Le belle immagini
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Il vuoto dietro la perfezione
Le belle immagini sono quelle che circondano la protagonista, ma sono vive e attualissime ancora adesso, seppure il romanzo sia stato scritto nel 1966.
Laurence è una donna che tutti potrebbero definire perfetta: un marito architetto, due figli, un lavoro gratificante. Una vita alla quale sembra non mancare nulla. Eppure qualcosa si scatena nell'animo di Laurence. Quante volte ci siamo dette che il malessere che sentivamo ci sembrava ingiustificato nei confronti della nostra vita. Tutto sembra perfetto, "ma non cambia il colore della vita". Ma qualcosa poi irrompe, è li. da sempre, lo abbiamo solo nascosto bene. Ma non possiamo nasconderlo per troppo tempo. Possiamo provare a nasconderle, seppellirle, ma le nostre inquietudini, i nostri mali, prima o poi irrompono. Non si può mentire con ciò che siamo. Così la protagonista, in un viaggio molto femminile, intimo, attraverso una scrittura palpitante, ha la consapevolezza di vivere una vita fatta di belle immagini: vuote di valori e di verità.
Modernissimo come tema: viviamo di immagini e per una bella immagine siamo disposti a tutto, a non accettare gli anni che passano, a modificare il tempo.
Quando si vive una vita che non è quella che si vorrebbe allora si indossa una maschera che lentamente ci rende estranei a noi stessi: un giorno ci si guarda allo specchio e non ci si riconosce più.
Come sempre, nel suo stile profondo, attraverso un uso dei tempi verbali dinamico, dialoghi tutt'ora attualissimi, attraversato da flussi di coscienza che entrano nella scena continuamente, avvalorando le inquietudini della protagonista, rendendole più forti e profonde, la de Beauvoir analizza la società borghese di quel tempo, vuota e arrogante. Forse questo potrebbe essere il punto debole del romanzo: un esercizio ozioso per criticare la borghesia francese. Ma la società borghese è il guscio delle dinamiche di ipocrisia che anelano le pagine del romanzo.
Indicazioni utili
L'identità
In questo breve romanzo, ci pare che Laurence abbia ritrovato una propria identità, quella di persona autentica e di donna completa; ci pare infatti che abbia strappato la propria “bella immagine” per ritrovare ciò che la contraddistingue come individuo. Ma ad una attenta lettura, riconosciamo come in realtà Laurence abbia sempre avuto consapevolezza della propria personalità, ossia, di come lei (anche grazie all'ausilio della professione di pubblicitaria, che le ha permesso una notevole conoscenza della società-immagine) abbia sempre creduto di controllare l'apparenza senza danneggiare lo spirito. La crisi di nervi, quella che la colpirà in seguito al viaggio in Grecia, non è altro che il riconoscere che quel meccanismo mondano, che lei credeva non potesse toccare i soggetti di forte spirito -suo padre, Catherine, se stessa- abbia invece il potere di assoggettare inconsapevolmente e unanimemente.