Martin Dressler. Il racconto di un sognatore americano
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Sogni
L'autore ha la grande capacità di rendere vive le cose e gli ambienti che descrive, che sembrano più che reali, come se l'autore riuscisse a farli vedere al lettore attraverso le lenti colorate del sogno. Quindi il ristorante, l'hotel, i clienti hanno qualcosa in più rispetto a quello che potrebbe notare l'osservatore qualunque, un tocco di colore in più, una vivacità particolare come se uscissero dal cappello di un mago. Le descrizioni anche se non il tono del libro mi hanno fatto pensare a Grand Budapest Hotel, il film (bellissimo). La fantasia si mette in mezzo anche nei rapporti umani ma qui è d'intralcio perché arricchisce alcune persone attribuendo loro pensieri che non hanno e ne riduce altre. Interessante il rapporto con le donne. Martin ambirebbe a una donna a tre teste (forse 4)che comprenda Caroline l'apatica futura moglie, la brillante e bruttina sorella e la loro simpatica madre e perché no, la cameriera malinconica e formosa. La scelta, purtroppo necessaria tra le tre o le quattro, porta Martin a legarsi alla peggiore, a quella con cui non ha assolutamente nulla in comune a parte una certa attrazione fisica non ricambiata. A poco a poco la capacità di Martin di sognare sempre più in grande decreterà il suo fallimento. Il sogno finale sarà così grandioso da rappresentare visibilmente non più un sogno condivisibile con altri avventori ma il suo sogno personale, qualcosa che ha i connotati quasi di un incubo.Ma il sogno e il desiderio di dar corpo a un sogno è qualcosa di più grande di lui.
Il libro si legge volentieri soprattutto perchè i luoghi attraverso lo sguardo del sognatore prendono un fascino particolare che esce dalle pagine del romanzo e avvolge il lettore. Sono le descrizioni che catturano, il sogno, più che la trama.