Nel tuo deserto
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Quel tuo deserto desertissimo...
Ci sono libri che scovi negli angoli remoti delle librerie, accucciati nello scaffale dietro la colonna che quasi sembra vogliano nascondersi per pudore di farsi vedere e magari comprare.
Perché chissà, forse i libri un’anima ce l’hanno, e al contrario degli autori convinti e delle case editrici che di scrupoli non se ne fanno, i libri amano i lettori e ne hanno a cuore le spese inutili di cui non vorrebbero essere causa.
E invece ogni tanto ci caschi!
Perché se sulla copertina mi viene puntualizzato che l’autore è lo stesso che ha vinto il Premio Grinzane Cavour 2006, io suppongo che si tratti di un grande autore e che questo suo secondo romanzo valga anche se non ha vinto nulla.
Poi la trama così toccante ed avvincente: il ricordo di un viaggio nel Sahara affrontato da un giornalista e dalla sua giovane assistente alle prese con un reportage; un forte sentimento che nasce in un clima di avventurose difficoltà ma anche in un’atmosfera di trasparenza e di infinita e determinata dolcezza dovuta alla donna.
Insomma, una storia romantica e dalle promesse sfavillanti.
Non fosse che lo stile è pessimo; vorrebbe essere intimo e profondo di una narrazione in prima persona che intende toccare le corde più nascoste dell’animo umano, ma non ci arriva. È come se un maratoneta iniziasse una gara già spompato e continuasse ad arrancare un metro dopo l’altro.
Il racconto in se stesso è invece inconsistente: molto cronaca e poca emozione.
L’autore a quanto pare è nella vita un bravo giornalista, ma tra un articolo di giornale ed un romanzo passa una bella differenza.
Che dirti, Miguel Sousa Tavares? A questo punto mi sa che andrò alla ricerca della tua precedente opera dove avrai probabilmente riversato ed esaurito completamente la tua stoffa da vincente; per il resto, del tuo deserto desertissimo di qualsiasi piacere letterario giuro che ne avrei volentieri fatto a meno.
Se solo esistesse un modo per farsi rimborsare…