Neve
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Let it swan, let it swan, let it swan
A difesa di Fermine va detto che una nevicata di puntini del genere non si vedeva dal lontano ’73. Provate voi a scrivere un libro in mezzo a una tormenta del genere, provateci, provate ad articolare un periodo di senso compiuto se ne siete capaci, cari i miei sapientoni. Punti che fioccano regolari ed instancabili, silenziosi, mentre il vento spazza via le virgole ed i margini diventano sempre più grossi, bianchi ed invadenti. E’ una brutta situazione. Sei solo. Non puoi fare altro che tenere duro. Arrancare. Spingere le parole. Una ad una. Così. Come sto facendo io adesso. Per farvi capire. Il mazzo che si è fatto quest’uomo. Per mettere assieme la bellezza. Di trenta pagine. O quelle che sono. Armatevi dunque di santa pazienza. E fatevene una ragione. Perchè il libro è tutto così. Tutto così. Tutto. Così.
Detto ciò, siamo sulle Alpi Giapponesi.
Tra un punto e l’altro si riesce subito ad assaporare una magica aura di poesia mista a delicatezza dell’animo nonché senso dell’onore ed insegnamento profondo. Un po’ la stessa sensazione che si avverte quando si guarda Mai Dire Banzai, per intenderci.
C’è questo Yuko, un baldo ragazzotto che deve scegliere cosa fare della sua vita. Monaco o samurai? Samurai o monaco? Il padre lo incalza, col suo sguardo fiero tipico del samurai in pensione. Yuko si guarda dentro. Si interroga. E’ troppo ribelle per fare il monaco. Troppo sensibile per fare il samurai. Troppo gnucco per il sudoku agonistico. Così fa la sua scelta.
Intanto ha ripreso a nevicare.
“Padre, declamerò la bellezza della neve. Padre, ho deciso: farò l’haiku”.
Haiku in giapponese significa “componimento poetico di trentuno sillabe”, ma anche “specchio interiore”, ma anche “fiore dell’anima”, ma anche “fattene una ragione vecchio, farò il mantenuto a vita”.
Il padre lo guarda severamente. Dapprima cerca di colpirlo con un bastone, ma sfortunatamente non vi riesce. Un attimo dopo stramazza al suolo, colpito da una rara forma di crepacuore fulminante.
E siamo già circa a metà del libro. Da qui in avanti credo possa tranquillamente considerarsi spoiler, quindi occhio.
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Yuko dà l’estremo saluto al padre ed esce di casa affranto. Fortunatamente, la sua arte gli è subito di grande conforto:
[Col bianco tuo candor
neve
sai dar la pace in ogni cuor]
questo il suo primo componimento, già ricco di tutta una serie di rimandi che solo gli addetti ai lavori, forse, possono cogliere appieno.
Più rinfrancato nello spirito, Yuko prosegue il suo cammino. Nei pressi della fontana incontra un’umile ragazza dai seni bianchi e dalla pelle di pesca, e se ne innamora perdutamente. Lei lo inizierà all’amore.
[Oh ragazza della
fontana
che m’iniziasti all’amore]
La sua arte stava indiscutibilmente prendendo forma. L’imperatore stesso, venuto a sapere del suo talento, pensa bene di mandare un servitore sulle Alpi Giapponesi per trovarlo e vagliarne le virtù poetiche. Di contro, Yuko vaglia l’algida ragazza venuta insieme al servitore, e se ne innamora perdutamente.
[Oh algida ragazza
che venisti
insieme al ceffo mandato dall’imperato]
Qui Yuko sfora con la metrica e deve troncare, va bene, ma quello che è da notare è la raggiunta maturità del componimento. Notare anche come l’argomento-gnocca abbia definitivamente soppiantato l’argomento-neve, che bello bello bello, ma onestamente anche due palle.
Ebbro com’è d’amore per la ragazza e coi chackra letteralmente fuori controllo, Yuko si trova ora in una condizione di debolezza. Se per caso qualcuno, volendosene approfittare, gli dicesse una cosa tipo “và e attraversa a piedi le montagne, solo e senza viveri, in cerca di un vecchio pittore cieco maestro dei colori”, be’, per ipotesi lui sarebbe capacissimo di accettare.
Qualche giorno dopo, Yuko è sulla vetta del monte Hodaka, solo e senza viveri.
E’ sfinito e sta per perdere la speranza. Mentre è lì che maledice l’amore, la neve, l’imperatore, l’algida ragazza e tutto quanto il resto, all’improvviso – toh! – una specie di visione. Sotto uno spesso strato di ghiaccio giace un’altra ragazza nuda, candida, bellissima, e se possibile ancor più algida. Incredibile a dirsi, ma Yuko se ne innamora perdutamente.
[Surgelata bellezza
or che m’appari
sento una forza dentro che neanch’io so come]
Con buona pace delle trentuno sillabe, Yuko d’un tratto sente che può sopravvivere. Chi è la misteriosa fanciulla on the rocks? E’ morta? E’ viva? Quale terribile segreto nasconde? Deve assolutamente scoprirlo.
Purtroppo per lui, non ci riuscirà mai. In quello stesso momento infatti il possente Akasawutakatadegga – il leggendario Yeti erotomane delle Alpi Giapponesi – esce dal letargo.
Sta nevicando. Akasawutakatadegga vede Yuko, e se ne innamora perdutamente.
Yuko oggi vive in un quartiere della periferia di Tokyo.
Ha abbandonato l’haiku, ha abbandonato la neve e si fa chiamare Layla. Ha una bancarella di fiori di carta, animaletti ed altri graziosissimi origami. Un destino più che prevedibile, del resto, dopo tutta quella pratica con lo scroto dei lettori. Il mio ora è uno splendido cigno.
Yuki-onna
Ci sono libri che vanno letti per conoscere, altri per divertirsi e ci sono quelli che vanno letti e basta. Neve è di quest'ultimi.
Lo si deve leggere per godere della bellezza nella sua essenza più pura, per assaporare l'istante, per godere delle cose comuni e riuscire a meravigliarsi del battito d'ali di una farfalla, a incantarsi di fronte ad un tramonto, a gioire ammirando un panorama, più semplicemente, lo si deve leggere per vivere il proprio sogno ad occhi aperti.
Avvolti dagli haiku di Yuko, delicati, puri e impalpabili come la neve, ci s'immerge nella vita, nelle scelte che ognuno di noi fa o vorrebbe aver fatto, in un equilibrio precario tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, come un funambolo su una corda con, come unico bilanciere, la forza dell'amore. Una potenza talmente grande da riuscire a colorare persino la neve.
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Guerriero, monaco...poeta
I nostri amati libri vanno letti al momento giusto, ci sono momenti in cui la nostra vulnerabilità ad abbandonarsi tra le parole e le scroscio delle pagine è al massimo del desiderio di volersi far cullare e abbandonare liberamente senza indugi e altri momenti meno felici, quando fin dalle prime pagine non cogli l’amore del messaggio e allora non cogli l’essenza. Se avessi letto qualche giorno fa questo piccolo “assaggio di narrativa” l’avrei buttato nel camino e avrei storto il naso per la pochezza delle parole.
Io sono fatta così.
Oggi “Neve” mi chiamava dallo scaffale, era arrivato il momento giusto per lasciarmi abbracciare dalla sua purezza, a piedi scalzi e braccia tese mi sono messa a camminare sul filo sottile che separava il mio mondo dal mondo candido da scoprire che Maxence Fermine apriva ai miei occhi.
Respirando a pieni polmoni l’aria di un Giappone lontano ho letto:
“Neve limpida
Passerella di silenzio
E di bellezza”
Ad un tratto chiudo gli occhi e mi ritrovo sospesa come una funambola.
Mi passano davanti le vite appassionate di Yuko, del maestro Soseki, di Fiocco di Primavera e di lei Neve. La neve bianca è poesia, la poesia è come neve, la neve è l’haiku, l’haiku è bellezza sottile e triviale, la bellezza è una pittura, la pittura è arte, l’arte è la magia dei colori dove la luce bianca sta fuori e il colore è dentro gli uomini i veri custodi del calore.
Neve che si scioglie sotto il calore dell’amore…
“E si amarono
l’un l’altro sospesi
su un filo di neve”
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una fiaba eterea
Letto ormai tanti anni fa e lo ricordo ancora con molto piacere
Evocativo ed etereo
Se hai tempo e nussun'ansia incombente bussa ai tuoi pensieri,allora questo piccolo romanzo è come un gioiello raro
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IL POETA DELLA NEVE.
Paragono la lettura di questo libretto "poetico" al sorseggiare lento di una tazza di te' amaro e bollente...Un libro che non è per tutti; è per coloro che si tengono in equilibrio sul crinale della vita.
Nella neve c'è poesia, pittura,calligrafia, danza, musica...amore....e tutto è bianco ed etereo.
E Yuko, giovane giapponese , trae proprio dalla neve l'ispirazione per le sue poesie in versi ( Haiku).
Decide di seguire queste sue passioni andando contro la volontà del padre, che lo voleva monaco o samurai.
Dedica tutta la sua vita tra la neve alla ricerca della bellezza pura, e lo fa vivendoci a stretto contratto; scrive e vive grazie alla neve. La sua ricerca dura a lungo.
A tratti vive momenti di intensa e sottile bellezza, delicatezza e dolcezza; a tratti momenti triviali e scopre l'amore anche negli aspetti erotici...
Ma la sua poesia è "invisibile e incolore"; per questo viene avviato all'incontro di un vecchio e cieco poeta, Soseki, per essere introdotto nella magia dei colori.
Nel suo percorso di viaggio incontra "Neve", una donna morta che materializzerà il suo concetto etereo di amore e bellezza.
Dall'esperienza che vivrà col maestro e dal confronto sui colori e sulla luce, andrà via via rafforzando ancor di più il suo amore per la neve...ora ancor più mitizzato grazie alla figura di una donna ideale.
E scopre che il vero poeta è colui che , come un funambolo, riesce a tenersi elevato, parola dopo parola, senza mai cadere, e riesce a restare in equilibrio nel sogno e nell'immaginazione .
Impadronitosi di un grande amore e dopo una vita vissuta in un perenne inverno di neve, ritorna a casa...
Non si accontenta più di un rapporto erotico e carnale...vuole di più.
...e finalmente si prospetterà un nuovo amore, Fiocco di Primavera: ed è come se fosse il primo amore!
Ma questa sarà un'altra storia ...anche se la presenza di "Neve"...della "neve"... saranno in qualche modo sempre presenti.
....e si amarono l'un l'altro sospesi su un filo di neve.
Due frasi che mi sono rimaste care sono:
"Non fidatevi delle apparenze,servono solo a smarrirsi."
"...dall'assenza totale della luce, ci si impadronisce della luce e delle sue sfumature".
P.S. : lo sapevate che nell'antichità il numero sette veniva considerato magico?....non sarà proprio per questo che sono entrata a far parte di Qlibri proprio il giorno 7 .... ?
Buona lettura a coloro che desiderano leggere con animo poetico un libro di poesia.
Con simpatia, Pia.
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L'ermellino bianco
Il freddo e' acuminato
Bacio un fiore di prugno
In sogno
Sarebbe forse piu' ovvio immaginare questo libro come un fiocco di neve, sarebbe piu' coerente.Ma un fiocco di neve tra le mani calde si scioglie , mentre questo racconto si muove, scalda , ti lascia dentro qualcosa di tangibile .
Quando ho ricevuto il pacchetto, l'ho aperto e ho visto questo piccolissimo libro bianco, bianchissimo, candido. Carta bianca su copertina bianca. Quella carta ondulata e grezza che se non fai attenzione assorbe l'impronta delle dita. Non un libro. Ho visto un ermellino bianco, piccino, un tenero cucciolo Che ti scalda i palmi con la sua minuscola pelliccia mentre lo sfiori.
L'ho avuto tra le mani per qualche ora, si chiama Neve.
Racconto, dicevo, in cui l'autore racchiude una delicata scrittura poetica in brevi capitoli con deliziosi haiku in apertura. Da penna francese, una storia ambientata in un Giappone d'altri tempi, La neve a farne da sfondo, nel paesaggio, nel contenuto, nel cuore dei protagonisti.
Neve come bellezza, neve come musica del silenzio, neve come purezza dei sentimenti.
Yuko che sceglie di essere poeta e canta lo splendore della neve vergando i suoi versi su pergamene di seta.
Sozeki anziano e stimato artista che ha trascorso la vita cercando di imprimere la bellezza della sua amata su tela.
I loro destini si incontreranno, cosi' come i segreti racchiusi nel loro spirito artistico, l'arte di vedere e imprimere colore, l'arte di osservare ed esprimere il candore.
Una favola delicata, commovente.
Mi ha coccolata strappandomi sorrisi, mi ha cullata facendomi piangere.
Musica di neve
Grillo d'inverno.
Sotto i miei passi
Buona lettura
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Un fiocco di neve che tocca l'anima
Nooo! Ma cosa dici, è un semplice libretto, dai questa non è poesia, scritto in modo così semplicistico e scontato. Beh... ditemi , un fiocco di neve è semplice, non è altro che un insieme di microcristalli di ghiaccio; poi infine si scioglie e non lo si vede più; rimane solamente una normalissima goccia d'acqua, niente di emozionante o stupefacente. Un fiocco di neve scende delicatamente, nel silenzio, e con il suo candore, con voce sommessa ti fa esclamare ohhh! Ed immediatamente dentro di noi s'insinua e cresce delicatamente una gioia intima,silenziosa, come il fiocco di neve che scende dal cielo. Si! Neve, questa piccola perla di Maxence Fermine che intreccia sapientemente poesia e amore. Benvenuti nel mondo di Yuko, giovane poeta giapponese che compone haiku (versi poetici giapponesi), cercando l'essenza della bellezza esclusivamente nei paesaggi innevati. Benvenuti nella magia della poesia unita a quella dell'amore; tutto splendidamente immaginato nei paesaggi che attraversano il Sol Levante da Nord a Sud. Il giovane Yuko diventerà un grande poeta, però si accorgerà che la sua poesia è sublime, ma non ancora perfetta. Manca la parte di bellezza che proviene dai colori che sono assenti nella neve, sarà così che la sua vita s'incrocerà con quella del maestro Soseki grande pittore, famoso in tutto il Giappone. Il rapporto maestro allievo, col tempo diventa molto profondo e Soseki, che in giovinezza, aveva perso il suo grande amore, rivela la sua dedizione all'arte per sopperire al suo immenso dolore nel ricordo del suo amore. Sarà proprio Yuko a far "ritrovare" al vecchio Soseki il suo perduto amore! Così come la vita di Yuko cambierà per sempre e si staccherà completamente dalla sua figura di poeta solitario che trovava ispirazione nei paesaggi innevati del Giappone del Nord. Sarà una conseguenza degli insegnamenti del vecchio maestro e del loro scambio di saggezze nei loro destini incrociati.
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Meglio un bagno al mare
Non c'è nulla di peggio del finto poeticismo.
Il prodotto è scadente, non solo a livello stilistico (le frasi brevi e moraleggianti sembrano derivate più che altro dallo sforzo immane di Fermine di rendere lo scritto più 'orientale') ma anche a livello contenutistico. Continuavo a leggere e mi chiedevo: "Si, ma dove vuoi arrivare? Cosa mi vuoi dire?". Quando l'ho finito (e non ci vuole molto in realtà dato che le frasi presentano caratteri cubitali) non ho ben capito a cosa Fermine voleva arrivare.
Assolutamente sconsigliato: già durante la lettura scivola tutto via, non resta assolutamente niente. Questo scritto (guai a chiamarlo libro) è proprio come la neve: si scioglie al primo raggio di sole. E adieu.
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NEVE
Una scrittura semplice che esce dal cuore ed al cuore entra. Amare la poesia della neve , lottando contro i venti della realtà, per affermare ciò in cui si crede: l'amore. Che è la poesia stessa.
Un libro delicatissimo, un fiore prezioso. Si legge in un attimo ma lascia sensazioni eterne. Da non perdere.