Le madri Le madri

Le madri

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Nadia Turner ha diciassette anni, frequenta l'ultimo anno di liceo in un college di Oceanside, non lontano da San Diego, e porta nel cuore il peso insopportabile del suicidio della sua mamma, avvenuto pochi mesi prima. Nadia vive, o sopravvive, insieme al padre, uomo buono ma incapace di una relazione con lei. Nonostante tutto le ricordi il dolore e la colpa di sua madre, Nadia si ribella e guarda avanti, aspettando di sapere se è stata ammessa a una delle università cui ha fatto domanda e innamorandosi di Luke Sheppard, che proprio come lei ha qualcosa da dimenticare: figlio del pastore della chiesa che entrambi frequentano, era un campione nella squadra di football del college, ma una brutta frattura ha spezzato la sua gamba e la sua promettente carriera. La loro storia è emozionante e trasognata come tutti gli amori a quell'età, fino a che Nadia non rimane incinta, e le sembra che abortire sia la sola scelta giusta: è così facile, ogni ragazza oggi sa che è un diritto per il quale generazioni di donne hanno lottato. Nadia nasconde il suo segreto a tutti, compresa Aubrey, la nuova grande amica che condivide con lei il dolore di una madre perduta. Da giovani gli anni corrono veloci, senza quasi accorgersene Nadia, Luke e Aubrey diventano adulti: e quando Nadia torna a Oceanside per il matrimonio di Aubrey, l'ombra delle scelte compiute durante quella lontana estate in riva al mare cala improvvisamente su di loro come un debito da pagare, come una domanda che esige risposta. A narrarci la loro storia sono "le madri", il cuore della comunità della Upper Room Chapel, che danno voce al coro senza tempo delle donne, a volte pettegole e spietate ma più spesso capaci di ascoltare le parole non pronunciate, di scrutare i segni dei tempi, di portare nel loro grande cuore il segno di un destino difficile.



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Le madri 2017-06-28 12:36:17 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    28 Giugno, 2017
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L'essere madre- madri

Britt Bennett scrive per la casa editrice Giunti, Le madri.
Ovviamente le “madri” di una comunità nera californiana sono le protagoniste di questo libro, mentre raccontano la storia di una ribelle che dopo aver perso la madre in un suicidio, abortisce e va a cercare fortuna altrove. Un libro che non lascia dubbi: non è solo un esordio potente, è una voce incisiva, da vera scrittrice.
Ha venticinque anni Britt Bennet: ne aveva solo diciassette quando ha iniziato a scrivere il suo romanzo, così sono cresciuti insieme, nella California del Sud. E’ qui, infatti, che tutto avviene: in una comunità nera, Oceanside, che ha come cuore la Upper Room Chapel.
“All’inizio non ci avevamo creduto: perché si sa che alla gente di chiesa piace spettegolare.”
Questo è lo strano incipit della storia. E il noi-narrante è quello delle madri: un esercito della preghiera, formato dalle donne che tengono in vita la comunità e che, se mettessero insieme la lunghezza delle loro vite, potrebbero risalire:
“fino a prima della Depressione, della Guerra Civile, persino dell’America stessa.”.
Donne che pregano per chi ne ha bisogno, cucinano: danno buoni consigli. Donne che ne hanno viste tante, troppe, per cui Nadia Turner non è certo la prima ragazzina che va a perdere la testa per il figlio del pastore, spavaldo e sfrontato. Nadia: anche lei ha solo diciassette anni, la pelle scura, gli occhi trasparenti, ma dal giorno in cui la madre si è suicidata si è chiusa dentro di sé, dove c’è solo dolore, sordo e muto, con cui fare i conti. Per questo si innamora di Luke Sheppard: lui il dolore se lo porta addosso da quando un incidente gli ha spezzato una gamba e con questo il suo futuro splendente da astro nascente del football. Lui del dolore non ha paura, non ne avrà, pensa Nadia. Che però si ritrova sola quando è incinta, e decide di abortire. Perché Luke l’ha abbandonata? Riuscirà mai lei a ricongiungersi con il ricordo e la figura materna? E con quel figlio che non ha voluto?
Con queste domande in sé Nadia parte per il Mitchigan, dove frequenta l’università. Finchè dopo anni Oceanside la chiama, e lei risponde. Sta per sposarsi la sua amica Aubrey, fragile e comprensiva. Ora si sente pronta a fare i conti con il suo destino e con le sue scelte. Ed ecco che “le madri” non si limitano più ad essere “quelle madri”, sono esauste, preoccupate, onnipresenti anche quando non ci sono più. Sono vive. Grazie a loro: malgrado loro.
Un libro sull’amore, sui desideri, sulle luci e sulle ombre, scandagliate senza retorica e con coraggio dell’essere madre. “… e poi ci sono i padri.”.

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