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In una Cambridge agitata dai primi fermenti della contestazione, Serena studia matematica ma riversa le sue ambizioni letterarie in un giornale studentesco dove cura una rubrica editoriale. Scrivendo di libri scopre di essere diversa dalla massa dei suoi coetanei, generalmente orientati a sinistra: recensisce entusiasta Solzenicyn, Milosz, Koestler e tutti gli altri autori che, direttamente o indirettamente, criticano o soffrono la censura del blocco sovietico. Nel frattempo intreccia una relazione con un professore di storia, Tony Canning, una spia.



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Miele 2017-09-10 20:00:31 Juliette Wall
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Juliette Wall Opinione inserita da Juliette Wall    10 Settembre, 2017
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McEwan, maestro dell'armonia

Il background è la Londra della guerra fredda: il clima tetro e diffidente pervade ogni pagina.
La protagonista, Serena Frome, nonostante sia di nota bellezza, rimane quasi sempre insipida nelle serie vicende di famiglia, nelle sue relazioni clandestine, nelle menzogne del suo ufficio. Un personaggio mite, ma in cerca di attenzioni, priva di sicurezza, sebbene assertiva nei suoi obbiettivi, in particolar modo nel cercare di ottenere l'approvazione del prossimo.
La spy story è insolita, non è amore ostacolato, non è ardente: l'autore non ne decanta le gesta, ma ne riporta i fatti magistralmente, come un cronista. A causa della sua "mancanza di tatto", le azioni sono immediate, senza troppi giri di parole, fronzoli o palpitazioni eccessive: uno stile semplice e disarmante, eppure raffinato, che rende il racconto scorrevole, che ti spinge a leggerlo fino all'ultima pagina.
L'ultima pagina: l'essenza di Ian McEwan.
Autore anche di "Espiazione", simile nella prosa, oltre che nella struttura: una stesura lineare che giunge ad un finale sorprendente, che mette in discussione tutte le "certezze" ,delineatesi nel lettore sino a quel momento.
Inoltre, avete presente il metateatro? Il teatro nel teatro? Ebbene, è ciò che accade qui: storie nelle storie.
Ma queste storie hanno un sottile legame con la realtà, non destinato a rimanere invisibile.
Certamente non lo annovero nella lista dei miei libri preferiti, perché preferisco generi più travolgenti e sopratutto coinvolgenti, aggettivi che a mio modesto parere non gli appartengono; lo consiglio per la purezza e la nitidezza della scrittura.

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"Espiazione" (McEwan); "The Hours" (M. Cunningham)
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Miele 2016-01-05 19:37:36 silvia t
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silvia t Opinione inserita da silvia t    05 Gennaio, 2016
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Miele

Ho aspettato ad aprire quel libro di averne in mano un altro dello stesso autore, una sorta di scaramanzia per tenere in vita il più a lungo il mio autore contemporaneo preferito: Ian McEwan.
Prima lo facevo con Marquez, non ho il coraggio di leggere “il generale nel suo labirinto” ultimo testo rimasto della sua bibliografia, anche se ormai la magia si è dissolta e gli spiriti si sono portati via la meraviglia che incarnava.
Mi sono così apprestata a leggere “Miele”: da tempo la ragazza in copertina, che con aria furtiva si guardava indietro, sembrava chiamarmi; ho risposto alla sirena e non sono rimasta delusa.
Fin dalle prime pagine le parole danno l'impressione dell'opera d'arte, di essere al posto giusto e di avere un ruolo preciso.
La bravura di McEwan è qui esaltata dalla scelta di utilizzare come co-protagonista uno scrittore, utilizzando i di lui racconti all'interno della storia, infatti, a mio avviso, il racconto o il romanzo breve è senza dubbio la forma in cui l'autore inglese eccelle, anche se ho adorato tutti – o quasi – i suoi romanzi.
I personaggi descritti sono verosimili, pur galleggiando a mezz'aria in un mondo rarefatto che sembra appartenere alla fantasia più che alla realtà, ma riescono a trasmettere attraverso un silenzio un mondo, il loro mondo e lo mettono a disposizione del lettore introducendolo, con calma, in una dimensione sconosciuta, nel mondo dello spionaggio, del sospetto e della meschinità.
La leggerezza che, però, infonde lo stile semplice arricchito di un lessico mai banale, rende il romanzo indimenticabile, per la purezza con cui Serena, la protagonista ci viene restituita nel finale, inatteso e sorprendente.
La maestria di McEwan si manifesta sopratutto nella sua versatilità, riesce ad adattarsi ad ogni stile e in ogni occasione crea qualcosa di unico e particolare.
Come accennato poc'anzi la scelta di inserire racconti all'interno della trama esalta la sua scrittura, ma senza calcare la mano in un virtuosismo fine a se stesso in cui sarebbe stato molto facile cadere, il tutto risulta fluido e il lettore vive le emozioni con Serena, come in un gioco di specchi, come filtrate da quelle parole che sembrano rimbalzare su più mura e arrivare ovattate fino alla conclusione, fino all'ultima pagina.
Un McEwan in ottima forma, un libro da non perdere, uno dei migliori autori contemporanei.

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Miele 2015-01-29 17:40:37 PICCOLO P.
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PICCOLO P. Opinione inserita da PICCOLO P.    29 Gennaio, 2015
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Superficiale

Forse, avendo voluto provare McEwan , ho iniziato dal libro sbagliato. Il romanzo ruota attorno ad una spy story a sfondo letterario con intrecci amorosi, credo volutamente sviluppato in maniera leggera dall'autore. In realtà lo sviluppo resta superficiale, e a una trama senza grossi colpi di scena viene abbinata una protagonista senza grande personalità, che si infatua dei protagonisti maschili uno dopo l'altro senza che si sia capito come ciò sia potuto accadere. Anche la prosa è priva di lucentezza, omologandosi ad un giudizio secondo me insufficiente di questo romanzo valido come passatempo. Non consigliato

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Miele 2013-03-11 09:55:41 Elena75
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Elena75 Opinione inserita da Elena75    11 Marzo, 2013
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COINVOLGENTE MIELE

Serena Frome, figlia di un vescovo, laureata in matematica non per sua scelta, giovane e bella e... che si innamora di ogni uomo che incontra. Per questo la sua missione Miele è destinata a non aver successo. E' la prima opera che leggo di Mcewan e devo dire che mi ha preso da subito, comunque alla fine è anche una storia d'amore condita da spionaggio e affari segreti per cui la protagonista ,pur accettando l'incarico, fa capire immediatamente di non essere in grado di assolvere ai suoi compiti.

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Miele 2013-01-20 20:43:03 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    20 Gennaio, 2013
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Miele di Ian McEwan

“Miele”, l’ultimo romanzo di Ian McEwan, è un’opera complessa che offre molti spunti per una discussione sulla funzione dell’arte in generale e dell’arte in relazione alla politica e alla ragion di stato in particolare.
La protagonista, Serena, figlia di un Vescovo, educata secondo i saldi principi borghesi, costretta a trascurare la sua predilezione per le lettere e a laurearsi in Matematica a Cambridge, ottiene un incarico presso l’MI5 : siamo negli anni settanta, l’Inghilterra è in piena crisi energetica, il movimento indipendentista nord-irlandese è molto attivo, si sviluppa e si estende la guerra fredda culturale.
La missione consiste nel dover reclutare scrittori e intellettuali che possano fare propaganda a favore dell’occidente, contro il blocco sovietico.
McEwan cela, dietro la forma della spy-story, una pesante critica di ciò che può essere l’arte dello scrittore laddove sia strumentalizzata a fini politici.
Già in Espiazione avevamo assistito alla mistificazione artistica creata dalla protagonista Briony, che tradiva un giudizio negativo dell’autore sull’arte come finzione. Qui questo giudizio appare in tutta la sua evidenza, non solo nella trama principale, ma anche in quei racconti, che ci vengono riportati come creazione del personaggio di Tom Haley, che possono essere considerati dei brevi romanzi nel romanzo, secondo la migliore tradizione inglese.
In ognuno di questi racconti, il protagonista, che sia il gemello che si sostituisce al fratello parroco, o l’individuo che viene preso da passione per un manichino, o il marito che ama più appassionatamente la moglie dopo essere venuto a conoscenza della sua disonestà, è la menzogna a trionfare. Ciascuno di questi racconti diventa simbolo e metafora del romanzo in cui è inserito.
La necessità dei Servizi Segreti di finanziare, senza svelare loro il vero fine dell’operazione definita Miele, autori perché scrivano opere che esaltino i valori del mondo occidentale, in contrasto con quelli rappresentati dal comunismo sovietico, ripropone la distinzione tra intellettuale tradizionale e intellettuale organico. È ovvio che l’intellettuale che si mette al servizio del potere, di qualunque segno esso sia, diventa organico a quello stesso potere. In questo romanzo si accenna all’opera di Orwell, sia al suo “La fattoria degli animali”, sia a “1984”. Con lui se ne citano altri. La necessità di tenere nascosta la finalità dell’operazione, riscatta in un certo senso una parte del mondo artistico, che, se consapevole, non avrebbe messo la sua opera al servizio del potere politico.
L’accenno all’inganno è esplicito in alcune frasi pronunciate dai protagonisti del romanzo: la creazione artistica vista come inganno è eredità della cultura puritana britannica, e risale al teatro elisabettiano.
Significativo è anche l’accenno esplicito a Mallarmé e alla sua teoria della “pagina bianca”, nelle parole di Haley. Diceva Mallarmé : “L'opera poetica è miracolosa come la creazione, ma al termine d'una faticosa ascesa non v'è che il nulla, la pagina bianca, il silenzio.” Un sogno di purezza, questo, e di distacco dal mondo, negazione della mistificazione artistica, che McEwan sembra palesemente condividere.

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Miele 2012-11-22 21:15:32 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    22 Novembre, 2012
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Miele Britannico

Ambientato nei primi anni ‘70 alternando una piovosa e fredda Londra poco riscaldata e male illuminata , vittima cosciente delle restrizioni di una profonda crisi energetica ed una romantica Brighton tra i suoi moli, le onde grigie e il canto dei gabbiani.
Serena Frome, bionda giovane e bella, una laurea in matematica e un Pigmalione nel suo cuore.
MI5 l’eredita’ del suo uomo, sigla di un’un agenzia dell’intelligence britannica.
Miele nome in codice di una missione segreta.

McEwan narratore di classe, penna brillante e tessitrice, propone una corposa spy story.
Molto inglese lo stile, scrollatevi di dosso l’idea di movimento americano, colpi di scena e salti mortali. Questo libro e’ decisamente British. Molto inglese nei colori come nello stile, un gentleman pacato ed elegante che ti lega e ti imbriglia, ma con movimenti moderati.
Ho avuto qualche fugace mancamento durante la lettura, a tratti mi pareva prolisso ma McEwan scrive bene, talmente bene che anche la calma diventa movimento.
Qui non predomina il caos. Bisogna guardarsi alle spalle, sospettare di tutto e tutti.
Questa e’ la guerra fredda, combattuta in silenzio. Questa e’ la guerra intellettuale.
Combattere i nemici e arruolare le masse attraverso bombe di carta.
Che non fanno rumore, ma fanno effetto.

Spunti storici reali abilmente romanzati, Miele non e’ solo spionaggio e manipolazione, e’ anche una bella storia d’amore.
Passare quasi una settimana con Miele e’ un lungo viaggio, quando finisce , manca.

Buona lettura

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Miele 2012-11-20 19:19:57 guido antonioli
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Opinione inserita da guido antonioli    20 Novembre, 2012

il solito, grande, McEwan

Ad un terzo del libro mi ero detto che McEwan scriveva sempre da Dio, che la protagonista era più che credibile, che gli altri personaggi erano intriganti, che lo sfondo era storicamente ben delineato, che il libro si faceva leggere bene, ma che in fondo si trattava "solo" di una storia d'amore neppure troppo orginale nei suo aspetti più profondi. Ed invece, arrivato alla fine, ho gioito per il colpa di scena finale, che non appartiene tanto alla trama, quanto alla narrazione stessa del libro, costringendo noi lettori a mutare il nostro punto di vista già ripensando le prime righe del romanzo e poi, via via, tutti i personaggi e la stessa fonte della narrazione. Un po' - ma diversamente! e ovviamente non vi dico il modo - come in Espiazione. Questo autore è veramente geniale. E il piacere che dà è notevole. E per una volta non finisce tutto in tragedia o nel nichilismo.

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