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Un padre semialcolizzato che nessuno sa come si guadagni da vivere, una madre un tempo bellissima, scampata ad Auschwitz e preda delle proprie nevrosi: e la famiglia del giovane Arnon, protagonista di questo romanzo d'esordio tradotto in tutto il mondo. Il ragazzo, convinto che le persone più amate possano diventare i nostri peggiori nemici, e mosso da un'irrefrenabile curiosità, divide la sua vita sregolata tra i bar di Amsterdam e le prostitute. Si succedono cosi gli incontri con Marcella, Natasja, Astrid, Sandra che devono però restare irripetuti, significativi proprio per la loro unicità. Del resto, per uno che cerca di evitare le classiche domande sulla vita, quelle frequentazioni sono le uniche possibili.



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Lunedì blu 2016-04-06 18:53:15 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    06 Aprile, 2016
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In vino veritas?

Amsterdam, anni '80. Un adolescente ha una vita indubbiamente complicata, ma chi non ce l'ha. Un padre con, forse, una vita parallela a quella familiare e spesso attaccato alla bottiglia, una madre inadaguata. La sua carriera scolastica si interrompe dopo una lenta agonia, quando a seguito delle sue intemperanze viene espulso dalla scuola. Di qui inizia una vita che mi dispiace definire inutile perchè una vita non lo è mai. In questo caso però il protagonista si arrende, tira i remi in barca, si siede ai bordi del mondo e sta a guardare. Quasi sempre brillo, o molto vicino ad esserlo Arnon tira a campare con lavoretti che non è in grado e non ha voglia di conservare. L'igiene è un'opinione, i rapporti umani sono saltuari ed inconsistenti. Vive tra un bar e l'altro e nell'intervallo tra uo e l'altro frequenta prostitute. Una diversa ogni volta, scelta a caso. L'importante è che sia sempre la prima volta, l'importante è che non ci sia mai impegno. Quindi un ventenne che non ha sogni, speranze voglia di vivere. uno che ha capito che tanto tutto è inutile, meglio non impegnarsi così non si rischia di soffrire, o sbagliare, o amare, o odiare.
Non mi è piaciuto granchè questo libro: a tratti confuso, senza una logica precisa. E' partito abbastanza bene con il racconto dell'adolescenza di Arnon, il primo amore i rapporti coi genitori. Poi i capitoli si susseguono con la descrizione di incontri con le prostitute. Il titolo di ognuno di questi è il nome della ragazza che ne è protagonista. Ogni incontro è sempre più patetico, inutile e lo stesso è per il finale.

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Lunedì blu 2015-10-30 20:45:14 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    30 Ottobre, 2015
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L'enfant prodige

Che dire di questo romanzo se non che è geniale? Un ragazzino di poco più di vent'anni scrivere una cosa del genere e soprattutto in un modo del genere. Ha una testa fuori dal normale non solo come intelligenza ma anche come capacità di relazionarsi agli altri. Scarsa, secondo me. La prima metà del libro, quella in cui Arnon parla della sua famiglia e della sua fidanzata Rosi è meravigliosa. Colpisce il cinismo del ragazzo, un cinismo da persona navigata di 50 e passa anni con sprazzi di tenerezza, ingenuità e paure della sua vera età. Anche il modo di vedere le cose senza pathos, disincantato e ironico è bellissimo anche se tradisce una difficoltà abbastanza evidente nei rapporti umani affettivi. In tutto il romanzo si percepisce la distanza dal mondo, una distanza emotiva e affettiva, distanza colmata in parte da Rosi, finchè c'è.
"Se almeno avessi combinato qualcosa nella vita pensai, se avessi veramente spaccato la testa a qualcuno invece di limitarmi a immaginarlo. Almeno avrei toccato il fondo invece di sentirmi così, sospeso."
Nella seconda parte del romanzo i genitori spariscono e Arnon va a vivere solo, prova diversi lavori e una infinità di alcolici e molte donne, tutte prostitute. Preferirei pensare che a questo punto del romanzo c'è stato un calo di idee, calo facilmente colmato dal ripetersi abbastanza monotono del solito copione in cui lui si cerca una prostituta brutta, vecchia o giovane che sia. Con tutte cerca un rapporto umano oltre che sessuale nel senso che parla troppo.Purtroppo molte prostitute non apprezzano questo suo approccio amichevole e vogliono fare il loro mestiere tenendo ben separato lavoro e vita privata.
"Rividi tutte le persone che conoscevo, le rividi mendicare, giorno dopo giorno, briciole d'affetto che poi avrebbero gettato agli altri come un pezzo di pane a un cane rognoso. Vidi me stesso trascinarmi in mezzo a loro e alla fine cadere tra le braccia di una che non ricordava la faccia dell'uomo con cui era andata a letto un'ora prima e che dopo pochi minuti avrebbe dimenticato la mia assieme a tutto ciò che avevamo detto o fatto. Io invece non avrei dimenticato."
In ogni caso il romanzo ha una battuta d'arresto come freschezza e bellezza nel momento in cui inizia la catena di sant'Antonio di prostitute ma la prima parte basta e avanza e dà certamente motivo di voler approfondire la conoscenza del geniale autore vincitore per ben due volte di un prestigioso premio per esordienti nel suo paese. La seconda volta veramente ha barato dato che non era più un esordiente.
Certo dopo questo romanzo così cinico scritto a vent'anni viene da pensare che ora Arnon sarà diventato di un cinismo assoluto e insopportabile. Vedremo.


"Siamo tutti amanti traditi", dice Jeanet, e mi dà un pizzicotto proprio sul fondoschiena. Una cosa vi prometto, la prometto a tutti, al mio matrimonio verrà a ballare l'intero popolo dei bassifondi."

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Il giovane Holden
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