Manuale di pulizie di un monaco buddhista
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Puliti fuori e belli dentro
Muovendoci nelle metropoli giapponesi qualcosa colpisce piu' delle attrazioni principali, un non so che sfugge all'immediato eppure e' lampante. Per un italiano che proviene da una piccola citta' mediamente pulita, in cui purtroppo il livello di lindore si quantifica in base alle ronde degli spazzini piu' che all'educazione della gente, il fenomeno e' sbalorditivo. In grandi citta' come Tokyo, Kyoto, Hyroshima che vedono il passaggio giornaliero di milioni di persone, la sfida alla carta per terra o al mozzicone sul marciapiede e' persa in partenza.
Pulizie febbrili ? Non credo, piuttosto un rispetto del bene pubblico che rasenta l'utopia.
Cio' per motivare la scelta di questo titolo abbastanza buffo, alla ricerca di una spiegazione a quell'invidiabile fenomeno sociale.
Keisuke Matsumoto e' un monaco buddhista che con il qui presente manualetto condivide il suo concetto di pulizia , spiegandoci quanto il prenderci cura della casa porti benessere anche all'anima. Dedicarsi ai propri doveri domestici diventa il piacere di vivere in un ambiente pulito e ordinato, in cui accogliere noi stessi ed i nostri ospiti con atteggiamento sereno.
Benche' Keisuke non ci riveli grandi segreti per quanto riguarda la tecnica (senza contare che per dedicare alle pulizie il tempo che vi dedica un monaco buddhista bisognerebbe avere a disposizione il tempo di un monaco buddhista) e sebbene non investirei grandi somme nell'acquisto di questo volume, dovesse capitarvi per le mani ne varrebbe la lettura. Infonde un senso di pace e di rispetto per gli oggetti molto profondo, un invito ad essere meno schiavi del consumismo e piu' innamorati delle proprio cose.
Quindi amici miei da domani alzatevi di buon mattino, lasciate che la natura entri in casa aprendo le finestre e arieggiando i locali, dedicatevi ai vostri doveri casalinghi e spazzate via le nubi dall'anima, senza scordare un bollitore sempre acceso per gli ospiti .
E poi KISSAKO " Prego, bevete pure il vostro tè".
Niente di che, pero' quel niente di che a cui ci si affeziona. Buona lettura.
