Masen'ka Masen'ka

Masen'ka

Letteratura straniera

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«La nota propensione dei principianti a violare la propria vita privata inserendo sé stessi, o un sostituto, nel loro primo romanzo è dettata, più che dall'attrattiva di un tema già pronto, dal sollievo di sbarazzarsi di sé prima di passare a cose migliori» scrive Nabokov introducendo la traduzione inglese di Masen'ka con l'abituale, «scintillante alterigia» (la formula è di Citati). Ma di che cosa, in realtà, deve «sbarazzarsi» l'autore attraverso Ganin, l'émigré russo che nei primi anni Venti trascina la sua «insulsa indolenza» per le strade di Berlino? Il Nabokov appena ventiseienne che dedica il libro alla giovane moglie ha ormai capito che occorre lasciarsi alle spalle «i flirt di anni passati». Così, negli ultimi quattro giorni in cui condividerà i pasti con i tragicomici personaggi che popolano la sordida pension della vedova Dorn (un vecchio poeta, due ballerini classici «leziosi e incipriati», una polposa ragazza), mentre aspetta in un'ansia crescente l'arrivo di Masen'ka, la donna che è stata il suo primo amore e che oggi è la moglie di un altro, Ganin rivivrà, con intensità lancinante, la stagione trascorsa con lei, da adolescente, nella diletta casa di campagna, sullo sfondo della natura fiabesca della Russia, la terra natìa per sempre perduta. Intuendo, in qualche modo, che quei quattro giorni, in cui non c'è alcuna «discrepanza fra il corso della vita passata e quello della vita presente», rimarranno forse «i più belli della sua vita».



Recensione della Redazione QLibri

 
Masen'ka 2022-10-07 12:58:41 siti
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siti Opinione inserita da siti    07 Ottobre, 2022
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Solo in una città straniera

Lev Glebovic vive a Berlino in una pensione abitata da altri esuli russi, frequenta Ljudmila, una giovane donna che non ama e si tormenta alla ricerca di un modo per lasciarla. La pensione è attraversata e ferita intimamente dal continuo passaggio dei treni. La città è straniera, lui un'ombra come i suoi coinquilini, fra di essi uno solo proteso al futuro, Aleksej Ivanovic Alferov:è in trepida attesa dell'arrivo della moglie Masen'ka. I giorni della settimana sono scanditi e tesi verso il sabato, giorno nel quale la donna, dopo quattro anni, arriverà dal marito.
Ganin, ovvero Lev Glebovic, riesce nel frattempo a chiudere con Ljudmila per aprirsi totalmente alla dimensione del ricordo: anche lui ha amato una Masen'ka… il ricordo sta pericolosamente collimando con la realtà in un inatteso coincidere di protagonisti.
Le immagini del passato russo, piene di betulle e spensieratezza, sono per lui una vita parallela necessaria per sopportare il nuovo film urbano, da esule, nel quale vive imprigionato. La Russia settentrionale e le sue stagioni sono evocate con una maestria descrittiva che trasuda poesia. È il tempo dell'amore, nell'estate russa, in lontananza, sullo sfondo una guerra, percepita come aliena. Poi la rivoluzione e la separazione: bellissime pagine dedicate al primo amore, struggenti, ricche di vita, delicate. Infine il congedo, maturo e straziante dal passato, alla ricerca di un treno per un'altra tappa da esule. C'è tutta la maestria di Nabokov in questo suo esordio letterario. Consigliato a chi ama la vita trapuntata di ricordi e ammantata di squarci paesaggistici che normalmente le fanno da sfondo rendendo il ricordo indelebile.

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