Le ragazze di Kabul
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Opinioni inserite: 5
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Due donne, un unico sogno
In un Paese segnato dal dolore della guerra, due donne che il dolore lo portano scolpito nella loro storia familiare osano il coraggio della speranza. Così, Elsa lascia l'America per lavorare come infermiera volontaria in Afghanistan e Parween, che dell'Afghanistan è figlia, fa la guerra ad ogni timore e pregiudizio per affermare, con orgoglio, la propria libertà dal regime dei talebani. Due vite, insomma, che prima s'incontrano per caso e poi s'intrecciano volando insieme verso un unico sogno: un futuro migliore per una terra sfigurata dalla crudeltà dell'uomo ma pronta a rialzarsi e ricominciare. In questo scenario, la narrazione proceda snella e molto scorrevole, talora, in verità, un po' essenziale e affrettata, soprattutto verso la conclusione del racconto. Resta, però, tutto il calore di un'esperienza di vita vissuta (Elsa non è altro che la controfigura letteraria dell'autrice stessa, infermiera ed operatrice umanitaria in diversi Paesi di guerra) e l'alto valore documentario di un'opera che, come una fotografia, restituisce a pieni colori l'essenza della realtà.
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carino ma...
Inizio premettendo che la lettura del libro è piacevole e scorrevole. La parte del libro veramente interessante è quella che racconta la vita di Parween negli anni, in un Afganistan martoriato da invasori e guerre, ed il coraggio di Elsa, infermiera americana, che si trova li in missione umanitaria. Peccato che poi ci si impatta nella lettura della storia di amore tra Elsa ed il soldato americano e tutto il resto che riguarda quella parte. Complessivamente un libro che ti trascina nella storia, ma, per quanto mi riguarda, una volta chiuso, so che, vista la leggerezza di alcuni tratti, difficilmente rileggerò, anche perchè i precedenti libri sull'Afganistan già letti, a differenza di questo, mi hanno lasciato un segno indelebile dentro. Buona lettura
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Parween, una vera shaheed
Sarebbe stato meglio mantenere o tradurre alla lettera il titolo originale del romanzo: “Lipstick in Afghanistan”. “Le ragazze di Kabul” non mi sembra adatto per questo romanzo nato da un’esperienza reale, vissuta non a Kabul ma a Bamiyan, un villaggio del centro dell’Afghanistan. Bamiyan appartiene all’etnia hazara, che per la sua fierezza è odiata e perseguitata con particolare ferocia dai talebani.
La storia è davvero interessante, ma la narrazione non si dimostra sempre all’altezza: diventa esigua nel raccontare l’amore, goffa nel delineare la storia e il carattere dei personaggi.
Il rossetto che unisce le protagoniste principali, invece, mi sembra un simbolo azzeccato, molto efficace: rappresenta la femminilità che alcune ideologie vorrebbero uccidere o nascondere, la frivolezza che diventa rivalsa su un destino difficile.
I talebani del romanzo si comportano da bestie: distruggono e uccidono senza motivo, violentano e rubano con passione, trasgrediscono gli stessi comandamenti che impongono ai popoli che tiranneggiano. Posso capire il punto di vista delle protagoniste: non nutro nessuna simpatia nei confronti dei talibani, ma la bestialità degli uomini include sempre cause da spiegare, eccezioni da non sottovalutare.
Molto vivace e coinvolgente anche la descrizione delle tradizioni e dei costumi hazari, delle leggende di questo popolo e delle condizioni di vita dei volontari che lo conoscono da vicino.
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Un futuro migliore!
Voglio iniziare dicendo che questo è un libro speciale, è stato il primo che ha fatto scivolare calde lacrime sulle mie guancie.
Le protagoniste dominanti del racconto sono due ragazze, Elsa e Parween, che appartengono a due culture completamente diverse eppure i loro destini si incroceranno e capiranno di avere entrambe gli stessi obiettivi.
Elsa, Americana, ha ventidue anni quando decide di diventare volontaria e viene mandata a Bamiyan, il suo passato difficile fatto di povertà, una nipotina con gravi ritardi e l’attacco alle Twin Towers influenzano questa scelta, perché vuole un futuro migliore non solo per lei, ma anche per le persone meno fortunate che sono vittime di una guerra che non hanno voluto loro.
Parween è una ragazza Afghana dal carattere forte e ribelle, la guerra le ha portato via tutto ciò che le era caro e ora cerca la vendetta. Ha perso molte persone lungo il suo cammino, ma tutte queste perdite le hanno fatto acquistare una determinazione che solo poche donne Afghane possiedono.
Questo libro parla di coraggio, di determinazione, voglia di cambiare e di amore! Parla di chi aiuta il prossimo senza ricevere nulla in cambio e di chi invece lotta per il proprio paese, per i propri figli e per un futuro migliore, è riuscito a dimostrarmi che non importa se vesti il burqa, un velo o qualsiasi altra cosa perché l’importante è ciò che sei.
Le emozioni che trasmette sono davvero intense in ogni punto del racconto e la fine è sconvolgente, una scena cruda che sembra non terminare mai, una scena in cui metti in dubbio ogni singola cosa ed è di un’angoscia e di una tristezza senza limiti, ti rendi conto che non si è mai al sicuro, basta un piccolo errore e tutto potrebbe finire anche se volevi fare una buona azione.
Leggendolo ho capito quanto sia diversa e difficile la vita negli altri paesi, e quanto poco sia l’interessamento da parte nostra per questi argomenti, ci vorrebbe anche solo un attimo di riflessione per capire che non esistiamo solo noi e che là fuori ci sono persone che hanno bisogno di un aiuto piccolo o grande che esso sia!
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mille splendidi soli
Il cacciatore di acquiloni
IL CORAGGIO...
Le ragazze di Kabul è un romanzo d'amore e di odio, di gioia e di sofferenza, di pace e di guerra.
Un libro che a mio parere tutti dovrebbero leggere, perchè insegna l'amicizia disinteressata, spiega cosa significa mettersi a disposizione di chi ha bisogno, senza chiedere nulla in cambio. Spiega la comunione di persone unite dallo stesso coraggio, e da quello che diventa stesso dolore.
Racconta la rabbia e l'umiliazione, e il desiderio di combatterle!
Parla del coraggio per cercare di costruire un mondo migliore.
Un libro che mi ha appassionata, che avrei voluto non avesse una fine.
Mi ha colpita molto la sua crudezza, ma nonostante tutto mi ha parlato di amore. Amore per la gente, amore per gli amici e...per i nemici. Amore per i figli, per cercare di dare loro un futuro migliore..
Un libro che mi ha fatto capire quanto poco importante è vestire un burka o meno, perchè importante è quello che c'è sotto : il coraggio e la dignità.
Mi ha insegnato la tolleranza per quelli che sono usi e costumi tanto diversi dai miei.
Lo consiglio, ripeto, a tutti. E nonostante il titolo, che può ingannare , lo consiglio anche agli uomini. E' un libro che ci avvicina a chi si trova in guerra e la guerra non la vuole.