Lesioni personali
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RENNIE WILFORD
Rennie Wilford è la protagonista di questo romanzo, è una giornalista che vive a Toronto ma un giorno decide di lasciare tutto e partire per l'isola di St. Antoine, ai Caraibi, dopo essere stata lasciata dal fidanzato.
Il suo lavoro le consente di viaggiare e di poter "cambiare" vita, lei ha bisogno di staccare, di riprendersi dopo un periodo molto duro della sua vita. La donna ha da poco affrontato un cancro al seno e un intervento che ha lasciato delle profonde ferite, sia fisiche che emotive.
"Rennie ha la fortuna di poter sfuggire in questo modo alla vita reale, con queste brevi assenze che ai più sono negate. Lei non ha legami, ed è un vantaggio. Essere versatili è un bene, e la aiuta a conoscere gente, in questo caso Keith, che di recente è passato a Visor da Toronto Life. "(cit.)
L'ex fidanzato Jake era una persona molto egoista, che non la amava veramente ma che si approfittava di lei e la trattava come fosse un oggetto solo per soddisfare i propri desideri.
Nel corso del libro Rennie ripensa alla sua infanzia e alla sua relazione con Jake, così possiamo conoscere quante siano profonde le sue ferite e perché lei continui a farsi del male.
Rennie arriva nell'isola di St. Antoine, dove si scontra con una terribile situazione, sia come condizioni di vita sia a livello politico dove si sta preparando un colpo di stato. Le persone non sono amichevole con lei, capisce fino a dove può arrivare la crudeltà degli uomini e la loro sete di potere e di come le donne siano sempre succubi di una società maschilista.
La protagonista ha avuto un'infanzia difficile, un'educazione molto rigida e severa, è abituata a stare zitta e a non parlare, ma a osservare le cose e le persone; questo l'ha fatta diventare una donna molto insicura, che non si "protegge" dal mondo e dalle relazioni sbagliate; ma si lascia ferire ripetutamente come se meritasse di soffrire.
Oltre a Jake ci sono e ci saranno altri amori "imperfetti", che le provocheranno molto sofferenza, ma lei però non si sottrae al dolore ma lo subisce lasciandosi travolgere completamente.
Lei è infelice, lo è sempre stata nella sua vita, ma questa profonda angoscia e tristezza che sente è per lei una cosa normale, Rennie resta inerme di fronte a tutto questo e non cerca di cambiare le cose.
Le lesioni personali del titolo si riferiscono sia a quelle che ha subito fisicamente che a quelle interiori, da una parte le conseguenze emotive legate alla malattia ma dall'altra quelle che la società maschilista e gli uomini le hanno inflitto. Lei però non si è sottratta, è rimasta in silenzio e qui vediamo il forte potere che gli uomini e le relazioni amorose "malate", hanno avuto su di lei e sulla sua vita.
Non sono riuscita a simpatizzare e ad apprezzare completamente il personaggio di Rennie, però ho trovato che avesse davvero moltissimo dolore dentro di sé e quando continuava a fare delle scelte sbagliate, avrei voluto che qualcuno le dicesse di fermarsi.
Lo stile della Atwood non delude, è lineare e ricercato, non è sicuramente una lettura leggera e in alcuni punti l'ho trovata un po' piatta e a tratti confusionaria, la storia va avanti e indietro senza sosta e a volte era molto difficile da seguire.
Il libro tocca molteplici argomenti: il ruolo della donna nella società, come viene usato il loro corpo in un mondo dove il potere è in mano agli uomini e dove la democrazia è un valore ancora da conquistare.
Per Rennie questo sarà un viaggio alla scoperta del suo passato, del suo corpo, delle proprie debolezze e insicurezze.
Indicazioni utili
Una donna
Rennie Wilford è una giornalista per riviste di viaggio e una donna inseguita dalle scorie di un passato sfociato in una malattia invalidante, il presente nulla di stupefacente, il futuro un’ ipotesi da sondare.
È cresciuta a Griswold, località canadese dove tutti sanno tutto, prima o poi, circondata da vecchi, onesta e con un carattere difficile, cercando un modo per andarsene, non volendo essere come sua madre, diventare come lei.
Fa il suo mestiere perché è brava e non saprebbe fare altro, nel frattempo le sue velleità si sono trasformate in illusioni, l’ uomo giusto in diversi uomini quasi giusti, l’ unica storia vera in tante storie quasi vere.
Svuotata dalle incertezze, decide di lasciare Toronto per un breve soggiorno nei Caraibi, isola di St. Antoine, con l’ intento di scrivere un pezzo sul turismo locale. Qui, se stessa unico referente, la attendono giorni insondabili, improvvisamente immersa nella violenza e nell’ immobilismo di un paese corrotto e in preda a continui rivolgimenti di potere, imbevuto di sangue, esposto alla brama degli occidentali, a droga e traffico d’armi, sospesa nella propria fragilità sentimentale e manipolata da uomini che inseguono affari per lei inconcepibili.
Rennie è una donna intelligente e ferita, nel corpo e nell’ anima, tempo fa si è ammalata di cancro al seno, è mutilata e così si sente, vive l’ incubo di una recidiva, sospesa tra passato e presente, di fronte le scorrono le immagini di una sofferenza che ne ha indirizzato il pensiero verso un senso di morte.
Il privato ripercorre i propri sentimenti, divisa tra Jake e Daniel, gli amori del passato, uno se ne’ andato non sapendo come affrontare e superare la sua menomazione, lasciandole un vuoto da colmare, l’ altro pare un perfetto ideale di normalità, il suo angelo custode, colui che l’ha guarita salvandola da morte sicura.
Oggi, in una sospensione affettiva e temporale, l’ amore ha il volto di Paul, un americano enigmatico cui rivolgere le proprie incertezze che le ha restituito il suo corpo.
Alla fine niente torna, il presente è odioso e irreale, non è cambiato ciò che vede ma solo il modo in cui lo vede, Rennie tornerà, con la sensazione di rientrare da un viaggio nello spazio, nel futuro, ma è lei a essersi trasformata.
A metà tra il thriller psicologico e il classico romanzo della Atwood, tra femminismo e femminilità, denuncia delle nefandezze e delle storture del presente, nel tratteggiare un microcosmo umano frastagliato e frammentato, emerge la voce di Rennie, protagonista indiscussa, anche se il proprio equilibrio interiore che pare distrutto poco sembra spartire con il resto, con i personaggi e gli accadimenti che la circondano, restituendoci un senso di vuoto e precarietà, onnipresente, inserito in una narrazione piuttosto fragile e ancora lontana dalla grandezza e complessità dei costrutti a venire.