Le regole della casa del sidro
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Principi del Maine, Re della Nuova Inghilterra
Quello che mi appresto a recensire è un libro veramente "tosto", soprattutto nel finale. John Irving allestisce un palcoscenico in cui vanno in scena tante personalità molto diverse tra loro per carattere, ambiente e anche per semplice fisionomia. Lo stile di Irving è ottimo, anche se un po' lento, ma "Le regole della casa del sidro" non poteva non essere un libro lento, essendo il suo scopo rendere così evidenti i mutamenti interiori dei suoi protagonisti; e come ben sapete, i cambiamenti che avvengono dentro di noi sono lenti in maniera disarmante. Inoltre, i personaggi degni di nota in questo libro sono tanti, complessi e bisogna dirlo, perfettamente caratterizzati.
Homer Wells è un orfano che ha sempre faticato a trovare una famiglia, e mai la troverà in maniera definitiva. Meglio quindi rendersi utile nella sua vera casa, L'orfanotrofio di St. Clouds nel Maine, accudito dal suo dottore e direttore, che lui ama come un padre, il dottor Larch. Imparerà da lui a far nascere quei bimbi destinati a essere orfani e inquilini del St. Clouds, o a far abortire le donne che lo vorranno. Pur non ritenendo giusta questa ultima pratica, diverrà bravo anche più del suo stesso maestro, che vede orgogliosamente in lui il suo erede. Brama che Homer lo diventi, un perfetto esecutore del lavoro del Signore e del lavoro del Diavolo o, per come la vede il vecchio dottore, soltanto del lavoro del Signore.
Anche agli orfani però, capitano quegli eventi che ti sconvolgono la vita, e quello che colpirà Homer sarà Candy. Andrà via con lei, lasciando St. Clouds per lavorare in un frutteto dove si produce sidro di mele. Il giovane Homer si farà amare da tutti, e il suo amore per Candy sarà corrisposto ma impossibile, essendo ella innamorata da sempre anche di un altro uomo.
Una storia di amore in tutti i suoi aspetti, amore paterno, fraterno, passionale.
Una storia che ti sbatte in faccia il fatto che spesso non hai potere su come debba muoversi la tua vita, non puoi decidere in che direzione essa debba andare, puoi solo adattarti e farla procedere nel migliore dei modi.
Una storia di guerre interiori, fomentata da guerre vere proprie.
Una storia di rinunce personali, fatte per il bene comune.
Una storia di ritorni, che ti insegna che si può tornare sui propri passi, tornare a casa, riabbracciare chi ti cerca e ti aspetta da sempre, ma con i dovuti limiti di tempo.
La fine di tutto è sempre lì dietro l'angolo, e il più delle volte non ha annunciato il suo arrivo.
"Non vi sono scuse per la crudeltà, ma - in un orfanotrofio - forse si è obbligati a negare amore; se non riesce a negare amore, a trattenerti dall'amare, creerai un orfanotrofio che nessun orfano lascerà volentieri. Creerai un Homer Wells: cioè un vero orfano, dato che la sua casa sarà sempre a St. Clouds."