Lo spirito della fantascienza
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Recensione della Redazione QLibri
Lo spirito della fanta poesia
La scrittura di Bolano è sempre interessante. Questo scrittore ha la capacità di catturarti dalle prime righe e di rendere ogni cosa coinvolgente e misteriosa. Il libro Lo spirito della fantascienza è stato scritto da un Bolano trentenne. Sembrerebbe un testo caotico e improvvisato, invece la sua struttura è meditata come si vede da schemi e appunti riportati a fine romanzo. L’architettura è labirintica, nel senso che ogni capitolo sembra a parte e la connessione tra i vari capitoli si intravede solo andando parecchio avanti con la lettura. Nel testo ci sono lettere a scrittori di fantascienza nord americani, capitoli di un romanzo di fantascienza scritto da Jan, capitoli di un romanzo vincitore del premio letterario scritto da Remo o da Arco, indagini sull’ambiente letterario cileno, e parti sulla vita e gli incontri dei tre amici (Jan, Remo e Arco), che frequentano tutti e tre l’ambiente letterario e sono aspiranti poeti/scrittori. Tenere e singolari le lettere scritte da Jan, 17enne aspirante scrittore di fantascienza, che si scopre in una delle lettere finali essere Bolano stesso. Una delle ultime lettere è firmata infatti Jan Shrella alias Roberto Bolano. Ian vive in un attico con Remo, che parla in vari capitoli in prima persona. Remo scrive articoli per la Bambola e fa indagini sulla situazione delle riviste letterarie in Messico. Tali riviste sono centinaia e centinaia. Quasi tutte fatte di pochi fogli fotocopiati e imprecisi, distribuiti nei supermercati locali. In America Latina c’è una incredibile fioritura poetica. Nonostante le riviste fai da te distribuite nei supermercati e i seminari di poesia i cui docenti sembrano esperti in sartoria-poetica (taglia l’inizio ma il finale non è male), nonostante i premi letterari locali dall’aria strana dove tutti gli ex vincitori e finalisti si ubriacano e si accoppiano per festeggiare, la poesia prolifica forse per effetto di un aleggiante spirito di fantascienza, così come le albe, i tramonti, la notte, le scale si umanizzano e cambiano forma e dimensione e aspetto plasmando il mondo dandogli un altro sapore e colore come fanno i versi delle poesie con le parole.
Ora se la lettura del testo è piacevole, da un punto di vista intellettuale la comprensione dell’insieme e del suo significato è difficoltosa e questo potrebbe togliere al lettore parte del gusto della lettura.
Azzardo un’interpretazione del testo. A me sembra che i tre amici siano eteronimi, siano la stessa persona riprodotta in un gioco di specchi simile, con diverso stile, a quanto faceva Pessoa con i suoi eteronimi ognuno dei quali aveva vita e modi propri. Questa interpretazione potrebbe essere suggerita dal fatto che Jan, lo scrittore di fantascienza, è Bolano (si firma alias Bolano) ma a parlare in prima persona è Remo. Il vincitore del più grande premio letterario cileno poi dovrebbe essere Remo o Arco. Non si capisce chi di loro.
Anche il rapporto tra Laura di Remo è particolare. Laura è chiamata da Remo la Principessa Atzeca, come la moto (rubata) che poi lui compra così come ruba Laura al compagno del momento. Il romanzo termina con le avventure amorose di Remo e Laura nei bagni pubblici dove tante persone vanno e vengono liberamente, anche senza bussare, dal loro bagno. A me hanno fatto pensare a idee di persone più che persone reali, a fantasie, a eteronimi che si infilano nel rapporto tra i due complicandolo così come succedeva tra Ofelia e Pessoa.
In effetti il romanzo anche se si intitola lo spirito della fantascienza e anche se riporta parte di capitoli di un romanzo di fantascienza parla molto più di poesia che di fantascienza. Jan sembra quasi Robinson Crusoe che scrive lettere nella bottiglia ai veri scrittori di fantascienza dalla sua isola sperduta dell’America Latina dove è l’unico scrittore di fantascienza esistente. Inedito naturalmente. Il suo docente di letteratura gli chiede dopo la lettura del suo romanzo molto preoccupato se per caso ha fatto uso di allucinogeni. Anche il fatto che non esca mai di casa, che stia sempre in quella soffitta, lui e le sue allucinazioni, a guardare quelle albe parlanti, gli strani tramonti, le notti che si riavvolgono come nastri è molto bello. Spiega come lo spirito di poesia nutra lo spirito di fantascienza dell’opera di Bolano che non troverebbe radici e comprensione, né altro tipo di nutrimento adatto nell’isola deserta dell’dell’America latina.
“Chi dobbiamo baciare affinchè si svegli e rompa l’incantesimo? La follia o la bellezza? La follia e
la bellezza?”
“Certo è dura. Cerco di imparare, studiare, osservare, ma torno sempre al punto di partenza: è dura e sono in America Latina, è dura e sono latinoamericano, è dura e per colmo di disgrazia sono nato in Cile, anche se Hugo Correa (le dice qualcosa?) potrebbe contraddirmi. Per quanto riguarda le lettere sono tutte rivolte a scrittori di fantascienza degli Stati Uniti; scrittori che suppongo ragionevolmente siano ancora vivie che mi piacciono come J. Tiptree Jr., T. Surgen, R. Bradbury, R.A. Lafferty, F. Leiber, A. Bester. (Ah, se potessi mettermi in comunicazione con i morti scriverei a P. Dick). Non credo che molte delle mie missive arrivino ai destinatari ma devo sperarlo con tutte le mie forze e continuare a spedirle……
…Vuole sapere perché scrivo lettere? Forse solo per rompere le scatole o forse no… Forse sono ammattito a forza di leggere romanzi di fantascienza…Forse queste sono le mie astronavi NAFAL. In ogni caso al di là di tutto la ringrazio infinitamente, Un abbraccio,
Jan schrella” (a Ursula K Le Guin)