Le mille luci del mattino
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Quanti film mentali vorresti inserire? Sì.
Sánchez non era un'autrice verso la quale avessi un particolare interesse, ma qualche compleanno fa "Le mille luci del mattino" mi fu donato dal classico parente che ogni lettore ha, ossia quello del tutto estraneo al mondo editoriale eppure deciso a regalarti un libro random perché tanto "a te piace leggere, no?". In ogni caso, mi sono decisa infine a leggerlo, e devo dire che mi ha lasciato con uno strano dilemma: a fine lettura, di solito mi trovo combattuta sulla valutazione da assegnare ad un libro, ma in questo caso il mio cruccio riguardava direttamente il genere, dal momento che il buon senso mi spingeva a dire mystery mentre il mio lato più polemico suggeriva pippone mentale.
Questo romanzo ruota infatti attorno ad una serie di misteri, che vengono però continuamente interrotti dalle fantasie della protagonista, la trentenne madrilena Emma. La storia inizia con l'assunzione della donna in una società di servizi (e non sperate in maggiori chiarimenti, dal momento che lei stessa ammette di non sapere cosa facciano in concreto), dove diventa l'assistente personale del Vicepresidente Sebastián Trenas; nel tentativo di mettere in ordine alcuni vecchi verbali, Emma attira attenzioni indesiderate sul loro ufficio, attenzioni che culminano con la morte non proprio naturale di Trenas.
Da questo spunto, vi potreste aspettare l'inizio di una bella indagine per far luce su sordidi segreti aziendali, e invece no! in primis per la stupidità della protagonista che proprio non capisce cos'è andata a smuovere, ma soprattutto perché la risoluzione dei vari misteri non è affatto collegata alla società bensì a problemi familiari e relazioni clandestine. Così, dopo una sequela di rivelazioni che farebbero invidia agli sceneggiatori di Beautiful, si giunge ad un finale tanto anticlimatico quando insoddisfacente.
Tutto ciò è per buona parte merito della stessa Emma che, tra un sogno ad occhi aperti e l'altro, si dimostra del tutto disinteressata al suo lavoro e al suo stesso futuro; in realtà, penso che la cara Clara volesse descrivere una persona tormentata dai traumi del suo passato, però questo aspetto è troppo vago e marginale nel testo perché lei risulti simpatetica al lettore. A conti fatti, Emma sembra più interessata a scoprire le tresche di colleghi e superiori, che tra l'altro le confidano i loro più oscuri segreti senza alcuna remora. Ci troviamo inoltre di fronte ad un cast davvero troppo numeroso, che ha però almeno il pregio di essere composto da personaggi moralmente ambigui, e per questo abbastanza verosimili.
La narrazione in prima persona incide anche sulle tematiche: il libro accenna spesso ad argomenti profondi e situazioni difficili, collegati soprattutto alla salute ed alle relazioni, ma tutto viene annacquato dal POV di Emma che si perde nell'ennesima fantasticheria o si aliena fissando un determinato dettaglio del suo interlocutore. E nel caso degli uomini è quasi sempre il pacco.
La prosa di Sánchez è piena di inutili fronzoli e grandi giri di parole, ma nel complesso risulta sufficiente. L'ambientazione invece è l'aspetto più riuscito del romanzo, soprattutto per come riesce a dare un carattere distintivo ai diversi locali all'interno della cosiddetta Torre di Vetro.
In sostanza, c'erano le basi per ottenere un discreto mystery d'intrattenimento, ma l'autrice si è persa nella sua stessa trama. Per lo meno l'edizione italiana ha pensato di puntare sull'ecologismo, riducendo notevolmente l'inquinamento luminoso: infatti dal titolo originale "Un Millón de Luces" (letteralmente, un milione di luci) Garzanti ha spento ben 999.000 lampadine!
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Dov'è finita la Sanchez di Entra nella mia vita?
Tutto sommato questo libro è scritto meglio e con uno svolgimento migliore rispetto a "Le cose che sai di me" con una trama accattivante ma nello svolgimento e nel contenuto presenta aspetti del tutto insensati e inconcludenti. Il libro "Le mille luci del mattino" narra di una ragazza che è stata lasciata dal suo fidanzato Raul, il quale le trova un lavoro presso un azienda chiamata la Torre di Vetro. Qui si succedono vari avvenimenti e storie intrigate dei colleghi. Le storie intrigate e personali dei colleghi hanno ben poco a vedere con le questioni dell'azienda, non si spiega il perché X abbia nascosto quella lettera nel cassetto della protagonista, e vi sono molte domande che rimangono senza risposta. In apparenza sia dalla trama e sia dalle prime righe del libro sembra un giallo che ti invoglia a leggere pagina dopo pagina ma con il giallo non ha nulla a che vedere. Inoltre, la Sanchez si sta contaminando, continui riferimenti al sesso, con gli autori commerciali. Rivoglio la Sanchez di Entra nella mia vita, pura e con un uno libro coinvolgente che ti tiene con il fiato sospeso fino all'ultima riga! Perché le capacità di scrivere un giallo degno di questo nome le ha tutte! Voglio un libro come "Entra nella mia vita"!
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Grandezze e miserie di una grande azienda
Una grande scrittrice nel firmamento non solo nazionale, un bel romanzo che si legge con interesse e partecipazione, quasi partecipando alle vicende e condividendo i sentimenti dei vari personaggi ai quali sono intitolati i numerosi capitoli. Definire la Sànchez una scrittrice intimista, come suggerito da certa critica, è riduttivo, oltre che ingiusto. Sono presenti nel suo romanzo contenuti personali, interiori, ma l’interesse dell’Autrice è volto verso gli altri, verso i rapporti interpersonali dei personaggi, definendone accuratamente i ruoli, nonché naturalmente vizi e virtù. La vicenda si svolge in una grande azienda, dove Emma, la protagonista, viene assunta grazie ad una raccomandazione, prima come addetta alla reception, e poi come segretaria del vicedirettore, uno strano e malinconico dirigente, sistemato in quel posto con l’incarico di non fare nulla e di non intralciare il lavoro altrui. Emma non lo ritiene giusto, si affeziona al suo capo e si preoccupa di inventarsi lavori e ricerche di archivio, che finiscono però per complicare la vita nell’ufficio e suscitare sospetti e incomprensioni. Ed ecco interagire con Emma tutta una serie di personaggi, i cui caratteri sono messi magistralmente a nudo e fanno comprendere come in qualsiasi grande azienda, pubblica o privata, coesistano grandezze e miserie, dal sacrificio di un uomo lasciato solo con i suoi ricordi, la sua superiorità culturale, la sua malinconia, alle vendette trasversali di capi e capetti e di segretarie vendicative e paranoiche. Chi ha lavorato in grandi complessi aziendali si riconoscerà in qualcuno dei personaggi descritti dalla Sànchez. Come non ricordare certe figure scolpite a tutto tondo, come l’amica del cuore Vicky sempre alle prese con sogni di grandezza e con una fotocopiatrice che la inonda di carta dalla sera alla mattina, o Sebastian, il vicedirettore che sembra trascorrere il tempo attendendo una fine quasi programmata, oppure i vicedirettori Alexandro e Jano, giovani rampanti che faranno fallire l’azienda per poi ricomprarla, o ancora memorabili figure femminili come Teresa, la segretaria che finirà, stressata dal lavoro, in una clinica psichiatrica, e Lorena, i cui atteggiamenti paranoici sono descritti dall’Autrice in modo magistrale. Non mancano ovviamente, in una grande azienda, complicati intrecci amorosi, un classico degli ambienti descritti, in cui vivono quasi a contatto di gomito, decine e decine di dipendenti. In sintesi, un bel romanzo ed una lettura di grande piacevolezza, con personaggi che è difficile dimenticare.
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Piramo e Tisbe erano amanti ...
“La vita è una sorpresa dietro l’altra.” E lo è anche la lettura di LE MILLE LUCI DEL MATTINO.
Dedicarsi alla lettura di un romanzo di Clara Sánchez è sempre un’ottima decisione, poiché mescola le vite dei suoi personaggi, narrando storie straordinariamente fantasiose, intricate e complesse. La cura, che la Sánchez ha messo nella caratterizzazione dei personaggi in LE MILLE LUCI DEL MATTINO, l’ha portata a raggiungere un livello superiore, poiché non è soltanto la storia ad essere inimmaginabile, ma lo sono anche gli stessi personaggi, imprevedibili in ogni azione che decidono di compiere, animati da quel fervore esistenziale che la vita dona unicamente agli esseri umani.
È bandita la presenza dei segreti in ogni loro forma. Durante la narrazione, le certezze vengono messe in dubbio e trovano sfogo nelle domande che la protagonista e voce narrante, Emma, non può fare a meno di porsi. Lei deve sapere se ha avuto delle colpe nella morte del suo capo, il signor Sebastián Trenas. Deve sapere se le sue azioni lo hanno messo in pericolo; se qualcosa di misterioso e segreto si cela tra i volti indaffarati a produrre, non si sa cosa, in una importantissima azienda di Madrid, dove la luce si riflette sulle immense pareti a specchio del palazzo denominato la Torre di Vetro. Il palazzo sovrasta la città e ingloba un grandissimo numero di impiegati, dando luce alle loro vite, ma anche tramando nell’oscurità contro di loro. “È meraviglioso poter smettere di odiare” si trovano a poter dire gli ex impiegati.
In questo nuovo romanzo, la Sánchez svela la realtà complessa delle grandi multinazionali, mega aziende nelle quali gli individui smettono di essere tali, ma vengono assorbiti dal sistema economico-produttivo. Niente è come sembra nel romanzo, come nell’azienda, dove le storie dei protagonisti si intrecciano tra bugie, segreti, amori clandestini e adozioni difficili. La forza di Emma può sfidare l’oscurità del sistema, all’interno della multinazionale, instaurato dai tanti individui della grande famiglia che la gestisce. Tra complicità e misteri, i segreti emergeranno come la più basilare delle verità: c’è sempre qualcosa di segreto che vuole essere svelato.
“È risaputo che nel mondo reale non si può avere tutto.”
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Entra nella mia vita
La voce invisibile del vento
Il profumo delle foglie di limone