Le lettere segrete di Jo
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Piccole Donne 2.0
Benché venga pubblicizzato come un sequel del celeberrimo "Piccole Donne", a mio avviso questo romanzo andrebbe invece considerato una versione moderna del meraviglioso classico. Infatti le protagoniste e alcuni personaggi secondari ricordano fin troppo Jo e la sua famiglia, mentre altri riferimenti più discreti (specie quelli ai romanzi di Dickens tanto amati e letti dalle sorelle March) mi sono risultati più graditi.
La vicenda inizia con la perfetta Emma-Meg in procinto di sposare l'altrettanto perfetto Matthew-John, la problematica Lulu-Jo che si è da poco laureata e non ha idea di cosa vuol fare nella vita, ed infine Sophie-Amy, l'attrice in erba che spera di raggiungere il successo. Grande assente è però Laurie (almeno, io non l'ho rivisto chiaramente in nessun personaggio), mentre la povera Beth si può collegare a Charlie, seppur quest'ultima abbia un destino decisamente più felice.
Le similitudini con "Piccole Donne" sono davvero evidenti e, a tratti, un po' forzate nella prima metà del romanzo; poi fortunatamente le cose cambiano, in meglio! Vediamo Emma affrontare dei momenti davvero difficili per raggiungere il lieto giorno delle nozze, dimostrando di avere un animo ben più indipendente e deciso nell'ottenere ciò che desidera rispetto a Meg.
Dal suo canto, Lulu si immerge a tal punto nelle antiche lettere dell'antenata Jo da pensare di essere parimenti destinata ad innamorarsi di un vecchio studioso per ottenere l'amore della famiglia; alla fine dei conti, la sua risoluzione (sia sul piano lavorativo, sia su quello sentimentale) mi è parsa la più frettolosa e "assurda" (come può non aver mai pensato di lavorare come cuoca?), seppure io abbia apprezzato questa scelta di distanziarla dal personaggio di Jo.
Sophie è davvero molto affine ad Amy, specie per le sue velleità artistiche ed il suo talento naturale nell'affascinare le persone. Una volta avviata la carriera di attrice di teatro, Sophie trova infine il coraggio di accettare i sentimenti dell'amico Jamie, che ha ben poco da spartire con il nobile e ricco Laurie.
Il personaggio che mi ha lasciato più perplessa è la madre delle protagoniste, Fee: non solo perdona al volo il (quasi) tradimento del marito, prendendosene anche in parte la colpa, ma benché sia una psicoterapeuta e una ex-attivista per i diritti delle donne, consiglia ad Emma di concedersi qualche "coccola" di tanto in tanto, anziché pretendere di dividere equamente i lavori domestici con il futuro marito.
Il romanzo ha poi un'altra faccia (la più riuscita!), composta dalle lettere scritte da Jo March alle amate sorelle. Queste missive accompagnano le protagoniste in ogni difficoltà e, alla fine, vengono rivelate da Lulu alla famiglia, perché tutti ne possano ottenere preziose informazioni e consigli. A eccezione dell'ultima (irreale sotto tutti gli aspetti), le lettere risultano davvero verosimili, sia per il contenuto sia per il linguaggio utilizzato.
Un punto dolente del romanzo sono i fattori che mettono in moto gli eventi più importanti: li ritengo troppo forzati per essere credibili, come ad esempio alcuni incontri fin troppo fortuiti. Circa lo stile della Donnelly, ribadisco la sua impeccabilità nella parte epistolare, mentre in quella narrativa penso sia un po' carente nelle descrizioni, infatti l'autrice lascia all'immaginazione dei lettori molte scene che, se descritte, renderebbero la lettura ben più scorrevole.
JO E LE SUE PRONIPOTI
Un giorno qualunque di settembre passavo davanti alla vetrina di una libreria e ho visto questo romanzo, sono rimasta molto colpita dalla copertina, una soffitta con molti libri e una ragazza che avrà più o meno la mia età che tiene in mano una lettera.
Solamente poi leggendo la trama ho realizzato il fatto che questo libro fosse una sorta di continuazione se si vuol dire così di “Piccole donne” soltanto ambientato ai giorni nostri.
Visto che mancavano pochi giorni al mio compleanno ho preso l’occasione al balzo e me lo sono fatto regalare.
Ci troviamo così davanti alle discendenti della più famosa e intrepida della sorelle March Jo, loro sono Emma , Sophie e Lulu Atwater e c’è anche la loro madre Fee .
Ma iniziamo con Emma che si trova davanti ad una svolta importante nella sua vita, sta preparando il suo matrimonio, invece,Sophie è una ragazza che non passa inosservata, corteggiata da moltissimi uomini, sogna di diventare una brava attrice.
Arriviamo infine a Lulu, delle tre sorelle la più ribelle, anticonformista non riesce a trovare la sua strada sia nel campo lavorativo che in quello sentimentale. Passa da un lavoro all’altro senza avere un’idea chiara su cosa fare ma adora cucinare.
Sarà proprio lei a salire in soffitta e a trovare in una vecchia valigia le lettere scritte dalla trisnonna Jo March alle sorelle.
Le tre ragazze non hanno molte informazioni sulla loro antenata e non hanno una grande ammirazione nei suoi confronti, come invece possiamo averla noi che abbiamo letto o anche visto in tv Piccole donne e che ci ricordiamo che Jo era una donna molto coraggiosa e intrepida.
Sono le lettere trovate da Lulu a far ricredere dapprima la ragazza, che inizialmente non rivela cosa ha trovato in soffitta , e poi anche le altre sorelle e la madre.
Questi scritti che Jo ha lasciato saranno fonte di consigli su come affrontare le difficoltà, i piccoli o grandi problemi di tutti i giorni e per riuscire a trovare la strada giusta nella vita.
Credevo veramente di rimanere delusa da questo romanzo, invece, penso, anzi sono quasi sicura, sia uno dei libri più belli che abbia mai letto, mi ha suscitato varie emozioni, mi sono ritrovata a in alcuni punti con le lacrime agli occhi e altre volte mi sono fatte dei lunghi sorrisi.
Questo romanzo mi ha messo il buon umore, quando lo aprivo e leggevo mi sembrava proprio di essere lì con loro di entrare nella loro casa, nei loro pettegolezzi nelle loro confidenze e chiacchiere.
Tuttavia non ho trovato che il racconto prendesse una piega sdolcinata o troppo mielosa l’autrice, che secondo me è stata bravissima, ha saputo dare la giusta impronta alla storia non tradendo mai il clima che si aveva nella famiglia March.
Il sentimento predominante in questo romanzo è l’amore, per un genitore, per una sorella o per un’amica la famiglia è un luogo sicuro dove ci si può rifugiare.
E’ importante avere delle sorelle o un’amica di cui ci si può fidare, a cui si può confidare un segreto e ci si possa confrontare, avere e dare consigli, io in questo libro ho trovato tutto questo.
Anche i momenti più difficili si possono superare se ci si vuole veramente bene.
Emma, Sophie e Lulu mi sono piaciute tutte e tre anche se la mia preferita guarda caso è Lulu ma ho apprezzato anche le altre in maniera differente, Emma soprattutto verso la fine del racconto e Sophie inizialmente sembrerebbe la bella ma stupida si riscatta nel corso della storia.
I personaggi maschili ci sono, ma devo dire che fanno da cornice alla storia che invece è ben animata dalle avventure delle ragazze.
E’ difficile lasciare questo libro,quando sono arrivata alle ultime pagine non lo volevo finire non volevo lasciare la famiglia Atwater.
Credo che la Donnelly non abbia sbagliato nulla, è riuscita a far rivivere il clima sereno e d’amicizia che si respirava nel libro Piccole Donne, e ha donato al lettore un altro romanzo indimenticabile.