Le mappe dei miei sogni
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abbiate il coraggio di sognare!
Reif Larsen è un giovane newyorkese di 29 anni, che pescando dalle sue passioni si è inventato un libro tanto strano quanto assolutamente originale.T.S. Spivet ha 12 anni, vive in un ranch a Divide, Montana, e passa il tempo a disegnare mappe. Ha una famiglia squinternata: papà è un cowboy laconico, mamma studia coleotteri e cerca una mitica specie di scarafaggio come il Santo Graal, il fratello è morto, la sorella sembra la più normale di tutti.
Per sopravvivere a questo ambiente anomalo e disturbante e per interpretare l'enigma del mondo in cui vive, il teenager traccia mappe di qualsiasi cosa sul suo taccuino come un viaggiatore dell'Ottocento: mappe meravigliose e particolareggiate sui suoi parenti, sui luoghi che lo circondano, su flora e fauna. Farà un viaggio di 2mila chilometri fino a New York alla ricerca della fama, per poi scoprire che...
Una via di mezzo fra libro illustrato, graphic novel, manuale scientifico, diario e road movie; un romanzo di formazione che si interroga con leggerezza sui misteri della vita che è anche un inno alla scienza e un invito a seguire i propri sogni.
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Il viaggio di passerotto
Immaginate di essere un bambino di dodici anni. Vivete in una vasta fattoria ai piedi delle Montagne Rocciose. Avete un'abilità eccezionale nella cartografia e nei disegni tecnici in generale e con essi avete riempito quaderni su quaderni di immagini dettagliatissime. Vivete in una famiglia in cui l'individualismo è spinto ad un tale eccesso che ognuno dei componenti si isola nel proprio mondo quasi ignorando gli altri. Voi, in compenso, recate in petto un terribile, luttuosissimo dolore che vi lacera perché vi sentire personalmente responsabile del suicidio di vostro fratello. Cosa fareste se lo Smithsonian Institute, che vi reputa uno scienziato adulto, vi invita a Washington per conferirvi una onorificenza concessa a pochi? Se vi chiamate Tecumseh (come il capo indiano!) Sparrow (Passero) Spivet, prendete la vostra valigina, saltate sul primo treno merci che costeggia la fattoria in cui vivete ed andate a ricevere il premio ambito.
In questi giorni mi sono imposto l'impegno di Sisifo di riordinare la biblioteca e, casualmente, mi è capitato tra le mani il libro di Larsen. Sfogliandone le pagine mi sono tornate indietro le piacevolissime sensazioni che mi aveva donato la prima volta che lo lessi (è del 2010) e mi è sembrato giusto condividerle.
"Le mappe dei miei sogni" è un'opera decisamente insolita nel panorama odierno, soprattutto perché non è un libro che si legge o che si legge 'solamente'. Infatti si è obbligati ad osservarlo, a studiarne i particolari, quasi per divenire più partecipi delle situazioni che vive o che immagina il piccolo protagonista.
È opportuno, infatti, fare una precisazione. Il valore e la particolarità del libro dipendono non tanto e non solo dal fluire della narrazione fatta in prima persona da T.S. Spivet durante il suo viaggio da hobo in miniatura. Questa è scorrevole e sicuramente piacevole, anche se, forse, l'autore scrive con un linguaggio fin troppo adulto per un dodicenne.
La cosa singolare del libro, però, sta nel fatto che il testo scritto è integrato e completato da un contorno grafico di gran lusso. I margini del volume sono tempestati da minuziosi disegni che, via via che si snoda la storia, illustrano, meglio delle parole, le immagini che scorrono davanti agli occhi di Spivet e le situazioni che vive.
Non solo, questi inserti, che vengono richiamati espressamente dal testo, 'cartografano' anche i pensieri, gli stati d'animo suoi e di coloro che incontra.
"Le mappe dei miei sogni" è un romanzo di formazione, perché, in effetti, T.S. Spivet, mentre attraversa l'America, dalle Montagne Rocciose alla Costa Est, cresce, comprende e matura, sino al punto da… capire di essere un dodicenne ancora bisognoso dell'affetto dei genitori. Ma è anche un romanzo di viaggio, sia attraverso l'America che attraverso l'animo del protagonista. È anche un romanzo d'avventura, perché T.S. s'è portato dietro i diari di sua nonna e con essi diviene partecipe della sua vita piena d'imprevisti mentre lui stesso dovrà affrontare non poche situazioni difficili. E' anche una graphic novel o un visual book, perché, se non ci si impone di interrompere lo scorrere delle parole per osservare i disegni, molti contenuti andranno persi.
E', tutto questo e, contemporaneamente, qualcosa di completamente diverso.
Si può dire che è un libro ingegnoso e brillante che ha inventato un modo nuovo (o riscoperto un antichissimo sistema) di raccontare una storia.
A voler essere proprio ipercritici, pecca di qualche rallentamento e, soprattutto, ha una caduta di tono nella conclusione (che, ovviamente, non anticipo). Infatti ho trovato l'epilogo un po' troppo banale e scontato: una disperata ricerca di un happy end.
Comunque in generale è un libro affascinante e a tratti poetico, consigliabile a tutti.
P.S. Ho scoperto che nel 2013 il regista francese Jean-Pierre Jeunet (Il favoloso mondo di Amelie) ne ha tratto un film. In genere queste operazioni mi lasciano perplesso. Tuttavia, in questo caso, considerato il carattere abbastanza onirico del racconto, potrebbe anche essere uscito qualcosa di buono. Non so se e quando in Italia sarà mai programmato.