Le donne di Lazar'
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Una saga familiare russa
Chi ama le lunghe saghe familiari che fanno compagnia, che presentano una trama che difficilmente fa staccare il naso dalle pagine, amerà questa scrittrice, tradotta in 24 lingue e finalista a importanti premi letterari russi.
Certamente, chi mi conosce, sa che questa lettura non rientra pienamente nei miei gusti, ma la penna della Stepnova merita attenzione; ho letto il libro sia perché la trama mi ha catturata e sia perché lo stile è veramente ricco, duttile.
‘Le donne di Lazar’ abbraccia le vicende svoltesi nell’arco di un secolo, delle donne legate alle vita del genio della fisica nucleare Lazar Lindt: Marusja, Galina e Lidja.
La storia comincia con la piccola Lidocka (diminutivo di Lidja) che va al mare in vacanza con i giovani genitori che la adorano e già nell’incipit l’autrice annuncia che quella sarà l’ultima estate felice della bambina. Infatti da lì a poco, la mamma avrà un malore in acqua e, la piccola, in scene confuse e sfocate come dietro occhiali unti o della diottria sbagliata, avvertirà il gelo della disgrazia e si troverà in pochi giorni con una giovane donna sconosciuta, sua nonna Galina Petrovna. Da quel momento parte un lungo flashback sulla storia di suo nonno Lindt, un giovane ebreo povero, ma dalla mente geniale che si fa strada negli studi di fisica e nella casa piena di calore dei Caldonov, che lo accolgono come un figlio. Una mente brillante, uno spirito generoso, circondato da donne che sapevano apprezzarlo, ma Lindt per tutta la vita non riuscirà mai ad avere l’amore della unica donna che davvero desidera, Marusja, molto più grande di lui e moglie dell’accademico Caldonov. Come incontra Galina Petrovna e cosa succede alla piccola Lidja, sta a voi scoprirlo, ma vi avverto, c’è tanto dolore. Sullo sfondo, un secolo di storia russa dal 1917 ai nostri giorni.
Lo stile della scrittrice è meritevole: dialoghi inseriti nei flussi di coscienza, nei momenti descrittivi senza rispetto della punteggiatura, multipli registri linguistici, scavo psicologico, ironia che alleggerisce certi passaggi.