Mondo senza fine
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La Peste Nera blocca la nuova torre a Kingsbridge?
1327-1361.
Al centro della scena, sempre Kingsbridge, ma sono trascorsi due secoli dagli avvenimenti de " Pilastri della Terra". In un periodo storico in cui il Medioevo si avvia verso la conclusione, sono quattro i protagonisti destinati a vivere sulla propria pelle l'avvento della Peste Nera e l'ascesa di Edoardo III al trono inglese, mentre nella cittadina inglese fervono i preparativi per la costruzione di un nuovo ponte e della "torre più alta di tutta l'Inghilterra."
Sulla falsariga del romanzo precedente, ricorre imperitura la spaccatura ecclesiastica fra potere spirituale e temporale, mentre il contesto sociale di guerra e crisi socio-economica ingigantirà le ambizioni di alcuni personaggi a discapito delle (s)fortune e dei fallimenti di altri.
L'atmosfera di sottofondo si contraddistingue per fascino tematico e qualità estetica, ma le note negative non mancano: le 336 pagine in più rispetto al prequel sfociano in un aumento spropositato di sequenze statiche ridondanti e pleonastiche, con frequenti parallelismi che rendono ancora più tangibile l'impressione del 'già letto'.
Tuttavia, sebbene ci sia il rischio che la lettura possa divenire più un 'obbligo' di portare a termine la trilogia che un reale e sentito apprezzamento (s)oggettivo, la storia rimane piacevole nel suo complesso, anche grazie alla capacità di Follett nel dare vita ai suoi 'figli letterari' e a renderli beniamini del pubblico.
"Se non riesci a vederlo, può darsi che stia agendo in modo invisibile per danneggiarti.": un comando che Caris Wooler e Merthin Fitzgerald non dovranno mai dimenticare per il loro quieto vivere.
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Sei quanto di più vicino a un angelo abbiano mai c
Ed ecco che finalmente sono riuscita a leggere anche "Mondo senza fine"; mi era stato detto che fosse un livello sotto i "Pilastri della Terra", ma a mio parere non è assolutamente vero, anzi!! Per quanto mi riguarda, a dispetto del primo, non c'è neanche una frase che eliminerei perché nonostante la sua lunghezza (quasi 1300 pagine) questo è uno di quei libri che ti tiene sveglia la notte, che ti fa pensare: "cosa succederà adesso?" quando non puoi leggerlo, che ti mette un'infinita tristezza quando lo finisci perché vorresti continuare a far parte della vita dei suoi personaggi.
E' proprio questa la posizione che ti dà Ken Follet, ti sembra di far parte anche tu del libro, di essere nato e cresciuto con i protagonisti di questa meravigliosa storia che inizia con l'incontro tra quattro bambini, la notte di Halloween, i quali assisteranno accidentalmente ad un omicidio e da lì le loro vite saranno per sempre legate.
Fantastica anche l'ambientazione: il Medioevo, con l'arrivo della peste che decima la popolazione, con il potere della Chiesa, sempre in lotta con la Politica, con la guerra, la crisi economica e il fatto che la vita di un intera città debba dipendere dagli interessi di una sola persona.
Devo aggiungere che questo non è esattamente un continuo dei "Pilastri della Terra", ma ogni tanto compaiono dei riferimenti per quanto riguarda i personaggi, perché alcuni di essi sono i discendenti di quelli del primo libro e poi naturalmente non può mancare la famosa cattedrale costruita da Tom e completata da Jack a fare da sfondo a tutto il romanzo.
Ciò che mi ha colpito di più è l'amore, quello vero, profondo, che anche se provi in tutti i modi ad eliminarlo è sempre lì e prima o poi torna..questo è l'amore tra due dei protagonisti: Caris e Mertin, a cui si legheranno tutte le vicende e tutti gli intrighi che ci propone il nostro autore.
A questo punto non potete avere dubbi: leggetelo ed immergetevi anche voi in questo straordinario romanzo, vi assicuro che non ve ne pentirete
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Telenovela su carta...
Uno dei libri più brutti che abbia mai letto. Mi fu consigliato da un mio amico amante del genere e quindi decisi di leggero, ma vi confesso che non l'ho nemmeno terminato, mi sono talmente annoiato che non ce l'ho fatta. Si dice che se un romanzo non ti piace dalle prime 50 pagine, allora non ti piace affatto; io ne ho lette le prime 200 di "Mondo senza fine", ma mi sono talmente annoiato che ho deciso di smettere.
La trama consiste in elementi medioevali già visti e rivisti, banali e ripetitivi, sia per quanto riguarda le vicende e i personaggi, che per quelli paesaggistici e di ambientazione. Amore, segreti celati, ambizione smisurata di una mamma per il proprio figlio, ricchezza, potere e affetto genitoriale per il figlio più stupido e più crudele, mentre l'altro deve in qualche modo accontentarsi, caratteristiche ipocrite della classe ecclesiastica. Sono questi i temi che predominano e il lettore resta sempre più annoiato man mano che prosegue, ad ogni pagina ci si aspetta sempre una rivelazione, un punto di svolta, che però non arriva mai; sembra quasi che Follett abbia trovato uno stratagemma letterario per convincere i lettori che stanno avendo una lettura piacevole, quando in realtà può essere definita solo noiosa.
Si potrebbe obiettare a queste critiche affermando che è puramente una questione di generi e che questo particolare genere consiste sostanzialmente di questi elementi, ma qui non si parla affatto di generi, piuttosto si parla di incisività di lettura, totalmente assente in questo romanzo. Lo vedi, inizi a sfogliarlo e subito ti chiedi quanto tempo impiegherai a leggerlo dato che è un libro di circa 800 pagine, ma dopo averne lette una decina, ti rendi conto che in realtà sono pochissime poichè è una lettura estremamente leggera; sono fermamente convinto che anche un ragazzino di terza media potrebbe leggere almeno 100 pagine al giorno di questo libro, trovandolo oltretutto seccante.
Penso che sia il classico libro fatto per vendere subito milioni di copie, che non ti da nulla, la cui lettura non ti offre nulla di nuovo. I libri davvero belli ti trasportano, non riesci a smettere di leggere, vieni catturato sia dallo stile particolare dello scrittore che dalla trama e dopo che li hai conclusi, ti senti una persona migliore, indipendentemente dal genere a cui appartengono. E' assolutamente superfluo che vi dica che "Mondo senza fine" non è tra questi.
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Follet - un nome, una garanzia!
Ken Follet non sbaglia un colpo! anche questa volta mi ha lasciata a bocca aperta!
un libro molto strutturato, ricco di dettagli che ad ogni passo vanno al loro posto come in un puzzle. poi follet scrive lineare, perciò non c'è da scapicollarsi per capire un suo romanzo. non mi sento di dire che possa essere realmente il seguito de "i pilastri della terra"; diciamo solo che riporta alcuni nomi e una filosofia uguale ma nulla di più, questa è una storia a sè.
Mi sono piaciuti molto i personaggi, come sempre quando leggo questo autore. Sono definiti, ognuno con un suo carattere sempre coerente, ben specificato; hanno atteggiamenti che rispecchiano il loro essere, non sembra di leggere una storia inventata, ma sembra che qualcuno ci stia raccontando gli avvenimenti di varie persone che gli sono successi l'altro ieri!
Non mi dilungo sulla trama, non avrebbe senso visto che è riportata più e più volte. Do solo un consiglio: leggetelo! Per voi, per il vostro bagaglio culturale. Follet lascia sempre una scia di sapere dietro di sè!
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Lineare...fin troppo!
Non è al livello de "I Pilastri della Terra" ma è pur sempre un bel libro.
La storia è molto semplice, fin troppo. Le dinamiche sono tipiche di ogni romanzo di Follett. La continua lotta dei più deboli per difendersi dai più potenti, che, spesso, si dimostrano crudeli per il solo gusto di esserlo.
Se fosse stato il primo dei due libri probabilmente il voto sarebbe stato più basso. La storia vive un bel po' di rendita grazie al successo, e alla bellezza, de "I Pilastri della Terra". In ogni caso è un libro semplice che, nonostante le 1300 e più pagine, si legge facilmente. Alcuni passaggi (di anche più di 100 pagine) potevano essere eliminati. Tutto il viaggio in Francia all'inseguimento del Re è descritto in tantissime pagine e poi viene liquidato grazie alla fine di un capitolo. Certamente non la cosa più bella per il lettore.
In ultima analisi: la descrizione della peste, centrale in questo libro, non trasmette tutto il senso di dolore e angoscia che invece si percepisce nei Promessi Sposi.
In ogni caso mi sento di dire che è un bel libro e lo consiglierei a tutti gli appassionati del genere.
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Prendere o lasciare
Un libro audace, sia per quel che riguarda l'argomento trattato (talmente sfruttato in letteratura che ogni volta che se ne scrive l’autore di turno deve per forza confrontarsi con le decine, centinaia, di suoi colleghi che ne hanno scritto, ne scrivono e ne scriveranno), sia per le dimensioni del volume (il numero di pagine da cui è costituito un libro generalmente è inversamente proporzionale alla voglia che viene di leggerlo), sia infine, perché, diciamoci la verità, Ken Follett un libro così l’aveva già scritto!
Un libro audace dunque ma non per questo privo di appeal. Se uno dei suoi lati negativi infatti è quello di essere veramente troppo simile a I Pilastri della Terra, uno positivo è sicuramente quello che, traendo dalla somiglianza col precedente romanzo, ne riporta anche tutti i pregi : lo stile discorsivo (per chi piace), l’abilità dell’autore di trattare tematiche spesso e volentieri considerate “pesanti” in maniera divertente e accattivante, una trama dal ritmo sostenuto (malgrado le mille e più pagine) e sicuramente la completezza dell’informazione storica in esso racchiusa che svela un accurato lavoro di ricerca.
Certo il grosso del lavoro Follett l’avrà fatto soprattutto prima della stesura dei Pilastri, mentre qui si sarà limitato a rispolverare i vecchi appunti, tuttavia non si può proprio dire che in questo mastodontico sequel manchi qualcosa: guerre, epidemie, estremismo religioso, superstizioni, intrighi politici e passioni promiscue, c’è veramente di tutto, dai più banali cliché del tempo a le trovate più ingegnose, sì proprio di tutto… anzi c’è perfino troppo! Tanto che l’autore per tentare di contenere la sua vena creativa a tratti è costretto ad operare dei veri e propri tagli nella narrazione che coincidono con dei salti di diversi anni nella vita dei protagonisti e che ogni volta lasciano il lettore perplesso e stranito, costantemente in lotta in uno strenuo tentativo di riorganizzare l'idea mentale che si era creato dei principali attori e dei luoghi in cui si svolgono i fatti.
Forse questo doveva essere un effetto voluto, forse proprio in questi bruschi balzi nell’intento dell’autore doveva risiedere la novità rispetto agli altri romanzi di questo genere: una narrazione spezzata che si concentra in singole frazioni di pochi anni lungo un’ intera vita. Bella idea, ma bisogna essere in grado di realizzarla, altrimenti…
D’accordo qui non siamo di fronte a un miscuglio anacronistico di fatti slegati anzi, la trama alla fine regge, tuttavia si ha l’impressione di trovarsi di fronte sempre a un qualcosa di sbilanciato, poco definibile e difficilmente collocabile in un genere o un ambito specifico: il romanzo è scritto con uno stile troppo canonico per concedere una pur minima sperimentazione ma d’altro canto ha un contenuto troppo spezzettato e frastagliato per essere annoverato tra i romanzi comuni. Il risultato finale è quello di un buon libro ma che pare intrinsecamente inclassificabile e difficilmente etichettabile; se l'autore infatti avesse abbracciato un arco di tempo inferiore sarebbe stato un libro più incisivo, se invece si fosse dilungato maggiormente sarebbe risultata una cronaca più fedele e magari ci sarebbe stato spazio per quella introspezione psicologica che, come molti hanno già fatto notare, è praticamente assente, ma così tagliato e stiracchiato invece risulta una strana via di mezzo, ne carne ne pesce.
Dunque che cos’è Mondo senza fine? Come si può definire?
Come si è già detto è senza dubbio un libro audace, ma è anche un libro contradditorio che conta più di mille pagine eppure scorre veloce verso l’adeguato finale, che pur facendo della semplicità descrittiva il suo punto di forza lascia il lettore con insolubili interrogativi circa il suo significato e ancora che, pur parendo “affettato grossolanamente” tra una capitolo e l’altro per questioni probabilmente di spazio, di volume e di tempo, cela tra le righe una cura per il dettaglio fuori dal comune.
Questo è Mondo senza fine, un libro che riporta già nel titolo la risposta alle domande che genera: “senza fine”, già… proprio come la costante contraddizione che pare provocare, proprio come i dubbi che pare suscitare e proprio come l’incontestabile fascino che, nonostante tutto, pare possedere. Prendere o lasciare.
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Amore senza fine
Ero proprio curioso di leggere il seguito del capolavoro storico “I Pilastri della Terra” , “Mondo senza fine” ma come tutti i seguiti, una selva di dubbi mi opprimeva, questo ha fatto si che il tomo di 1300 pagine abbondanti giacesse nella più totale indifferenza tra i miei titoli: considerati da leggere.
“Dubitando ad veritatem pervenimus.”
Dando fondo al coraggio e confidando nel mastro affabulatore per eccellenza ho impugnato il mattone e, mi ci sono dedicato anima e corpo, come sempre Follet non mi ha deluso in termini stilistici e di contenuti.
A parte qualche semplificazione, l’ambientazione e i cenni storici non che il vissuto, sono descritti in maniera eccezionale, con profondità realismo, senza edulcorare il vissuto quotidiano che spesso viene semplificato o addirittura tralasciato nei romanzi storici.
C’è da dire però che per le prime cinquecento pagine si è prepotentemente all’ombra de ”I pilastri della terra”, e a mio parere sono troppe, anche perché non c’è motivo di ribadire cose già note ai lettori, togliendo il gusto del cameo, e in secondo non c’è motivo di continuare a spiegare e citare fati e cose che chi, a suo malgrado, non ha letto il precedente non potrà apprezzare.
Quindi 500 pagine di parole ipnotiche dove sembra di rivivere in parte il predecessore, con forti richiami e riferimenti a fatti e personaggi già descritti nel passato. Poi di colpo la luce, finalmente la vicenda si dipana e il tutto prende forma, tutto comincia ad assumere una sua identità . E ci volevano 500 Pagine ??? mah…
La vicende prende piede, ognuno dei quattro protagonisti diventa importante per la trama, ma anche in questo caso direi per correttezza due protagonisti principali e due sono protagonisti secondari. La contorta storia d’ amore tra Caris e Merthin è il collante principale di tutti i cocci di questo vaso di pandora. Gwenda e Ralph li ho visti come protagonisti solo nella prima parte, poi il tutto si è perso e sono diventati dei comprimari.
In poche parole un bel romanzo, un testo che raggiunge vette altissime, in particolare nel comparto storico architettonico, ma che come trama soccombe al precedente. Lo raccomando a chi ha gia letto il precedente, e lo consiglio a chi è ancora all’ oscuro.
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bello ma non È una continuazione
Avendo letto i pilastri della terra ed avendo scoperto che questo era il seguito mi son sentito in "dovere" di leggerlo essendo che il primo libri mi è piaciuto moltissimo.
Sicuramente la storia raccontata è bellissima e molto molto coinvolgente, cosa comune a tutti i libri di follet ho scoperto. I personaggi sono come al solito descritti benissimo ed è bello vederli evolvere e lottare tra varie avversità nel corso della loro vita.
Il modo di scrivere, o come si evolve la storia, è simile ai pilastri della terra ma con elementi, secondo me, più deboli. Nei pilastri della terra la cattedrale era un elemento fondamentale della storia, qui invece il ponte e la torre lo sono molto meno. Nei pilastri della terra il segreto svelato nelle ultime pagine del libro è determinante per la storia ed il suo evolversi, qui invece quando scopriamo il contenuto della lettera questa è quasi ininfluente.
Quelli sopracitati non sono difetti che lo rendono poco piacevole ma, secondo me, meno piacevole del primo libro di follet, con cui ovviamente sorge spontaneo il paragone.
La cosa che meno mi è piaciuto è che questo debba essere il seguito dei pilastri quando non ha nulla a che fare con la storia di 200 anni prima. I personaggi son lontanamente imparentati ma questo non influisce minimamente sulla vita dei protagonisti, o quasi. Una persona potrebbe tranquillamente leggere prima questo e non notare nemmeno che avrebbe prima dovuto leggere il primo libro. Avrei preferito che il seguito riguardasse i figli di aliena e jack o simili, questa poteva essere un libro a parte, mi sembra forzato proporlo come seguito.
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Un presepe bruegeliano
A parte ovviamente le dimensioni, leggere questo libro mi ha dato le stesse sensazioni dell'osservare un presepe, con tanti personaggi, descritti e caratterizzati da mille particolari: monaci, mercanti della lana, cavalieri dalle calzabraghe bicolori, carpentieri. E' come se fosse un puzzle di un quadro di Bruegel, ambientato in un'atmosfera medievale, fatta di intrighi e completti, battaglie descritte anche da punti di vista diversi, carestie, con sullo sfondo anche le belle immagini di una Firenze dove fiorisce l'architettura e le tristi conseguenze dell'epidemia della peste. Splendida ambientazione e ricchezza di particolari. Personaggi memorabili e, fra tutti, il mio prefetito è Caris, donna veramente molto forte, come emerge dalla vigorosa autodifesa dall'accusa di eresia: da quel momento me ne sono innamorata.
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I pilastri 2?
Come è ovvio che sia, quando si parla di questo libro, spunta continuamente fuori qualche riferimento ai pilastri e di sicuro non è difficile capire il perché.
Il buon Ken ci pone davanti un altro viaggio nella vita medioevale inglese, ricco di dettagli che non possono non lasciare i patiti con la bocca aperta; uniti ,poi, a continui richiami verso Jack il costruttore e il priore Philip, suscitano un meraviglioso senso di nostalgia che rende molto la profondità dei due libri.
La trama, nonostante non brilli in spettacolarità, è ben strutturata e decisamente coinvolgente...in certi punti è impossibile non lasciarsi sfuggire qualche imprecazione verso le continue vittorie dei "Cattivi" ;)
Non bisogna lasciarsi scoraggiare dalla mancanza di chiarezza e fluidità delle prime 100 pagine e continuare ad andare avanti sapendo che girando ancora qualche pagina la storia si srotola e comincia ad avere un senso.
Inoltre sono rimasto piacevolmente colpito dalla somiglianza tra i personaggi dei due libri.
In conclusione un signor libro, con qualche pecca ma da leggere assolutamente.
Eheh che vi aspettavate un altro "Pilastri della Terra"? ;D