Le madri
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L'essere madre- madri
Britt Bennett scrive per la casa editrice Giunti, Le madri.
Ovviamente le “madri” di una comunità nera californiana sono le protagoniste di questo libro, mentre raccontano la storia di una ribelle che dopo aver perso la madre in un suicidio, abortisce e va a cercare fortuna altrove. Un libro che non lascia dubbi: non è solo un esordio potente, è una voce incisiva, da vera scrittrice.
Ha venticinque anni Britt Bennet: ne aveva solo diciassette quando ha iniziato a scrivere il suo romanzo, così sono cresciuti insieme, nella California del Sud. E’ qui, infatti, che tutto avviene: in una comunità nera, Oceanside, che ha come cuore la Upper Room Chapel.
“All’inizio non ci avevamo creduto: perché si sa che alla gente di chiesa piace spettegolare.”
Questo è lo strano incipit della storia. E il noi-narrante è quello delle madri: un esercito della preghiera, formato dalle donne che tengono in vita la comunità e che, se mettessero insieme la lunghezza delle loro vite, potrebbero risalire:
“fino a prima della Depressione, della Guerra Civile, persino dell’America stessa.”.
Donne che pregano per chi ne ha bisogno, cucinano: danno buoni consigli. Donne che ne hanno viste tante, troppe, per cui Nadia Turner non è certo la prima ragazzina che va a perdere la testa per il figlio del pastore, spavaldo e sfrontato. Nadia: anche lei ha solo diciassette anni, la pelle scura, gli occhi trasparenti, ma dal giorno in cui la madre si è suicidata si è chiusa dentro di sé, dove c’è solo dolore, sordo e muto, con cui fare i conti. Per questo si innamora di Luke Sheppard: lui il dolore se lo porta addosso da quando un incidente gli ha spezzato una gamba e con questo il suo futuro splendente da astro nascente del football. Lui del dolore non ha paura, non ne avrà, pensa Nadia. Che però si ritrova sola quando è incinta, e decide di abortire. Perché Luke l’ha abbandonata? Riuscirà mai lei a ricongiungersi con il ricordo e la figura materna? E con quel figlio che non ha voluto?
Con queste domande in sé Nadia parte per il Mitchigan, dove frequenta l’università. Finchè dopo anni Oceanside la chiama, e lei risponde. Sta per sposarsi la sua amica Aubrey, fragile e comprensiva. Ora si sente pronta a fare i conti con il suo destino e con le sue scelte. Ed ecco che “le madri” non si limitano più ad essere “quelle madri”, sono esauste, preoccupate, onnipresenti anche quando non ci sono più. Sono vive. Grazie a loro: malgrado loro.
Un libro sull’amore, sui desideri, sulle luci e sulle ombre, scandagliate senza retorica e con coraggio dell’essere madre. “… e poi ci sono i padri.”.