Max e Helen
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Cacciatore di nazisti
Simon Wiesenthal è il famoso "cacciatore di nazisti": ebreo austriaco, residente in Polonia, fu internato in vari campi di concentramento e liberato nel 1945, dalle forze statunitensi, dal campo di Mauthausen...pesava 45 chili ed era allo stremo delle forze.
Una volta libero ha fatto della "caccia" ai nazisti la sua missione di vita.
Ha messo la sua esistenza al servizio dei morti.
Questa è una storia vera.
Questa è una storia d'amore.
Questo è un resoconto, quasi giornalistico, degli orrori e dolori dell'olocausto.
Questa è la storia dell'unico nazista che Wiesenthal ha deciso, volontariamente, di risparmiare e non consegnare alla giustizia.
Perché?
La risposta risiede in un racconto/testimonianza struggente e doloroso.
Perché, a volte, perseguire i propri obiettivi, per quanto nobili, significherebbe calpestare chi ha già sofferto e pagato un prezzo altissimo.
Perché il sangue di chi non c'è più non può e non deve essere riscattato con l'infelicità di un'innocente.
Un racconto che ti fa trattenere il fiato fino all'ultima pagina, e non perché l'autore sia stato bravo a creare una certa tensione letteraria, qui non ci sono trucchetti stilistici, non ci sono strizzate d'occhio al lettore, niente sentimentalismi gratuiti...solo vita vera.
E dolore, tanto, troppo dolore...per una pagina di storia che mai e poi mai riusciremo ad accettare.
Mi piacerebbe poter affermare che l'amore vince su tutto e supera ogni cosa...ma questo libro mi spiega che non sempre è possibile...che, a volte, la più alta forma d'amore è riconoscere la propria incapacità di amare e di combattere i propri fantasmi.
E un'altra altissima forma d'amore è...rispettare tutto questo.