Memoria delle mie puttane tristi
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ANATOMIA DELL'AMORE
"La forza invincibile che porta avanti il mondo non sono gli amori felici bensì quelli contrastati".
Un elogio all'Amore, celato dietro molteplici linee sottili di apparenza. L'apparenza della vecchiaia, dell'apatia, del degrado delle notti miserabili e del tempo che passa.
Memoria delle mie puttane tristi è un viaggio all'interno di un emozione, di un sentimento che non può essere controllato, represso o contrastato. Una poesia romanzata che non cade mai nel banale, mostrando tutte le facce dell'Amore. Un inno all'emozione più forte che un uomo possa provare, capace di devastare ogni legge della fisica e del tempo che passa inesorabile, ma che sa anche fermarsi e scorrere in senso inverso, facendo riassaporare l'essenza più pulsante della vita.
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Non è mai troppo tardi
Un titolo irriverente che evoca eventi pregni di decadenza e moralismi inesistenti, ma a grande sorpresa dietro a ciò si cela un inno all'amore, una poesia scritta tutta d'un fiato da chi aveva sempre creduto che l'amore avesse una forma ben precisa, salvo scoprire in tarda età che così non era!
Protagonista un novantenne giornalista e professore di lettere che ha speso la sua intera vita nella solitudine dei suoi libri, la sua musica classica e l'amore carnale, quello a pagamento che non gli ha mai permesso di sposarsi perché andava bene così!
Alla soglia dei novant'anni decide di farsi un ennesimo regalo, questa volta con una minorenne vergine che riesce a trovare grazie all'aiuto di una sua vecchia amica che gestisce un bordello.
E' qui, dove il pudore potrebbe mettere un freno inibitore che impedisce di proseguire la lettura in quanto al limite del decente, che si ha la svolta che solo un tale maestro della letteratura ha potuto tessere con un prestigio disarmante.
Il protagonista, narratore in prima persona, passerà intere notti a letto con la ragazzina, che soprannomina Delgadina, senza mai di fatto compiere atti sessuali diretti nei suoi confronti, ma solo sfiorandola e parlandole, essendo lei ogni volta addormentata sul letto della spoglia camera del bordello.
Il professore notte dopo notte porta con sé un oggetto per arredare la stanza, un quadro, una radio per ascoltare la musica classica, dei fiori, il tutto per dare senso a quegli incontri che pian piano diventano per lui necessari quanto il vero amore che sta nascendo per quel fiore appena sbocciato, quanto il vero amore che egli dopo novant'anni e qualche centinaio di donne "usate" riesce a sperimentare per la prima volta in assoluto e che lo fa stare male come un perfetto giovanotto alle prime armi.
Un'adolescenza che ritorna e che gli fa capire la sostanza perduta sino a quel momento, una occasione di effettuare un' introspezione a tutto tondo e comprendere dei meccanismi magici per i quali non risulta essere mai troppo tardi.
E così i novant'anni si trasformano dall'età della decadenza ad una scoperta di volerne vivere altri novanta per poter recuperare il tempo perso e ridare senso all'amore che sino ad allora non era stato amore.
Un racconto in cui ti sembra di ascoltare la voce di chi narra, una voce grave e piena di sentimento, un monito che fa riflettere.
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Si può solamente leggerlo... e goderlo
Un quadro va guardato, un brano di musica va ascoltato, questo libro (racconto?) che si può definire delicato, magico, profondo, ironico, introspettivo, disincantato, sensuale, poetico..., va semplicemente letto, e goduto: l'unico modo per commentarlo è trascriverlo.
(Nota: la traduzione, oltre a non rendere la musicalità del testo originale, appesantisce alcuni termini che in spagnolo non possiedono la stessa sboccatezza che in italiano).
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Garcìa Marquez ha fatto di meglio
Sinceramente quando l'ho acquistato mi aspettavo molto di più (visto che reputo Garcìa Marquez un bravissimo scrittore)... E invece non mi è piaciuto per niente: la storia è bruttissima (oserei dire pessima), non succede praticamente mai nulla e ci si addormenta dopo neanche una ventina di pagine... Mi è scivolata addosso come acqua sul vetro, senza lasciarmi nessuna sensazione piacevole nell'anima se non un terribile senso di delusione. L'ho trovato un libro estremamente freddo e superficiale. Garcia Màrquez ha sicuramente scritto molto di meglio.
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POESIA PURA
"C'era una stella sola e limpida nel cielo colore di rose,un battello lancio' un addio sconsolato,e sentii in gola il nodo gordiano di tutti gli amori che avrebbero potuto essre e non sono stati"....Poetico,malinconico...a tratti gioiso...un uomo,s ...che a novant'anni decide di regalarsi una notte d'amore con un adolescente vergine...senza mai cadere nella volgarita',Marquez,ci regala questa splendida PERLA di saggezza,amore,malinconia e poesia...intramontabile...decisamente.E' come ripercorrere con l'autore le sue andate esperienze di vita e la saggezza che ne trae racchiusa in questo piccolo,grande libro!Lo consiglio a chiunque ami Marquez
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intramontabile Marquez
triste, ma saggio. prima di leggerlo avevo sentito che l'autore in questo libro aveva perso la sua poesia, non sono d'accordo, io l'ho trovato dolcemente malinconico e saggio. un buon libro
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Memoria delle mie puttane tristi
Il solito incomparabile stile di Gabriel Garcia Marquez è capace di coinvolgere il lettore. Con brevi e profondi colpi, usa le parole come un pennello, per tratteggiare personaggi asciutti e veri anche in una trama apparentemente banale. E' il sentimento che si gode, più che il senso dello scorrere degli avvenimenti. Ci si culla sull'onda delle parole, mai a caso. Godibilissimo.
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Memoria delle mie puttane tristi
Romanzo sulla vecchiaia, vista attraverso gli occhi di un uomo che sembra ancora vivo,vitale...ha ancora un lavoro da giornalista, la salute...insomma cos'altro potrebbe mai desiderare un uomo alla sua età?e tutto gira attorno a questa frase, perchè essere vivi significa avere ancora dei desideri. Ed il suo, dapprima inspiegabile, si rivelerà pagina per pagina, quella ragazza vergine desiderata, quell'amore che oserei definire "sfiorato" (l'uomo l'accarezza e la sfiora soltanto)ma che dentro gli regala vita.
Non meno protagoniste, pagine di confidenze sulla sua condizione di "sopravvissuto alla guerra contro il tempo" che ne fanno un racconto schietto che a tratti fa sorridere sull'invecchiare, senza mezzi termini nè piagnucolamenti, Gabriel Garcia Marquez sa scuotere i nostri sentimenti senza stupidi trucchetti.
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Ancora un dono di scrittura palpitante
Puo’ un libro essere una poesia,puo’ essere una piccola favola delicata, puo’ essere un gioiello prezioso che viene mostrato con discrezione e riserbo,senza perdere finezza,leggiadria e sensibilità?
Si puo’ parlare di solitudine e vecchiaia,di un riappropriarsi dei propri sentimenti nonostante l’impossibilità di non finire per essere come gli altri credono che uno sia? Marquez ci conferma ancora una volta,di essere capace di comprendere, in un piccolo libro,quasi un racconto,il compendio di un’intera vita e l’infinito bisogno,ad ogni età,di ritrovare un punto di origine per continuare il cammino,senza privarsi della saggezza dell’esperienza e del vissuto,trasformando le intemperanze giovanili in momenti di struggente dolcezza e tranquilla amabilità,ricordando con una frase di Cicerone che “ Non c’è vecchio che dimentichi dove ha nascosto il suo tesoro”. E il tesoro nascosto è infatti ben visibile e si tratta di amore, il quale ,si ferma delicatamente ai bordi dell’amore vitale e in una sorta di placida contemplazione imbeve l’anima di consapevole epilogo,elevando lo scrittore stesso,ad una intensa visibilità della sua voglia di vivere e di regalarci ancora la sua palpitante scrittura.