Morto che cammina
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RITORNANO I QUATTRO DI EDIMBURGO
In un viaggio in Scozia, ad Edimburgo, ho scelto come compagnia il nuovo libro di Irvine Welsh, intitolato Morto che cammina, il terzo capitolo che racconta la vita di quattro "amici": Renton, Spud, Sick Boy e Begbie.
Chi non conosce il famoso film Trainspotting? Io mi sono innamorata del primo romanzo con lo stesso titolo da cui hanno tratto il film; il secondo capitolo, Porno, non mi aveva entusiasmata anche se i personaggi di Welsh mi piacciono moltissimo, sono profondi anche se non lo sembrano e leggermente rozzi, infatti la scrittura è un po' un gergo ( la traduzione italiana cerca di riportare il linguaggio usato dall'autore). Il terzo capitolo mi ha preso talmente tanto che l'ho terminato in un baleno.
Ritroviamo dopo tanti anni di nuovo i nostri protagonisti nelle loro assurde e frenetiche vite: Mark Renton agente di Dj tra un volo e un fuso orario non si sente di vivere appieno la sua vita ma, diciamolo, è il perenne insoddisfatto di sempre; Simon detto Sick Boy è il solito donnaiolo ma estremizzato, gestisce una app per cellulari di escort e si intrattiene con donne di ogni tipo, affascinandole e poi scaricandole. Begbie da violento psicopatico è diventato un artista di fama internazionale e ha scelto una vita migliore, non beve e non da più di matto e ha un bellissima moglie con due bambine; Spud invece è alla deriva, elemosina per strada non avendo più un soldo e invidia i suoi amici per la loro presunta realizzazione.
Chi è il morto che cammina? Non si fatica a capire già da queste premesse ma secondo me lo sono un po' tutti e quattro.
Renton ha una relazione quasi stabile ma da perenne insicuro non la sa gestire e nemmeno riesce a controllare la sua vita, è sempre in balia dei suoi vizi di droga e dei suoi dj che lo fanno dannare. La storia però approfondisce il suo essere "un bravo ragazzo", come lui non vuole essere definito, la sua continua ricerca di una stabilità nella vita. Devo dire che Rent è sempre stato il mio personaggio preferito e sempre lo sarà.
Begbie trattiene di continuo i suoi istinti scegliendo di dire no alla violenza e all'alcol e sfoga la sua indole nell'arte con sculture assurde di persone mutilate, ma bisogna dire che ce l'ha fatta,ha una vita realizzata ed è ricco. Ho trovato un messaggio tra le righe da parte dell'autore come per farci capire che ci si può sempre redimere dai propri errori e avere una vita soddisfacente.
Sick Boy è superficiale e tratta le donne come oggetti ma quando ritrova il vecchio amico Mark è come se quasi rinsavisse, per poi tornare ad essere l'approfittatore e dimostra che la vendetta e il tornaconto personale per lui sono sempre davanti a tutto e a tutti. é lui che a fine romanzo non realizza nulla della sua vita e mi è dispiaciuto perchè per quanto sia un personaggio sfrontato e donnaiolo secondo me ha un lato che in questo romanzo non è apparso molto.
Spud, il povero Spud, non è mai riuscito a combinare nulla nella sua vita se non avere un figlio di cui essere orgoglioso perchè diventato avvocato, il resto per lui è una continua sfortuna come rimanere coinvolto in un giro di traffico di organi che come al solito si ripercuote negativamente sulla sua misera esistenza. è un personaggio che fa davvero tristezza, il fatto di non riuscire a risollevarsi e di dire definitivamente no alla dipendenza di eroina ci fa provare pena.
I protagonisti si incontrano e le vicende si intrecciano, il morto c'è e l'epilogo (un po' troppo) felice mi è anche piaciuto sebbene sia strano da parte di Welsh. Forse ha voluto dare una conclusione ai suoi personaggi lasciandoci felici di aver letto le loro avventure e senza troppa amarezza.