Le leggi della frontiera
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La bella, il bandito, l'avvocato
Alla fine degli anni Settanta la Spagna è ufficialmente fuori dalla lunga dittatura fascista del generale Franco. Tuttavia la transizione verso la democrazia appare tutt'altro che immediata e, nella vita quotidiana, continuano per lo più a regnare le stesse leggi, le stesse ingiustizie, le stesse diseguaglianze che hanno caratterizzato il governo del Caudillo. In un contesto come questo ci ritroviamo a Girona, nell'estate del 1978. Una città divisa da un fiume che, come un muro di separazione, stabilisce un confine tra la parte della popolazione ricca, istruita, privilegiata e quella povera, disillusa, incattivita dalla vita. Ed è proprio su quella linea di confine che si muove la trama del libro di Javier Cercas, all'inseguimento della verità riguardo la vita del famoso bandito Zarco, della sua donna Tere, del suo amico e avvocato Gafitas. Per capire cosa lega questi personaggi bisogna tornare all'adolescenza, mettersi nei panni di Ignazio Canas, bravo studente, figlio di buona famiglia, alle prese con un gruppo di bulli che lo tormentano, con gli screzi familiari tipici di quell'età, con un'estate alle porte che si preannuncia lunga, noiosa, solitaria. Quando il ragazzo si ritrova dall'altra parte del fiume, nella zona pericolosa e malfamata della città, e si imbatte in una strana coppia di balordi che sembrano prenderlo in simpatia, vede trasformarsi completamente la sua esistenza. Il timido, debole, impacciato secchione si trasforma nel bandito Gafitas: furti, rapine, alcool, droghe, prostitute diventano per lui un'abitudine, trasformando l'insicuro quattrocchi di prima in un ragazzo spavaldo e sicuro di sé. Prima o poi, tuttavia, bisognerà fare i conti con la legge. Gli anni passano e ritroviamo i protagonisti ormai cresciuti. Ignazio è un affermato avvocato penalista. Zarco, al secolo Antonio Gamallo, è il bandito più famoso e controverso di Spagna. Tere è una donna che prova a riscattare una vita piena di errori. Per i tre, persisi di vista per tanti anni, ci sarà occasione di ricordare quel periodo, di riprendere quell'amicizia rimasta in sospeso e di far arrivare al pettine diversi nodi. Cercas affida il racconto a tre voci narranti, che a loro volta sciorinano la propria versione dei fatti ad un fantomatico giornalista-scrittore. Abbiamo quindi a che fare con il poliziotto che, in quella fatidica estate del Settantotto, inseguì e catturò Zarco e parte della sua banda; con il direttore del carcere che ha ospitato il bandito negli ultimi anni della sua detenzione; con quello che, a conti fatti, è il vero protagonista del libro: Ignacio Cana, l'unico a spezzare, con la forza dei sentimenti, quell'incedere freddo e distaccato tipico della cronaca, riportando di tanto in tanto l'opera su un piano più emotivo, nostalgico, in altre parole più letterario. È proprio nei momenti in cui il nostro Gafitas si perde nelle emozioni, nel racconto non tanto dei fatti ma dei sentimenti, nel lato dolce e in quello amaro dei ricordi, che il libro di Cercas riesce a coinvolgere veramente il lettore, altrimenti messo davanti ad una storia come tante, non molto coinvolgente benché parli di interessanti temi quali la nascita delle baby gang, il problema della diffusione della droga tra i giovani, i metodi tutt'altro che ortodossi usati dalle forze dell'ordine. Non può mancare, anche qui, il lato romantico, con una sorta di torbido, malizioso, subdolo triangolo amoroso che vede coinvolti i tre ragazzi, dal quale nessuno sembra uscire vincitore, in una storia in cui tutti, senza alcuna eccezione, si portano addosso la pesante cappa della sconfitta.
Indicazioni utili
- sì
- no