata per tutta la vita fino a promuovere lei stessa maestra di cerimonia.
Le premesse sono invitanti, la sinossi accattivante e la copertina di questo volume è efficiente: cattura.
Il romanzo presenta però molti difetti che mi impongono una bocciatura, dopo tante pagine perse ad annoiarmi. Per prima cosa, l’approccio della protagonista alla Via del Tè avviene senza molta convinzione e ugualmente procede negli anni. La narrazione si concentra più sul lagnarsi della difficoltà di imparare il rituale che nelle soddisfazioni cui il percorso conduce. Pure, l’aspetto filosofico sull’approccio alla vita ha uno sviluppo blando, nel testo.
I passaggi, i gesti, gli oggetti utilizzati sono descritti con dovizia di particolari e io capisco la necessità di utilizzare termini giapponesi. Sarebbe però utile proporre un vocabolario di facile fruizione, cosa che non avviene se posto alla fine del libro. Salvo parli un giapponese fluente, il lettore si trova dinanzi a un dilemma: distogliere in continuazione lo sguardo alla ricerca del significato e perdere il filo della narrazione, o procedere linearmente capendo poco o nulla dei vari movimenti?
Provate entrambe le strade con risultati scadenti, Ogni giorno sarà pure un buon giorno, ma questo libro è un mio mattino iniziato a ruzzoloni.