Le scarpe rosse
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Recensione gentilmente offerta dalla casa
Dopo aver quasi plagiato "Notre-Dame de Paris" in "Chocolat", la cara Joanne Harris ci delizia ancora con le avventure di Vianne Rocher nel seguito "Le scarpe rosse" che va invece a scomodare il povero Stendhal, soprattutto per la presenza del più inutile e tedioso triangolo amoroso degli ultimi anni.
La storia si sposta per l'occasione in un quartiere alla periferia di Parigi, luogo molto influenzato dalla quotidianità moderna e quindi quanto mai inadatto per un romanzo di realismo magico; sono passati quattro anni e Vianne, dopo aver cambiato identità, tiene un profilo il più possibile discreto ed ha rinunciato alle vecchie magie. A sconvolgere la sua precaria tranquillità è Zozie de l'Alba, un'altra strega decisamente più estroversa e ambiziosa che si insinuerà pian piano nella vita sua, delle figlie e della piccola cerchia di clienti ed amici.
A differenza del primo volume, qui seguiamo anche il POV di Anouk (per l'occasione ribattezzata Annie), oltre a quelli di Vianne e Zozie, e in tutti e tre i casi i personaggi tengono un registro narrativo a dir poco creativo, alternando momenti in cui sembrano scrivere un diario, altri in cui si rivolgono direttamente al lettore ed altri ancora in cui parlano tra di loro. Nella parte di Anouk l'autrice tenta di immedesimarsi nella mentalità di una ragazzina, sfruttando unicamente degli stereotipi collaudati ed usando ogni due per tre la parola "okay", che secondo lei dovrebbe dare l'idea del lessico giovanile. Zozie sarebbe il personaggio più interessante, peccato che le sue motivazioni rimangano poco chiare e prive di credibilità fino alla fine. Vianne poi non capisco davvero come possa ambire al ruolo di protagonista, vista la sua inattività per buona parte del volume, senza dimenticare i suoi piagnistei per il sacrificio di dover sposare un uomo che non ama... senza pensare però alla crudeltà con cui sta ingannando lui!
In generale, la morale in questo romanzo è alquanto aleatoria; lo si vede nel rapimento di Vianne da bambina o nella sua decisione monolaterale di crescere da sola Rosette. Tutto questo contrasta direttamente con gli avvenimenti di "Chocolat", dove lei non sembrava per nulla innamorata di Roux, che anzi era evidentemente interessato a Josephine (tra l'altro, che fine ha fatto Josephine?).
Nemmeno l'edizione Garzanti ha migliorato la situazione: vista la presenza di molti termini e frasi francesi nel testo, a mio parere avrebbero dovuto includere delle note esplicative, perché così il volume non risulta del tutto comprensibile.
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- no
Trilogia "Chocolat" vol. 2
Premetto che dopo avere letto e amato Chocolat ero curiosissima di affrontare Le scarpe rosse (il sequel), ma ero stata un po' scoraggiata da alcuni commenti che non lo ritenevano all'altezza del suo predecessore. Ora che finalmente l'ho letto posso dire che sì, obiettivamente il primo libro di una saga amata resta insuperabile, però non ne sono rimasta assolutamente delusa, anzi, mi è proprio piaciuto!
Se nel primo romanzo l'atmosfera festiva era orientata verso il periodo di carnevale-pasqua, qui l'atmosfera è pre-natalizia (il periodo narrato va dal 31 Ottobre alla vigilia di Natale), quindi adattissimo per essere letto nei mesi di Novembre-Dicembre (come ho fatto io) per gustarselo al meglio! L'autrice è stata bravissima a ricreare alla perfezione l'atmosfera calda e accogliente che aveva reso tanto speciale il romanzo precedente, con la novità che la storia è stata completamente reinventata e quindi non viene riproposta una trama simile, ma diversissima e originale, per certi versi proprio spiazzante! Ritroveremo le nostre due eroine (Vianne e la figlia Anouk) e anche un'altro ritorno apprezzatissimo (non vi dico chi...), ma per il resto i personaggi sono completamente diversi e anche l'ambientazione. Inoltre la narrazione è questa volta arricchita da tre voci in prima persona che si alternano tra i capitoli, donando un'esperienza di lettura dinamica, che non lascia davvero spazio alla noia. Una peculiarità che caratterizza il romanzo è la presenza tangibile della magia, in maniera molto più spiccata rispetto a Chocolat, che da questo punto di vista aveva al suo interno un tipo di magia molto lieve, quasi impercettibile. "Le scarpe rosse" si mantiene quindi una storia ricca di profumi "cioccolatosi" che mettono appetito e al suo interno ospita anche un conflitto molto importante tra bene e male, magia buona e magia cattiva, che saprà mantenere alta la tensione fino all'ultimo e non risparmia colpi di scena. Io lo consiglio infinitamente a coloro che hanno letto e amato Chocolat: la Harris non delude!!
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Se avete letto e apprezzato Chocolat non potete non leggerlo. Questo libro vi permetterà di ritrovare in pieno la sua atmosfera gradevole e magica, con una storia che saprà stupirvi!
The Lollipop Shoes
"Ci sono venti buoni e venti cattivi. Devi scegliere solo quello che vuoi."
Sono passati quattro anni dalle vicende di Lansquenet, il piccolo paesino francese in cui Vianne Rocher e la figlia Anouk hanno vissuto parte della loro vita e le cui vicende sono raccontate nel precedente "Chocolat". Vianne sembra aver "appeso al chiodo" i tarocchi e gli incantesimi e chiuso nel ripostiglio il mondo immaginifico in cui lei e la figlia vivevano. Dopo aver a lungo vagato di villaggio in villaggio, decide di stabilirsi nel quartiere di Monmartre.. e dove altrimenti? Qui cerca di condurre un'esistenza quanto più normale possibile, ora che ha un'altra figlia a cui badare, Rosette, a cui cerca di dare stabilità e qualche sicurezza in più. Tuttavia l'arrivo di una misteriosa donna dalle scarpe rosse, Zozie de L’Alba mina la tranquillità appena conquistata. Zozie ricorda a Vianne ciò a cui aveva rinunciato e sembra essere la sua controparte negativa, l'altra faccia della medaglia: affascinante, misteriosa, anticonformista come Vianne, ma dal passato oscuro che minaccia e fa presagire nubi oscure all'orizzonte. Vianne sarà costretta così a ritrovare se stessa e a combattere Zozie con la sua stessa arma, la magia.
Joanne Harris riesce sempre a costruire un mondo incantato, dove i personaggi hanno mille sfumature e il bene e il male si confondono e si influenzano a vicenda. La sua scrittura è evocativa e il suo stile coinvolgente. L'attenzione ai dettagli, le descrizioni minuziose donano colore. La presenza del cibo, come in Chocolat è accattivante e altro elemento in comune, sempre presente è il vento, elemento simbolico che percorre l’intero romanzo, portando con sé gli aromi del passato. Con leggerezza e con un tono fiabesco l’autrice affronta ancora una volta dei temi profondi come l’emarginazione, la diversità e l’importanza di essere sempre fedeli a se stessi.
Insomma se avete amato Chocolat, le Scarpe rosse non vi deluderà.