Memorie di una geisha
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SAPORI D'ORIENTE
Dalla voce narrante di Chiyo (successivamente ribattezzata Sayuri) descrive la sua ascesa da bambina nata da una famiglia povera in un piccolo villaggio giapponese sino a diventare la geisha più affermata e ricercata di Kyoto.
All'età di nove anni lei e sua sorella Satsu vengono acquistate da un mediatore sconosciuto, per poi rivenderle separatamente.
Sayuri finirà all'okiya casa per addestramento geishe; in seguito la ragazza cercherà disperatamente di ricongiungersi alla sorella e far ritorno al villaggio ma ad un suo tentativo di fuga, La Madre proprietaria dell'okiya, la retrocede nel ruolo di domestica.
Dopo aver ricevuto la notizia della morte dei suoi genitori e che Satsu è riuscita scappare, la ragazza sente di non avere più uno scopo nella vita, sino all’incontro con un uomo affascinante ed elegante, il Presidente, il quale cambierà il corso degli eventi.
Grazie a una delle più importanti geishe del quartiere Mameha, Sayuri verrà reintrodotta nell'apprendistato.
Frequenterà una scuola per conoscere l’arte della danza, apprendere la cerimonia del tè e lo shamisen (strumento musicale a tre corde);grazie ad un duro lavoro diventerà in breve tempo una delle donne più desiderate di Kyoto, anche per via di una sua particolarità: i suoi grandi occhi azzurri, veramente rari per una ragazza giapponese, che la renderanno speciale e desiderata dagli uomini suscitando così l’invidia delle altre, soprattutto di Hatsunomo, la quale farà di tutto per ostacolarla.
Sono sempre stata attratta dall'oriente e questo libro mi ha catapultata nel Giappone degli anni 30 fra i vicoli di Gion scoprendo nuove culture e tradizioni differenti dalle mie. Attraverso la sua accurata e dettagliata descrizione, Arthur Golden mi ha lasciato travolgere dal fascino di queste donne avvolte nel mistero con il loro portamento sfuggente e sofisticato, indossando kimoni costosissimi ed eleborate pettinature . Inoltre il suo stile chiaro e scorrevole ha contribuito ad attirare il mio interesse dalla prima all'ultima pagina. Indubbiamente un capolavoro.
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L'infelicità di una geisha
Avevo visto questo volume in libreria centinaia di volte, ma non mi ero mai decisa a comprarlo. Qualche tempo fa ho visto il film e così ho finalmente deciso di leggerlo.
Si tratta di un libro interessantissimo, reso ancora più attraente dal fatto che si basa su avvenimenti e situazioni reali. La storia del lungometraggio è in gran parte fedele al libro perciò non ci sono state sorprese particolari o colpi di scena ma, comunque, l’intreccio non ha perso la sua forza. Il volume, come sempre accade, aiuta ad entrare nella testa della protagonista, soprattutto nella parte iniziale che nel film è riassunta in pochi flash.
I personaggi sono ben caratterizzati, soltanto Hatsumomo mi è parsa diversa rispetto al lungometraggio: in quest’ultimo mi aveva dato l’impressione di una donna spezzata dalla vita da geisha, mentre nel libro mi ha trasmesso più l’idea che fosse un essere cattivo per natura.
Per quanto generalmente preferisca i libri ai film da cui sono tratti, in questo caso riconosco anche al lungometraggio un grandissimo potenziale. Il film è ricco di colori, di stampe giapponesi, dei movimenti sinuosi delle danze e dei ventagli; per una persona come me, la cui conoscenza del mondo giapponese si ferma a pochi anime, si tratta di un notevole aiuto per entrare nel mondo narrato, cosa che, invece, ho trovato molto difficile con il libro.
Il mondo delle geishe è senz’altro affascinante e misterioso, tuttavia non è completamente negativo che stia scomparendo dal momento che, a giudicare da questa sorta di autobiografia romanzata, queste donne sembrano quasi tutte infelici.
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Non riuscivo a smettere di pensare al Presidente..
Le “Memorie di una geisha” di Arthur Golden introducono il lettore occidentale in una cultura tanto lontana – perfino negli aspetti culinari! (“Il suo spuntino preferito, fatto con il riso avanzato e prugne acide sott’aceto, il tutto inzuppato di tè bollente”) - quanto affascinante. Il tutto è celebrato al ritmo di una storia inventata di sana pianta, perfino nei riferimenti personali (come nel caso dell’artista Uchida Kosaburo: “Il famoso disegno a inchiostro… giovane donna in kimono ferma in posizione estatica e con gli occhi che le sfavillano”).
Questo commento si sofferma sulla seconda parte del romanzo: nella prima, la narrazione indugia sui meccanismi e sulle fasi iniziali di una professione (uno scienziato arrivò ad affermare che “La più sgargiante fra le scimmie antropomorfe è l’apprendista geisha di Gion!”) quasi sempre imposta e forse brutalmente calata nella vita di una bambina (“A quei tempi mi chiamavo Chiyo”) sottoposta a quelle che a noi sembrano coercizioni (“Eravamo costrette a rafforzare le nostre mani tenendole a bagno nell’acqua gelata finché non piangevamo dal dolore”) belle e buone.
Dopo un’infanzia infelice, Chiyo viene finalmente scelta come protetta da Mameha (“Da quel momento non fui più chiamata Chiyo. Ero diventata la novizia Sayuri”), l’importante geisha che la guida nella sua riscossa contro l’invidia e le cattiverie di Hatsumomo. In particolare a Mameha spetta l’educazione sessuale della “sorella minore”, che – nella migliore delle tradizioni orientali – viene condotta per simboli. “Sai cosa s’intende per l’anguilla vagabonda?... L’anguilla vagabonda passa la sua intera vita a cercare una casa; e che cosa credi che abbia una donna dentro di sé? Una cavità dove all’anguilla piace stare… quando hanno deciso che è confortevole, marcano il loro territorio… sputando”.
Mameha gestisce con astuzia l’asta che viene ingaggiata per le grazie di Sayuri (“Il mizuage, la prima volta in cui la cavità di una donna viene esplorata dall’anguilla di un uomo”): tra un medico, il Dottor Granchio, e Nobu, il direttore generale della Iwamaura Electric, da sempre innamorato ma rifiutato per il suo aspetto ripugnante (“Quando un’apprendista geisha è pronta al mizuage, presenta una scatola contenente uno di questi ekubo – un dolce di riso - a uno degli uomini che si sono intrattenuti con lei”), la spunta il primo. “Alla fine il Dottor Granchio acconsentì a pagare 11.500 yen” (quattro yen era la tariffa oraria di un geisha, 1500 yen il costo di un buon kimono). La perdita della verginità a quindici anni, nel 1935, viene vissuta con senso di estraneità di un atto che assomiglia più a un’operazione chirurgica che a una notte d’amore.
Sayuri, dal canto suo, è passata indenne (“Il barone ti ha spogliata?....Ti ha spogliata e ti ha guardato nello specchio. Ma non ha goduto con te… Allora va tutto bene”) attraverso le insidie (“Lo seguii in una saletta, sentendomi come un aquilone tirato da una corda”) tese dal barone nella sua fastosa proprietà (“Cigni neri scivolavano nello stagno con un portamento così fiero che mi fecero vergognare di appartenere a una specie tanto sgraziata come quella umana”). Così Sayuri diviene la geisha più importante del suo okiya e tra le più importanti di Kyoto, scalzando la perfida Hatsumomo dal suo ruolo. In particolare, viene adottata come figlia dalla Madre, che la preferisce alla coetanea Zucca, e recita un ruolo da solista (“Il sole mattutino sulle onde… parlava di una fanciulla che di mattina va a fare il bagno nell’oceano e si innamora di un delfino fatato”) nelle “Danze dell’antica capitale”.
Nel 1938, con la maggiore età, Sayuri si trasforma “da apprendista a vera e propria geisha… Chiamiamo questo passaggio «cambio del colletto».”
Giunge il momento di scegliere “il danna”, il facoltoso protettore (“Una geisha che speri di essere capita dal suo danna è come un topolino che si aspetti simpatia da un serpente”): ancora una volta Sayuri preferisce un altro uomo, il generale Tottori, a Nobu, con il quale in luogo dell’amore avrebbe potuto sperimentare “un en… un legame karmico che dura una vita”.
Il romanzo, scritto da un americano (“Un uomo ha un’unica cosa in testa”), vive perennemente il confronto con la civiltà occidentale (“A New York… la donna sta pensando: «Mio Dio… mi trovo con una prostituta…» … È una mantenuta, proprio come lo ero io…”) e non rinuncia alla dimensione fiabesca (“Suvvia, Sayuri, Che cosa credevi che fosse la vita di una geisha? Una storia d’amore?”) che – nella migliore tradizione occidentale – significa trionfo del bene sul male (rappresentato dalla malvagia Hatsumomo) e coronamento di un sogno d’amore (“Perché non riuscivo a smettere di pensare al Presidente?”).
Il romanzo aspira anche a costituire un’analisi storico-evolutiva che viene descritta, nella parte finale, con la chiusura del quartiere delle geishe in tempo di guerra, la successiva fase dell’occupazione americana e gli ultimi bagliori di una civiltà costretta a trapiantarsi negli Stati Uniti, adattandosi al luogo per conservare qualche sprazzo di sogno.
Bruno Elpis
Nella sezione "recensioni" di www.brunoelpis.it il presente commento viene pubblicato con le foto delle geishe di Kyoto (pare ne siano rimaste una sessantina)...
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Essere geisha
L'aspetto interessante di questo libro è che pur essendo stato scritto da un autore statunitense riesce a riprodurre quella sensazione tipica di un'atmosfera orientale. Infatti, fin dall'inizio il lettore viene trascinato in un piccolo villaggio di pescatori giapponesi e attraverso la protagonista si scoprono le superstizioni che regolano la vita nel villaggio. La piccola Chiyo a causa del destino seguirà un percorso differente da quello che le era destinato e nella grande città di Kyoto dovrà imparare tutte le astuzie per difendersi dai pettegolezzi e dai nemici.
La storia pur essendo un romanzo è basata su testimonianze autentiche di geishe e pertanto si può ritenere attendibile.
L'aspetto interessante è che le usanze giapponesi ci vengono spiegate dalla protagonista che rispecchia un po' il lettore, anche lei infatti, scopre pagina dopo pagina, giorno dopo giorno l'arte che si cela dietro la professione di geisha. Questa scoperta è mitigata dal fatto che Chiyo-Sayuri narri la sua storia dall'alto della sua maturità quindi la sua vita è ripercorsa comunque attraverso una prospettiva diversa, interpretata in maniera più saggia ed equilibrata.
Molto interessante infatti è la visione della geisha che non è considerata una mera prostituta ma è un'opera d'arte in movimento, un'artista. Ho trovato ogni pagina ricca di tradizioni giapponesi interessanti che scandiscono la vita della giovane Chiyo che subirà nel romanzo una sorta di trasformazione. Infatti, da una ingenua paesana riuscirà ad ottenere la protezione della più grande geisha di Kyoto, la quale le insegnerà non solo le arti per diventare una vera professionista ma anche ad usare le parole, a ponderare le decisioni per non farsi sopraffare dalla nemica.
L'aspetto migliore del libro è proprio il fatto di poter entrare nella vita quotidiana delle geishe, dalla scuola, la danza, la cerimonia del te, fino ad arrivare alle complesse descrizioni dei kimono, alle elaborate acconciature e ai ricevimenti nelle case da te.
Questi ultimi sono proprio i momenti in cui una geisha impara ad utilizzare l'arte per compiacere un uomo, non solo attraverso la danza e la musica ma anche mediante lo sguardo, i gesti la conversazione. Quindi l'autore ci mostra che essere geisha non vuol dire essere una prostituta ma vuol dire dimostrare arguzia, fascino e intelligenza.
Lo scopo che spinge Chiyo a diventare una geisha è l'amore che nutre verso il Presidente, quindi al libro si aggiunge anche la tematica amorosa che emerge al pieno soprattutto alla fine del libro ma che si riflette in ogni azione che compie Chiyo-Sayuri per raggiungere i suoi obiettivi.
Ovviamente, la professione di geisha non è un esempio di emancipazione femminile ma il libro vuole presentarci uno scorcio della concezione giapponese del femminile che passa attraverso lo sguardo e ciò che la donna può comunicare con esso, quindi una forma di seduzione non verbale ma corporea.
Trovo che il romanzo sia molto riuscito e riesce a trasportare il lettore in Giappone grazie alla capacità dello scrittore di rappresentare luoghi e personaggi in modo molto coerente con l'ambientazione. Chiyo è il personaggio che cresce maggiormente, colei che da una situazione imposta dall'alto è riuscita a coronare il suo sogno. Gli altri personaggi sono tipici dalla Kyoto del primo Novecento, la padrona della casa da te, interessata unicamente al denaro, la geisha Mameha che porterà Chiyo al successo grazie ai suoi preziosi insegnamenti.
In conclusione ho apprezzato molto sia il contenuto che lo stile capace di diventare poetico, quasi fosse un haiku, ma anche descrittivo e particolareggiato.
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Un libro affascinante
hiyo, la protagonista, ci racconta quella che è stata la sua storia e come da una vita povera, ma semplice, si è trovata catapultata in un ambiente a lei completamente estraneo. Chiyo diventerà Sayuri, la geisha più famosa. Non è una storia vera, ma un romanzo basato su racconti ed interviste fatte a vere geishe. Leggendo questo romanzo ho scoperto la preparazione, la bravura e l'eleganza delle geishe, ma anche tutto ciò che c'è dietro questa bellissima figura. La geisha è una donna vittima di ingiustizie, sorprusi, una donna che è stata venduta, sfruttata e non potendo più sperare in un cambiamento di vita si impegna a raggiungere l'unico obiettivo che è quello di diventare la geisha più famosa, più ricercata. La loro funzione era (è) quella di intrattenere gli uomini potenti, ricchi, diciamo una sorta di escort attuale. Loro, però, in più non erano libere di innamorarsi perchè il loro uomo (danna) doveva essere approvato da chi gestiva la casa in cui vivevano (l'okiya). E' un romanzo scorrevolissimo che immerge il lettore in un mondo nuovo. E' scritto così bene che si hala sensazione di sentire il fruscio del kimono, di odorare il bruciato dei bastoncini utilizzati per disegnare le sopracciglia. Dopo aver letto questo libro, mi è venuta la voglia di approfondire ancora di più sulla cultura giapponese. Un libro da leggere.
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L'arte di essere una geisha
“Memorie di una geisha” di Arthur Golden è un romanzo ambientato in un villaggio giapponese dove, una famiglia che vive in ristrettezze economiche, il padre è pescatore e la madre è ammalata, vende le due bambine ad un mediatore che le avvierà alla carriera di “geishe”.
La protagonista, Sayuri, si troverà prima, a da fare la domestica in una casa per appuntamenti e, poi, dopo un rigido insegnamento, diventerà una delle donne più desiderate di Kyoto.
Grazie ad una scuola, Sayuri imparerà l’arte della danza, a suonare uno strumento musicale, la cerimonia del thè e il portamento delle geishe.
Sayuri si imbatterà ben presto nella rivale Hatsumomo, una geisha che fino a quel momento era considerata la diva del quartiere.
Hatsumono ricatterà la piccola Sayuri, dietro la promessa di farle avere notizie di sua sorella, a patto che la stessa Sayuri fosse disposta a farle da serva. Accettata la sua richiesta, Sayuri dopo molte afflizioni e punizioni, riuscirà a sapere dove si trova la sorella e proverà a fuggire da quella che era diventata la sua casa anche se, in quell’occasione, cadrà dal tetto.
Solo dopo l’incontro con un importante uomo d’affari, Sayuri cambierà vita, nello scenario delineato da un paese colpito dalla seconda guerra mondiale.
Una storia che porta il lettore in un mondo lontano, quello dell’oriente, immerso di usi, consumi e tradizioni che generano da sempre l’interesse verso una cultura nuova e affascinante.
Non è il classico romanzo, è molto di più, è un vero e proprio viaggio.
Una frase dal libro: “conduciamo la nostra esistenza come acqua che scende lungo una collina, andando più o meno in un'unica direzione finché non urtiamo contro qualcosa che ci costringe a trovare un nuovo corso”.
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Ricordi
Ricordi leggeri, fruscianti come seta.
Ricordi pesanti, grevi come macigni.
Ricordi spaventati di una bimba dagli occhi di acqua provata dalla vita, venduta abbandonata.
Ricordi trepidanti di una giovane donna che sboccia, dell'uomo che le ha ridato speranza nel futuro, dell'amica che l'ha accolta come una sorella, della vita che rinasce.
Ricordi strani, talvolta incomprensibili, per mostrare l'Oriente all'Occidente, per narrare tradizioni importanti, costumi particolari di un popolo fiero, di un impero orgoglioso e furente segnato dall'astro nascente.
Ricordi rigidi come pareti di carta di riso per dividere, per spartire, per mostrare l'importanza delle regole, per imporre condizioni e puntualizzare ruoli fissati, per farci capire il rigore del vivere giapponese.
Ricordi flessuosi, svolazzanti come kimono lussuosi, come obi eleganti. Vesti regali per raccontare un mondo segreto di donne istruite, rispettate e ammesse alla vita di uomini importanti, presenti durante le decisioni fondamentali, in un epoca in cui il sesso femminile era relegato a una vita di second'ordine.
Ricordi suadenti, carezzevoli, melliflui illustratori delle sessualità e dell'erotismo di un popolo. Fatto di mosse sinuose, di parole ammiccanti, di trasparenze allusive mangiando, bevendo, conversando, camminando...
Ricordi freddi di una guerra mondiale che sconvolge gli equilibri, ferisce, uccide e tenta, forse invano, di cancellare le abitudini.
Ricordi di una donna narrati attraverso le parole di un uomo. Persone distanti di culture diverse.
Ricordi particolari di un mondo diverso, chiuso e segreto, spiegato esaurientemente da un narratore che non ne fa parte, ma capace di riprodurre le sue sensazioni e le sue peculiarità.
Ricordi reali adornati di sfumature rosee per abbellire ambienti e personaggi senza farli risultare fasulli, per ammorbidire i momenti difficili e per illustrare, senza annoiare, la strada verso la nascita di una geisha.
Ricordi banali, arruffati, mal descritti per un finale frettoloso, scontato, noioso, per una pecca passabile in un romanzo interessante.
Ricordi, memorie da leggere.
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Memorie di una geisha di Arthur Golden
Bello, elegante, fluttuante, coinvolgente e affascinante questo romanzo che parla della vita di Sayuri: una famosa geisha degli anni trenta del secolo scorso, che viveva a Kyoto in una okiya. Prima d'ora non conoscevo molte cose sulle geishe e sulla loro vita, pensando - come molti - che fossero una sorta di prostitute di livello (come le attuali escort di lusso). Invece loro erano molto più che questo: erano delle artiste, per la loro capacità di suonare, cantare e danzare, per intrattenere i loro ospiti (studiavano e si esercitavano tutti i giorni della loro vita, per poterlo fare nel migliore dei modi); ma soprattutto ho ammirato la loro capacità di essere una sorta di psicoterapeute, delle pseudo-psicologhe, grazie alla loro facoltà di saper ascoltare i loro ospiti e saper alleggerire le loro vite e i loro problemi quotidiani, permettendo loro di trascorrere piacevoli e spensierate ore in loro compagnia, accogliendoli. È questo un aspetto che che ha molto intrigata delle geishe (probabilmente perché è una dote che a me manca): l'accoglienza. Erano molto apprezzate le geishe dotate di spiccata intelligenza (la bellezza non era la caratteristica più ricercata) e quelle con senso dell'umorismo e arguzia. Erano molto eleganti nei loro atteggiamenti e mai volgari. Molte di loro erano anche delle vere donne d'affari, che sapevano far fruttare le loro doti per ottenere una vita piacevole e gradevole. Sicuramente non avevano la fortuna di poter amare chi volevano, se volevano continuare a svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi, ma ritengo la loro vita interessante e particolare. Mi è piaciuto talmente questo romanzo, da essere la mia lettura esclusiva di questi ultimi cinque giorni: l'ho letto lentamente e approfonditamente, per poter capire la vita di Sayuri e riuscire ad immedesimarmi in lei e nel suo struggimento d'amore (durato una vita intera) per il suo amato presidente.
Bellissimo, coinvolgente, romantico, appassionato, sentimentale: decisamente lo consiglio!
La frase che più mi ha colpita: " Da bambina credevo che la mia vita non sarebbe stata turbata da nulla se il signor Tanaka non mi avesse strappata alla mia casa ubriaca; ora so che il nostro mondo è tanto instabile quanto un'onda che si innalza in mezzo all'oceano. Quali che siano stati i nostri conflitti e i nostri trionfi, per quanto indelebile sia il segno che questi abbiano potuto lasciare su di noi, finiscono sempre per stemperarsi come una tinta ad acquerello su un foglio di carta".
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IL MIO LIBRO PREFERITO, UN CAPOLAVORO.
L'unico libro a cui do il massimo. Di "Memoria di una geisha" ho acquistato la versione della casa editrice Tea. Comprato un po' per curiosità dopo aver letto una citazione, mi ha lasciato decisamente senza fiato. Non mi ero mai interessata alla cultura orientale, ma questo libro mi ha aperto un nuovo mondo e mi ha fatto apprezzare veramente questa sfaccettatura della tradizione giapponese. Scritto benissimo, con descrizioni dettagliate e spunti riflessivi molto profondi e delicati. Il lettore si sorprende nello scoprire che l'autore è un uomo e non una donna, per la sensibilità e la delicatezza dei pensieri espressi, tipici di una mente femminile. Bello, delicato, piacevole, coinvolgente. L'unica pecca è il fatto che non è una storia vera. Se fosse una storia realmente accaduta sicuramente lascerebbe ancora più brividi addosso. Ho visto anche il film, veramente bello. Il libro però è mozzafiato. Un viaggio nei meandri di una cultura sconosciuta, all'interno di un animo dolce, acerbo e ingenuo di una giovane protagonista. Un libro anche un po' "documentario", che apre le porte di un mondo fatto di luci e ombre, sfumature e colori. Mai stancante.
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La piccola Chiyo
Prima di intraprendere questa lettura conoscevo davvero ben poco del grande mondo delle geishe.
Un mondo fatto di sacrifici, regole opprimenti,addestramenti intensi, schiavitù, pianti, sorrisi finti ed amori celati.
Un mondo fatto di maschere di trucco e di “bozzoli” di pregiata seta.
Chiyo fu strappata dalla sua piccola “casa ubriaca” quando aveva solo nove anni ed anche la sorella maggiore ricevette lo stesso trattamento.
Suo padre le aveva vendute quando la madre si era ammalata terribilmente.
Entrambe le bambine non hanno intrapreso una vita facile.
Appena arrivate nel “nuovo mondo” Chiyo fu mandata presso l’okiya Nitta e così perse di vista l’amata sorella.
Qui conobbe: Zietta, Nonna, Madre, Zucca e la peggiore di tutte, la geisha Hatsumomo. Una donna bellissima ed in egual misura crudele.
Quest’ultima darà parecchio filo da torcere alla povera Chiyo. Per colpa di lei accumulerà un sacco di debiti, verrà punita da Zietta e rischierà anche di perdere il suo unico modo per riscattare la sua vita, perdendo la possibilità di diventare una geisha.
Chiyo però è una bella ragazza con una particolarità, ha degli occhi davvero strabilianti per un’orientale, di un colore magnifico, di un grigio-azzuro che ricorda l’acqua di un laghetto.
Chiyo per colpa della malefica Hatsumomo dovette passarne di tutti i colori mandando anche su tutte le furie una delle più importanti geishe, Mameha.
Chiyo però anche se è ancora una bambina ne ha passate tante e con il suo carattere forte cercherà in tutti i modi di riscattare la sua infelice vita.
Attraverso questo libro l’autore ci ha fatto scoprire un mondo sconosciuto.
Il mondo delle artiste che abitavano le case da the.
Una storia triste, fatta di molte perdite ed inganni.
Chiyo, la protagonista che con gli anni diventerà Sayuri, in confronto ad altre sua coetanee è stata fortunata anche se la vita le ha sorriso davvero poche volte.
Che altro voglio dire?
Questo libro mi ha lasciata davvero senza parole: la brutalità con cui la piccola protagonista e la sorella sono state vendute e “buttate” in un altro mondo, le regole severe, gli insegnamenti della scuola per diventare geishe, l’iniziazione delle apprendiste ed il mizuage, hanno fatto crescere in me due sentimenti: la rabbia e lo stupore.
L’autore mi ha fatto scoprire un mondo che con gli anni sta scomparendo.
Un mondo fatto di donne piene di fascino, che sanno muoversi leggiadre come foglie cullate dal vento.
Un mondo che Golden ha saputo descriverci alla perfezione solamente dopo dieci anni di studio accurato.
Vi auguro buona lettura!