Narrativa straniera Romanzi Non dico addio
 

Non dico addio Non dico addio

Non dico addio

Letteratura straniera

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E' una sorta di arduo e doloroso viaggio d’inverno, quello che compie la protagonista, Gyeong-ha, quando, senza esitare, accetta la pressante richiesta dell’amica Inseon, ricoverata in ospedale a Seul, di andare sull’isola di Jeju per dare da bere al suo pappagallino, che è rimasto da solo e rischia di morire. A Jeju, infatti, la accoglie una terribile tempesta di neve, e poi un sentiero nel buio dove si perde, cade e si ferisce. Ma niente riesce a fermarla. Gyeong-ha si rialza e prosegue, perché sa che deve assolutamente raggiungere la casa di Inseon e salvare il pappagallo. Quando arriverà, potrà soltanto seppellirlo, scavando a fatica nella neve e nella terra gelata. Poco dopo, però, lo vedrà di nuovo svolazzare nelle stanze buie e fredde – e insieme a lui comparirà anche l’amica, che aveva lasciato all’ospedale. Sotto la sua guida, Gyeong-ha compirà un altro viaggio: una discesa agli inferi, questa volta, nella storia della famiglia di Inseon e di uno dei massacri più infami che la Corea abbia mai conosciuto – quello perpetrato, tra la fine del 1948 e i primi mesi del 1949, ai danni di trentamila civili accusati di essere comunisti.



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Non dico addio 2025-01-28 21:22:11 68
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68 Opinione inserita da 68    28 Gennaio, 2025
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Doppio viaggio

…Fu allora che capii che dolore terribile sia l’ amore…

“ Non dico addio “ è un viaggio a ritroso nel presente, tra le profondità di un’ esperienza condivisa, spezzoni di un passato funesto, il potere della memoria, sensazioni vivide in tanti momenti fatti di piccole cose.
Gyeong-ha, dopo la stesura del suo ultimo libro, da due anni staziona in uno stato d’ inedia, sola, insonne, malnutrita, il medesimo sogno inquietante, alberi recisi e tombe sommerse da un mare crescente che strappa le ossa alla loro sepoltura.
Per lei il ritorno alla vita significa accogliere la richiesta di In-seon, amica di lungo corso, cercando di salvare il suo pappagallino da morte certa nella casa che ha dovuto abbandonare frettolosamente dopo un incidente.
Gyeng-ha vivrà un soggiorno breve nella dimora di In-seon situata sull’ isola di Jeju, una bufera di neve in corso, una terra lontana dove settant’anni prima si è consumato un capitolo drammatico della storia, non solo coreana, il massacro di migliaia di innocenti accusati di comunismo e l’ occultamento dei loro cadaveri.
Saranno giorni di rivisitazione pubblica e privata, sancendo un legame profondo nella ricostruzione e condivisione del terribile evento, addentrandosi nei segreti della casa, documenti, lettere, ritagli di giornali, ricordi, testimonianze, dando forma a un passato sepolto nel dolore di chi è scomparso, di chi ancora si ricorda, di chi è morto ammazzato, è stato incarcerato, un luogo non luogo che sopravvive dentro.
In-seon parla con amore e realismo degli assenti, la madre, il padre, gli amati fratelli, ricostruendo la storia di un paese scomparso, l’ inspiegabile massacro di tanti innocenti, donne e bambini, intere famiglie, un cimitero coperto da silenzio e menzogne.
Nel fluire del racconto paesaggi animati, voci interrotte, passaggi intermedi, luoghi silenti, un deserto di basalto esteso fino all’ orizzonte, scheletri bianchi sparpagliati su una distesa di roccia nera, volti insanguinati ricoperti di neve, fiocchi percorsi da una strana bellezza, dal peso della leggerezza, invisibili all’ interno di uno spazio interpersonale, sciolti, posatisi lì in quel momento ma anche in luoghi diversi e in tempi lontani.
Le due amiche sfogliano un viaggio della memoria sfiorando l’ inafferrabile, consapevoli di quanto la pazienza può essere rassegnazione, la tristezza riconciliazione, forza e solitudine uniformarsi, gioie e sofferenze fondersi.
E allora ci si identifica con l’ altro in una nuova forma e Gyeong-ha si domanda che cosa sarebbe successo se fosse vissuta In un universo parallelo dove In-seon non si fosse tagliata le dita, probabilmente starebbe in un letto o seduta alla scrivania in un appartamento alla periferia di Seoul.

… ho inspirato e sfregato un secondo fiammifero sulla scatola. Non si è acceso. Ho provato con un altro ma si è spezzato. Ho trovato il punto in cui si era rotto, l’ ho stretto tra pollice e indice e ne ho strofinato di nuovo la capocchia sulla superficie ruvida. La fiamma si è levata. Come un cuore. Come un bocciolo che palpita. Come il battito d’ali dell’ uccellino più minuscolo del mondo…

“ Non dico addio “ è un romanzo dai temi forti nella dolcezza di parole e sentimenti, pensieri rimodulati che entrano dentro, corpi fluidi, oggetti parlanti, paesaggi dell’ animo, una materia immateriale sospesa tra sogno e realtà in un tempo scandito dalla memoria, luce che attraversa gli abissi del genere umano dando forma a un amore estremo, come la stessa Han Kang ci ha suggerito.
L’ esito è una presenza vivida e cangiante, come quella neve che, ciclicamente, cade, si dissolve, ritorna, una sensazione di pienezza nel vuoto circostante…

…Hai presente la morbidezza che ti resta nelle mani dopo aver toccato dell’ ovatta, una piuma, o la pelle di un neonato? Ecco, immagina tutte queste sensazioni insieme, distillate e compresse, che pervadono lo spazio. …

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