Morte di un apicultore
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" FORSE DOMANI "
Protagonista, un quarantenne ex insegnante con un piccolo podere nella solitaria campagna svedese e un buon numero di alveari.
La sua vicenda è ricostruita in base ad alcuni taccuini ritrovati.
Per disturbi di salute, si sottopone ad analisi mediche; ma, quando giunge la lettera con la diagnosi, decide di di non aprirla e di bruciarla.
Vive così tra alti e bassi, con momenti di intenso dolore fisico alternati a giorni di calma.
Nei mesi di isolamento 'recupera' parti salienti del proprio passato.
Secondo me, è proprio tale aspetto a rendere più interessante questo testo, redatto con una scrittura bellissima, essenziale, talvolta evocativa.
Il suo dolore relativizza i piccoli dispiaceri della vita. Sente che "ora si potrebbe cominciare a costruire nuovamente una qualche scala di valori" .
Trova conforto nel ripensare ai luoghi dell'infanzia. Poi riflette su "quella strana, quieta malinconia dell'adolescenza", deducendo di poter "ben passare attraverso un'altra adolescenza, allora". La relazione stessa con le figure femminili si ammanta di nuova consapevolezza.
Interessanti le riflessioni sul proprio modo di essere: "ho sempre avuto una così netta sensazione di 'essere al di fuori' , di essere in fondo un asociale, benché abbia sempre pagato le tasse (...). Persino il mio modo di reagire alla malattia è naturalmente asociale". E scopre che il bisogno di non aver a che fare con gli altri ha alla base "il rifiuto di accordare loro un certo genere 'di controllo' ".
Quella vita, che gli pareva trascorsa in modo scialbo e incolore, aveva avuto dunque uno scorrere sereno, a volte lieto, con una sua singolare pienezza.
Doveva toccare momenti estremi di sofferenza per accorgersene?
Comunque sia, "si può sempre sperare".
Indicazioni utili
letteratura nordica
Riflessioni di un apicultore
Questo libro ci propone le riflessioni, i ricordi di un apicultore che di fronte al dolore a alla malattia fa le analisi e decide di non volerne conoscere l'esito. Il lettore come l'apicultore non saprà l'esito fino alla fine del romanzo. Tuttavia la lettera bruciata fa sì che nascano riflessioni e considerazioni (interessanti) sull'esistenza oltre che alcuni ricordi. L'apicultore è un tipo particolare, nella sua vita non ha mai voluto abbastanza e nelle sue relazioni c'è sempre stato qualcosa di sbagliato o di mancante. Le riflessioni non sono nè scontate nè didascaliche. Sono anzi profonde e interessanti. Certo il libro è rivolto a chi ha voglia di riflettere. L'apicultore racconta anche un po' di sè ma non molto. Anche qui la sensazione è che Lars non voglia raccontare una storia, non voglia incantare il lettore. Lars riflette sulla sua vita e chi vuole lo segue in piena libertà. Non adotta artifici per catturare l'attenzione di nessuno anche se è abbastanza chiaro che potrebbe farlo con facilità. Anche nel romanzo come nelle sue relazioni con le donne il lettore ha ll'impressione che ci sia molto ma che manchi qualcosa.
"Ormai s'è sciolta così tanta neve che le pietre bagnate e le foglie marcescenti dell'anno passato incominciano a scorgersi dappertutto. Il paradiso me lo sono sempre immaginato asciutto e caldo, soprattutto non umido. In paradiso non esistono menzogne."