Lo sguardo del leone
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Libertà
La storia dell’Etiopia tra il ’74 e il ’77 fa da sfondo alle vicende di una famiglia che nella sua quotidianità ci mette di fronte ad alcuni temi sempre attuali: l’eutanasia e il diritto alla morte, il rapporto tra genitori e figli, l’amicizia, la politica e i diversi modi di rapportarsi a essa, gli orrori della guerra e il bisogno di libertà.
Nei personaggi ben delineati ognuno di noi troverà il suo alter ego. Il dottor Hailu che di fronte alla possibilità di togliere la vita dovrà lottare con la sua razionalità per fare la scelta giusta. I fratelli Daw e Yonas che sceglieranno due modi diversi per affrontare gli orrori della guerra, il primo schierandosi in prima linea in difesa del popolo, il secondo accettando passivamente quello che accade. Lily che pur di veder realizzato il suo sogno di diventare medico accetterà una borsa di studio offertale dal regime. Mickey che passerà da ragazzo tranquillo a militare in carriera grazie alla sua remissione ai capi del Derg. Il commerciante Melaku ed Emama Seble che rischieranno la loro vita in nome della libertà. L’imperatore Hailè Selassiè che mostrerà la sua umanità nei giorni di prigionia.
Alla fine ci ritroveremo tutti nel leone chiuso in gabbia, nel suo ruggito e nella voglia di libertà.
Indicazioni utili
Lo sguardo del leone
Un libro molto bello che coinvolge fin dalle prime pagine, tratta tantissimi temi: l’amore l’amicizia, la guerra , la famiglia, ma soprattutto la voglia di libertà di un popolo che difende la propria vita e la propria dignità dalla dittatura.
Hailu è un uomo distrutto dal dolore per la malattia della moglie, lui, un medico, uomo di scienza contrario all’accanimento non riesce però a lasciare andare la sua amata, e continua a combattere una guerra con la morte che lei invece ha abbandonato da tempo. I suoi figli Dawit e Yonas sono già grandi, il primo è una studente, il secondo un uomo sposato, con Sara.
Sono fratelli caratterialmente molto diversi, Dawit un ragazzo forte con un grande senso del dovere e soprattutto coraggioso, mentre Yonas è un ragazzo debole, decisamente remissivo.
Quando l’esercito prende il potere su Addis Abeba comincia per loro una nuova vita, fatta di paura, di coprifuoco e di morte, l’esercito uccide e tortura tutti i dissidenti, abbandonando i corpi martoriati per le vie della città, proibendo anche ai famigliari di seppellirli.
Dawit da subito cerca di ribellarsi a tutta questa violenza e lo fa attivamente entrando a far parte della resistenza contro il Derg, mettendo in pericolo più volte la propria vita, e questo crea un grande conflitto sia con suo padre che con suo fratello che temono per lui e per le vendette del regime che potrebbero ripercuotersi su tutta la famiglia. Il senso del dovere per Dawit però è tutto , è anche più forte dell’amicizia per Micky , compagno di giochi fin da bambino passato però dall’altra parte della barricata, quindi per lui traditore e opportunista.
Il libro a tratti è un po’ crudo, le descrizioni sulla vita in prigione e sulle torture subite sono abbastanza forti, ma vale veramente la pena leggerlo, a me è piaciuto tanto, mi ha commosso indignato ed emozionato, e penso siano tre buoni motivi per portarmelo nel cuore.