Nora Webster
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Una donna
Nora, recentemente vedova di un marito molto amato, un professore stimato per cultura umanità ed equilibrio.
Ora si trova sola con quattro figli : due ragazze in cerca di indipendenza, un preadolescente e un bambino.
Il romanzo è ambientato in Irlanda verso fine anni '60/inizio '70 . Sullo sfondo le aspre lotte nel Nord fra Protestanti e Cattolici, che come sappiamo avevano motivazioni che esulavano dall'aspetto prettamente religioso.
A proposito di Nora, una sorella confida: "Era una ragazza impossibile. Non ho altro da dire"; e aggiunge: " poi conobbe Maurice. Dalla prima volta che uscì con lui, diventò un'altra persona. Non un agnellino. Ma cambiò".
Adesso, rimasta senza la persona con cui condivideva tutto, è anche alla ricerca di se stessa, consapevole di "vedere tanto separate la sua grigia vita quotidiana e lo splendore della sua immaginazione".
L'autore, C. Toibin, è da annoverare fra i grandi scrittori della nostra contemporaneità.
Il libro è davvero molto bello, con una prosa semplice, quasi minimalista, che ben si addice alla realtà rappresentata. Una scrittura diversa da quella sontuosa e affascinante usata in "The Master".
Il personaggio di Nora emerge progressivamente nelle sue molteplici sfaccettature : nella ruvidezza, che ricorda la Olive Katterige della Strout, e nella nascosta vulnerabilità.
La seconda parte del libro, bellissima, è come accompagnata della scoperta del balsamo con cui la musica lenisce le ferite; in particolare risuona il "Trio dell'Arciduca", sublime composizione di Beethoven, la stessa che accompagna il romanzo "Kafka sulla spiaggia" di Murakami.
Il finale, semplice e simbolico, è particolarmente riuscito.
Toibin ha saputo rappresentare un percorso umanissimo, a volte doloroso, e cogliere quel raggio di sole che filtra anche nelle fredde atmosfere nordiche.