Nella terra dei lupi
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Porzioni di vita e
Montagne del Montana, un luogo dove regnano gli uomini e il territorio e chi non possiede ne’ l’ uno ne’ l’ altro deve arrangiarsi, in cui le regole si applicano a tutti in modo inflessibile e implacabile.
Wendell è l’ ultimo dei Newman, ex stella del football, un giovane cresciuto in solitudine faticando a badare a se’ stesso, sopravvissuto all’ eco del mito paterno frantumatosi parecchi anni prima tra le montagne, braccato dalla sua stessa ombra, per alcuni un eroe, per altri un assassino che porta con se’ l’ onta di un gesto estremo e brutale in nome di una libertà non riconosciuta o in fuga dalla propria follia.
Il presente ha lo sguardo interessato di Rowdy, un bambino muto senza madre, figlio di Lacy, cugina di Wendell, imprigionata per spaccio di stupefacenti, un’ anima indifesa lasciata alle sue cure, con il quale sorprendentemente interagire.
C’è un’ altra storia e una donna, Gillian, insegnante e assistente sociale, una vedova con una figlia che non ha mai conosciuto il proprio padre se non attraverso i ricordi materni, che continua a rivivere i fotogrammi del marito morto ammazzato cercando di mettere ordine nel casino di una comunità fatta di uomini violenti e ignoranti che rivendicano diritti su quelle montagne.
In realtà il Montana orientale non appartiene a loro, non è che ...” un pozzo senza fondo per i soldi dei contribuenti, un circolo vizioso di degrado ambientale, mancanza di istruzione, alcolici, metanfetamine e famiglie distrutte “....
Le vite dei tre orfani si intrecciano, figli di un mondo spezzato, famiglie distrutte, con un senso di vuoto fin dentro il midollo, vite che riprendono il passato, vivono l’ansia del presente e di un futuro senza nome, mutilati da assenze protratte, inseguiti da colpe che non hanno, così sole nella condivisione.
C’ è chi si chiede che cosa gli hanno trasmesso i suoi genitori, chi è rimasta sola per tanti anni crescendo una figlia, c’è un movimento antigovernativo che cerca di spiegare alla gente come stanno realmente le cose, il modo ingiusto in cui il governo federale controlla le loro vite e le loro terre.
Questa porzione di mondo, in cui si è nati e cresciuti, può essere rifiutata in nome di un mondo migliore a cui restare fedeli. E’ la terra stessa a creare sofferenza e rabbia, a generare e esasperare il senso di fallimento e la paura, una violenza cruda e giustificata. ...” Una terra sterile dove i fallimenti di una nazione incontrano i fallimenti degli uomini, dove la storia va a morire “....
Vite diverse, monche, accomunate dalla mancanza di un padre, abitanti un mondo spezzato, inconsapevolmente finite li’, dove tutto ebbe inizio, un luogo da cui qualcuno è riuscito a fuggire e a cui tornare per una resa dei conti.
Prende forma un thriller-western dell’ oggi con un ritmo incalzante, scolpito dai tratti dell’ odio e della paura, in un finale che non fa sconti ne’ prevede aggiustamenti, che sottrae il presente per costruire un futuro diverso.
Padri dissolti, figli sacrificati, nipoti sopravvissuti a una battaglia senza nome sfociata nella violenza selvaggia. Allla fine non è detto che i figli debbano rinnovare le orme dei padri, la storia può mutare, l’ ignoranza e il degrado cedere a una novella condivisione che sancisca la propria diversità e unicità.