Neve di Orhan Pamuk
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Le contraddizioni della Turchia di oggi
Prima di avvicinarmi a questo romanzo avevo già letto due libri dello stesso autore, "Istanbul" e "La casa del silenzio", ma devo dire che "Neve", a mio avviso, è di gran lunga il più scorrevole degli altri.
Un poeta di Instanbul di nome Ka, emigrato a Francoforte, decide di fare ritorno in Turchia in occasione del funerale della madre. Una volta arrivato nel suo paese d'origine, un giornale decide di inviarlo in qualità di corrispondente nella cittadina di Kars, per indagare su dei fatti misteriosi che avvengono in quel posto. Da alcuni mesi, infatti, alcune studentesse si sono suicidate senza apparente motivo. Lì, Ka incontrerà la sua vecchia compagna di università, Ipek, di cui si innamorerà perdutamente e che lo porterà a comporre una raccolta di poesie.
Durante l'arrivo del protagonista a Kars, una violenta nevicata si abbatte sul paese isolandolo completamente dal resto del mondo (notare come in turco neve si traduce con la parola "Kar", simile al nome della città Kars, e al nome del poeta Ka). La città di Kars si trova nelle montagne della Turchia orientale, vicina al confine con l'Armenia, ed è una rappresentazione in piccolo delle contraddizioni presenti nella Turchia dei giorni nostri. La città, infatti, è un miscuglio di etnie e fazioni politiche diverse: armeni, curdi, georgiani, turchi laici "kemalisti" e integralisti islamici. Ora che la tormenta di neve li costringerà in una forzata convivenza, la pace non è più assicurata...
A questo punto il nostro poeta Ka inizierà una sorta di "peregrinazione" incontrando e cercando di dialogare con le varie fazioni presenti nella città: incontrerà un candidato sindaco del partito islamico moderato, i giovani estremisti islamici guidati dal misterioso Blu, i servizi segreti, la polizia, le giovani studentesse. Ka, conoscendo queste fazioni, è come se compisse una sorta di viaggio che lo porterà a conoscere le grandi contraddizioni della Turchia. Grande importanza dà Pamuk al dialogo tra Occidente e Oriente, e il posto che la Turchia occupa in questo dialogo.
La situazione però precepiterà quando, in occasione di uno spettacolo teatrale, ci sarà un colpo di stato che farà piombare il paese nel caos (non a caso la Turchia nell'ultimo secolo ha conosciuto ben tre colpi di stato...).
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Ma dove sono le poesie?
La neve è il filo conduttore di questo romanzo, dove la cultura islamica è il tessuto che unisce storie e personaggi. Un poeta è il protagonista principale, che negli ultimi 4 anni si è seppellito nel silenzio perchè non riusciva più a scrivere. In questo suo viaggio la voce gli cresce dentro ed in lui comincia un dispiegarsi di versi, dettati dal silenzio della neve e dalla sua sensazione di purezza. La neve gli ricorda la bellezza e la brevità della vita, che ha una sua segreta geometria di cui non riesce a spiegare la logica, con al centro, protagonista, l'uomo, che vive, si consuma e sparisce. Come un fiocco di neve. Perchè tra i fiocchi di neve e gli uomini c'è una relazione. Ogni persona dovrebbe avere un suo fiocco di neve esagonale, come mappa interiore della propria vita. La storia è bella, ma avrei apprezzato leggere le poesie di cui si parla in queste pagine. Non solo conoscerne i titoli. Un poeta, se è felice troppo a lungo, diventa banale, se è infelice troppo a lungo non trova la forza di tener viva la sua poesia. Questo poeta ha avuto una sua crisi, l'ha superata, ha ricominciato a scrivere poesie. Perchè negarcele?
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