Mia nonna saluta e chiede scusa
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I sogni, la fantasia per ripare la realtà
" Maud prepara i sogni, perché quando il buio è troppo grande per farcela, e troppe cose si sono rotte in troppi modi perché si possano riparare, Maud non sa davvero che arma usare se non i sogni.
Quindi fa così. Un giorno alla volta, un sogno alla volta. Si può pensare che sia giusto e si può pensare che sia sbagliato. E di sicuro si ha ragione in entrambi i casi. Perché la vita è sia complicata che semplice.
Per questo esistono i biscotti."
Ho scelto questa frase per introdurre il libro. Una frase che può sembrare incomprensibile, ma che secondo me rappresenta l'essenza del romanzo: una splendida esperienza di lettura dai toni magici, fiabeschi ma anche molto terreni.
Parlare di questo libro è davvero difficile perché dentro di me appena ho chiuso l'ultima pagina sono esplosi due sentimenti contrastanti: la tristezza di sentirmi orfana di una lettura meravigliosa, la gioia per aver avuto la fortuna di incontrare questo scrittore e questo libro che si legge tutto di un fiato e le 400 pagine scorrono veloci veloci senza lasciare mai spazio per un pausa.
La voce narrante è quella di Elsa la bambina di quasi otto anni che si ritrova ad affrontare la morte della nonna, una nonna speciale, diversa così come lo è Elsa.
La diversità e non solo visto che di temi nel romanzo ce ne sono tantissimi, è il tema preponderante del romanzo. La diversità è sinonimo di speciale.
La diversità di Elsa che in quanto tale viene perseguitata dai bambini della scuola che lei chiama "Intelligentoni".
"Non c'è niente di male a essere una bambina diversa, la nonna diceva che solo le persone diverse cambiano il mondo!"
"Elsa invece è diversa. E se i superpoteri fossero una cosa normale ce li avrebbero tutti."
La diversità della nonna:
"La nonna ha settantasette anni .... Dicono che la nonna sia pazza, ma in realtà è un genio. E' soltanto un pò fuori di testa. Faceva il medico, ha vinto dei premi ... Andava nei posti peggiori del mondo nel momento in cui tutti gli altri scappavano, salvava vite umane e si batteva contro il male in ogni angolo del pianeta. Come fanno i supereroi. "
"La nonna di Elsa viveva ad una velocità diversa dagli altri. Funzionava in modo diverso. Nel mondo reale nell'ordine, lei era il caos. Ma quando il mondo reale crolla, quanto tutto diventa caos, a volte le persone come la nonna possono essere le uniche che funzionano. Era il suo superpotere."
"Tutti i bambini di sette anni si meritano dei supereroi. E' così e basta. E chi non la pensa così è fuori di testa.
La nonna di Elsa lo dice sempre."
La diversità degli inquilini del palazzo di Elsa, ognuno con il suo superpotere, che potremmo riassumere per noi intelligentoni: ognuno con le sue qualità.
Con la morte della nonna e per volontà unilaterale della nonna Elsa si trova, senza deciderlo, a seguire una caccia al tesoro.
Elsa deve consegnare delle lettere ad ogni inquilino dello stabile, in ogni lettera la nonna appunto saluta e chiede scusa.
Le scuse della nonna sono legate al suo vissuto e mano mano Elsa scoprirà le diverse storie reali, intrecciate tra loro di ogni inquilino. Una serie di scoperte che permetteranno ad Elsa di ridipingere il quadro della vita della nonna prima della sua nascita e che non la lasceranno indifferente.
Il lettore accompagna Elsa in questo viaggio, mano mano tenendole la mano, standole dietro, osservando con i suoi occhi, ascoltando con le sue orecchie, rimanendo incollato alle pagine.
E Backman ci regala una storia ed una fiaba, perchè ogni personaggio nella realtà è identificato con un personaggio del mondo fantastico e fiabesco, anzi dei mondi fiabeschi (ben sette) che la nonna ha raccontato ad Elsa nel corso della sua infanzia attraverso il loro linguaggio segreto.
Backman è magistrale nel passare da un piano all'altro: dalla fiaba alla realtà e viceversa:
" Elsa non sa se questo significhi che la nonna ha preso tutte le sue storie dal mondo reale e le ha ambientate a Miamas oppure se le storie di Miamas sono diventate così vere che le creature sono arrivare fino nel mondo reale..."
" Elsa si ricorda che la nonna diceva sempre che "le fiabe migliori non sono mai del tutto vere e mai del tutto inventare" Era questo che intendeva dicendo che sfidano la realtà. Per la nonna non esisteva niente che fosse al cento per cento l'uno e l'altro. Le fiabe erano del tutto reali e al tempo stesso del tutto irreali."
La scelta della nonna di raccontare ad Elsa una fiaba, tante fiabe, un mondo di fiabe come metafora del mondo reale nasce dal fatto che la realtà supera di gran lunga la fantasia e le storture della realtà vissute dalla nonna medico possono essere raccontate ad una bambina solo attraverso le fiabe e forse anche la nonna riusciva a superare il dolore e la sofferenza della realtà sublimandola con le fiabe per poter continuare ad aiutare le persone nel mondo e non soccombere al dolore ed alla perdita:
"Il più grande potere della morte non è far morire le persone, ma far desiderare a quelle che rimangono di smettere di vivere."
Ad un certo punto infatti Backman scrive:
"E' troppa realtà per una bambina di quasi otto anni. Troppa quasi per chiunque di quasi qualunque età".
Elsa è un personaggio fantastico.
La nonna è un personaggio fantastico ma all'inizio non lo avevo compreso perchè le bizzarre trovate della nonna mi lasciavano interdetta, sospesa, da brava intelligentona non riuscivo a dare un senso a tutti gli "eccessi" della nonna.
Ma Backman ce lo dice subito, lo spiega con grande chiarezza, nelle primissime pagine del libro:
"La nonna è una di quelle persone che ci si porta in guerra."
"La nonna è al suo fianco. Le impedisce di chiedere scusa. Le impedisce di prendersi la colpa. La nonna non dice mai ad Elsa di fregarsene ..."
E mi chiedevo: come può una nonna portare la nipote, anzi spingere la nipote in guerra con quei coetanei che la perseguitano, sarebbe meglio far finta di niente.
Poi leggendo il libro ho compreso, ho capito: la nonna è un personaggio fantastico, lei difende la nipota ma soprattutto la diversità.
E' la diversità che ci rende unici, speciali, supereroi, persone che possono fare la differenza e se tale diversità viene perseguitata non è possibile stare zitti e subire o peggio fare finta di niente.
E la nonna non lo fa mai: "I classici della nonna erano sempre per Elsa"
Tutte quelle che noi intelligentoni definiamo "bizzarre trovate" sono fatte dalla nonna con un unico scopo fronteggiare chiunque o qualunque cosa possa distruggere la diversità, la diversità che ci rende unici. Ad ognuno il suo superpotere che deve essere difeso, custodito, valorizzato, utilizzato.
" E' davvero impossibile essere furibondi con qualcuno che è pronto a diventare un terrorista per la propria nipote"
Elsa ad un certo punto riconosce che gli "intelligentoni" ce l'hanno tanto con lei probabilmente perché lei li affronta e non si sottomette, lei protegge la sua diversità e questo lo ha imparato con la nonna.
Del resto la stessa nonna ha dovuto combattere con chi voleva farla fermare, arretrare, smettere di utilizzare il suo superpotere, quello di saper salvare vite umane nel caos e nel buio più profondo. Ed è proprio la mamma di Elsa che le dice:
"La gente non avrebbe mai detto che tuo nonno era un cattivo papà se fosse stato lui a girare il mondo per salare vite invece che tua nonna..."
La nonna ha dovuto lottare anche con il proprio senso di colpa per aver dovuto lasciare la sua unica figlia, la mamma di Elsa, per intraprendere i lunghi viaggi nel mondo nella sofferenza, nella morte perchè lei è un medico e ha il dovere di andare dove la sofferrenza chiama.
La nonna e la mamma di Elsa, madre e figlia, due essere così vicini e nello stesso tempo così diversi nel modo di vivere. Una figlia organizzata, pragmatica, terrena, una madre che sa dare il meglio di sè solo nel caos e che vive apparentemente in modo caotico e quasi fantastico.
Ecco quindi che la caccia al tesoro di Elsa diventa anche il modo con cui la nonna chiederà scusa alla sua unica figlia ed Elsa lo capisce quasi da subito:
"Dobbiamo consegnare tute le scuse della nonna per la mia mamma. Perché spero che le ultime scuse siano per lei."
Una storia piena di sorprese, in continuo divenire dove la fantasia e la realtà si intrecciano, dove il mondo fiabesco ed il mondo terreno si alternano continuamente, dove compaiono tanti e diversi personaggi, una storia unica, speciale, fantastica, da leggere.
Spero che anche voi possiate scoprire Elsa e la nonna ed amarle, come ho fatto io.
Spero che possiate incontrare la bellezza delle parole di Backman il cui superpotere è saper regalare al lettore un'esperienza di lettura unica.
E chiuso proprio con le sue di parole:
" Perchè per certi versi si può ben dire che tutto quello che capita alle persone di questa fiaba una volta che è finita è molto complicato, ma per altri versi si può dire che non lo è affatto. Perché la vita è molto complicata e molto semplice allo stesso tempo. Per questo esistono gli stati di Facebook"
Indicazioni utili
Quell'addio che non è altro che un arrivederci.
«Non sei più una bambina piccola, Elsa. Dici sempre che ti devo trattare da adulta, quindi smettila di rispondere come una bambina. Perché devi fare a botte con i compagni?» Elsa gioca con la guarnizione della portiera. «Perché mi sono stancata di correre» p. 75
Elsa ha poco più di sette anni quando il suo supereroe, la nonna, muore. Matura, particolarmente intelligente, saggia e colta, è considerata una diversa e per questo spesso è costretta a scappare e/o a difendersi dalle vessazioni dei compagni nonché a rifuggire dagli adulti che, intimoriti da questa sua mente arguta, tendono ad allontanarla. Ma è anche una bambina fantasiosa, una bambina che fa di Miamas, un mondo almeno in principio inventato dalla sua eroina, la linfa vitale. Questo è il luogo dove tutto accade, dove la consuetudine è invertita, dove creature mitiche e meravigliose convivono con propri schemi e principi. In comune con il suo modello ha la scarsa passione per le regole, per la banalità per la monotonia e la ripetizione del quotidiano. Perché la nonna, che ha vissuto quasi tutte le avventure di Harry Potter, è il caos, perché la madre, che ha contrasti con la prima per rancori e dolori radicati, è l’ordine.
Ed è quando questa viene a mancare che la piccola si rende conto di aver conosciuto soltanto una parte di lei. Ed è quando questa viene a mancare che ha inizio una nuova fiaba, una inaspettata avventura: Elsa si riscopre prima attrice di una favola in cui il suo compito è consegnare le lettere di scusa della madre della madre a quelle persone che sono state importanti nel suo trascorso e che attualmente risiedono nel condominio-castello in cui tutti i protagonisti vivono.
Sempre in bilico tra realtà e finzione, si materializzano personaggi che finiscono con il diventare i veri amici della solitaria e isolata bambina. Conoscerà – sempre accompagnata dalla sua irrinunciabile sciarpa di Grifondoro – Cuore di Lupo, il Wors (che nasconderà in cantina), la donna con la gonna nera, l’alcolista, il cacciatore di sogni, il Troll, Orah, il bambino con la sindrome, la poliziotta dagli occhi verdi e chi più ne ha più ne metta! E imparerà, ancora, che «non tutti i mostri sembrano mostri. Ce ne sono alcuni che i propri mostri se li portano dentro».
Nel mentre deve fare anche i conti con “Metà” il fratellastro di cui la madre e il nuovo compagno, George, uomo completamente diverso dal sefarico e dubbioso padre naturale, sono in dolce attesa, nonché con Britt-Marie e quegli altri affittuari, comparse dirette o indirette, che prendono parte alle vicende.
L’intera storia, ancora, ruota attorno a una semplice domanda: chi era veramente la nonna? Qui, subentrano sentimenti contrastanti. Pian piano che la nipote viene a conoscenza del suo passato e delle sue pecche, inizia ad odiarla, dall’altro lato non può fare a meno di volerle bene tanto che si chiede se mai riuscirà a perdonarla per, ad esempio, essere stata carente e assente con la propria figlia. Saranno proprio le novelle a rispondere a questa domanda, a far emergere la bellezza della diversità, a dare la forza di credere in qualcosa, ad insegnare l’arte di ascoltare e a dare la forza di confessare di voler essere ascoltati, ad insegnare la bellezza della conoscenza, a convivere con il sapore acre della sofferenza, a coltivare la forza del perdono e della rinascita e a prendere la vita con una saggezza e dimensione differente da quella meramente consolidata nella falsa riga dell’apparenza.
Elsa non è il classico personaggio che possiamo trovare in molti romanzi. Ella è una giovane donna con uno spirito indomito, una sapienza e profondità unica, una maturità inveterata. È la fautrice di una fiaba non fiaba, di un perfetto connubio tra esistenza e immaginazione ed altresì è colei che si fa portatrice di tematiche di grande impatto sociale. Si passa dal bullismo, alla diversità, all’accettarsi, alla volontà di condivisione, all’amore, alla famiglia, all’amicizia, alla difficoltà di trovare la propria dimensione e i propri affetti, alla forza dei sogni e delle speranze, all’elaborazione del dolore, all’elaborazione del lutto e della perdita, all’importanza della conoscenza e dell’esperienza, al semplice desiderio di essere capiti e di trovare il proprio posto nel mondo.
Il tutto accade con quello stile leggero, fluente e geniale a cui Backman ci ha abituato. Perché leggendo questo componimento il lettore è trasportato in un universo esilarante, in cui ride, sogna, ha il groppo alla gola. In cui chi legge viene trafitto senza remore dalle vicissitudini sino ad essere colto nel profondo da un mix di problematiche e da una morale inconfondibile. E ritrova, come nel mio caso, personalità – Britt Marie – che nella loro complessità inducono nuovamente alla riflessione.
«Catastrofi inverosimili provocano nelle persone conseguenze inverosimili, dolori inverosimili, eroismi inverosimili. Molta più morte di quanta possa abbracciarne l’animo di qualunque uomo. [..] Nel mondo reale, nell’ordine, lei era il caos. [..] Facciamo quello che fanno tutti, facciamo tutto quello che possiamo» p. 145
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La fiaba della vita
Elsa ha quasi otto anni e, come tutti i bambini della sua età, si merita un supereroe, in questo caso sua nonna. È considerata molto matura, che è un altro modo per dire diversa, e per questo non va d' accordo con i coetanei ne' ha amici.
Il suo mondo si nutre di fantasia, lei e' speciale, tremendamente saggia e colta, intelligentissima , invisa ai più, derisa e picchiata dai coetanei, allontanata dagli adulti, secondo i suoi insegnanti con un deficit d' attenzione, per il preside della scuola con la necessità di cambiare atteggiamento.
Vive un rapporto unico ed osmotico con la nonna, che le racconta delle favole meravigliose, anche se non sa scrivere; entrambe non amano le regole del mondo reale, le banalità, la ripetitività del quotidiano.
Elsa sa che la nonna ha preso gran parte di quelle storie da Harry Potter e per questo non puo' che perdonarla. Nella vita sua mamma simboleggia l' ordine, la nonna il caos.
Miamas e' il loro segreto, un luogo dove il giorno del proprio compleanno si fanno i regali agli altri, uno dei sei regni del Paese Da Quasi Svegli dove la nonna la porta tutte le notti. Tutti i regni vivono in simbiosi e rappresentano la vita, la fantasia, l' amore, le fiabe, il coraggio, il dispiacere.
Il giorno in cui la nonna d' improvviso viene a mancare, Elsa scopre che l' ha amata per anni senza sapere niente di lei e diviene protagonista ed eroina di una nuova fiaba, consegnare le sue lettere di scusa alle persone che sono state importanti nel suo passato, attualmente affittuarie di quel condominio definito il proprio castello, in attesa che tutti gli appartamenti vengano venduti.
Inizia una immersione tra immaginario e realtà in cerca della verità, o presunta tale, addentrandosi in un mondo di alterita', perché tutte le fiabe vivono delle diversità e tutti i mostri non lo sono sin dall' inizio, qualcuno i propri mostri se li porta dentro.
Si materializzano figure stravaganti, figlie di fiabe e di realtà immaginifica, Cuore di Lupo, Wors, la donna con la gonna nera, cacciatori di sogni, Troll, cavalieri, Orah, nuvolanimali, il bambino con la sindrome, la poliziotta dagli occhi verdi, la sciarpa di grifondoro.
La mamma di Elsa è in attesa di " un' altra metà " e vive con George, che ha il difetto di piacere a tutti, suo padre, invece, che viaggia su " Audi ", possiede una calma serafica, sempre dubbioso, senza risposte, per ritornare ogni sera tra le braccia della sua nuova famiglia.
Elsa, nella sua diversità, sa quanto l' amore e la paura siano vicini, che tacendo non si delude mai nessuno e che una persona che non ti piace non potrà mai ferirti.
Ma chi è stata veramente sua nonna? In parte comincia anche ad odiarla, perché l' ha amata così tanto e non sa se riuscirà a perdonarle di avere abbandonato la mamma ancora bambina per andare lontano a salvare la vita di tutti gli altri bambini, lei che era un chirurgo di una certa fama.
Eccola alle prese con una caccia al tesoro, forse tutte quelle lettere racchiudono risposte, chiarimenti, molto probabilmente semplici scuse per ciò che non è stato fatto o detto.
Ed ecco una serie di figure sconosciute, bizzarre, con profonde storie di verità e sofferenza, nascoste dalla indifferenza di un condominio retto da rigide regole di convivenza che ne considerano esclusivamente l' ordine apparente ed il valore economico.
Il mondo degli adulti, popolato da " intelligentoni " e " storditi ", secondo un linguaggio criptico duale che sua nonna le aveva insegnato ed attraverso il quale comunicavano, è troppo reale per una bambina di otto anni ed ha troppi perché.
Anche le fiabe sono popolate da incubi, ombre, mostri, possono fondersi e confondersi con il reale, o esularne i significati, nella sconfinata fantasia e nei sogni notturni di una bambina che ha il semplice desiderio di vivere e di amare.
Ma grazie alle fiabe emerge e si comprende la bellezza della diversità, del credere in qualcosa, del potere raccontare le proprie storie ed essere ascoltati ritornando progressivamente ad una dimensione vestita di normalità ed in cui il quotidiano non sembra poi essere così brutto.
Ecco allora il viaggio della conoscenza, della sofferenza, del perdono e della rinascita, perché alla fine questa è una fiaba di Natale e deve finire bene.
L' ultimo Backman e' un percorso che possiede la fantasia spregiudicata ed immaginifica di una bambina solo anagraficamente, perché Elsa ha una saggezza e maturità sconosciuta ai più, oltre che un desiderio di conoscenza e uno spirito indomito proprio di pochi ( sua nonna ).
È una fiaba non fiaba ( che stranezza ) che fonde e trasforma il reale in immaginario e viceversa, è una attenta riflessione ( attraverso il mondo fiabesco ) sui temi della diversità, della accettazione e della condivisione, sul potere vivido delle parole e dei sogni, sull' importanza della conoscenza e dell' esperienza, dell' ascolto, sulla elaborazione del dolore, sul potere dell' amicizia e dell' amore, tutti elementi che introiettati eleverebbero le coscienze dei più consegnandoci tante piccole " Elsa ", ma oltre a tutto questo in lei rifulge anche un pizzico di folle genialità.