Narrativa straniera
Romanzi
Le meraviglie di St. Urbain Street
Le meraviglie di St. Urbain Street
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Sorpresa, sorpresa. Chi ha di Mordecai Richler l'immagine di un narratore irresistibile e torrenziale (irresistibile anche 'perché' torrenziale) deve metterla da parte. Da vero epigono di razza del cabaret yiddish, Richler sapeva perfettamente come allestire un 'one man show', cioè come scrivere e interpretare un breve monologo che sotto l'ombrello di una comicità viscerale e inarginabile disegnasse, attraverso le vicissitudini e i tic di un personaggio, tutto un mondo. Non è dunque un caso che nel 1969, a metà circa della sua carriera, abbia deciso di prendersi una vacanza, e raccontare daccapo le storie del suo quartiere a Montreal, solo in una forma più diretta e confidenziale, lasciando cioè che si sovrapponessero e si intrecciassero così come, in apparenza, gli venivano in mente. Ecco perché in queste pagine, si mischiano, con la massima libertà possibile, una disamina delle catastrofiche ripercussioni di un pezzo di "Time" sulla vita quotidiana di St. Urbain Street, una divagazione sull'uso 'privato' delle cabine telefoniche pubbliche e un manualetto sul sesso redatto da un cultore della materia assai vicino a molti lettori: Duddy Kravitz. Per capire di chi è questo libro, e cosa offra, basterebbe insomma aprirlo a caso, senza neppure guardare la copertina.
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Opinioni inserite: 1
Le meraviglie di St. Urbain Street
2010-11-16 22:00:29
andrea70
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Opera minore
Se conoscete Richler sapete cosa aspettarvi : una serie di racconti di gioventù di un ebreo in Canada,raccontati con una certa ironia. Nel conplesso meno torrenziale della "versione di Barney" ma anche un pò meno divertente, non c'è in questo racconto , tutto sommato breve, un particolare estro .
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