Le bugie del mare
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Natura e spiritualità made in Japan
Osojima è un'isola nipponica la cui forma ricorda il cavalluccio marino.
E' un tripudio di flora e fauna, un paradiso naturale incontaminato popolato da leoni marini, capricorni giapponesi, uccelli rari, ficus rigogliosi, aceri e banani.
Un territorio da studiare e riscoprire per un giovane geografo, il cui viaggio-studio si trasforma in una immersione totalizzante in un contesto ambientale e sociale profondamente mistico e magico.
Un lembo di terra che ha vissuto la dicotomia religiosa buddhismo- shintoismo, senza tralasciare una profonda tradizione sciamanica, un calore spirituale che trasuda dalle rocce, dai ruderi templari disseminati, dalla vegetazione.
Immaginazione o realtà? Luoghi fittizi o esistenti? Contesto storico e sociale ascrivibile a talune isole dell'arcipelago oppure frutto di fantasia narrativa?
L'impatto con il mondo ricreato dalla scrittrice Kaho Nashiki è da principio destabilizzante e richiede tempi dilatati per ambientarsi e cogliere il limite sottile tra immaginario e tangibile.
Si tratta di una penna votata al tema ambientale, alla salvaguardia delle tradizioni e del territorio, all'attenzione ai retaggi spirituali come perno portante di una cultura atavica.
Scrittura eterea e cristallina aderente alla odierna letteratura nipponica, un contenuto più incisivo sul tema naturistico, carente sull'approfondimento psicologico del protagonista a dispetto delle anticipazioni entusiastiche vergate sulla quarta di copertina.
Il nucleo fondante da cui prende vita lo spunto narrativo è interessante, ma manca di sviluppo, restando un abbozzo, un bozzolo da cui non dispiega le ali la farfalla tanto attesa.