Latte nero
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Maternità e sentimenti vari
Notevole analisi introspettiva
di una donna prima solo curiosa e un po' spaventata e poi completamente assorta e immersa in quello che, forse non solo a mio parere, è il momento più importante nella vita di una donna: cioè la nascita di un/a figlio/a.
La scrittrice riesce, benissimo a mio avviso, a mischiare considerazioni da romanziera o da osservatrice esterna a quelle da mamma e da donna che vuol cercare di proteggere e avvolgere di tutto l'amore possibile il/la figlio/a.
Il romanzo si struttura, così come dicevo poc'anzi, in una sorta di dialogo soprattutto con i propri sentimenti,le proprie paure,i desideri, le angosce, le aspettative e tutti i sentimenti possibili e immaginabili che chiunque donna può avere in sè stessa a riguardo sia del volere che non volere una maternità; infatti all'inizio del romanzo l'autrice è proprio lontana e distaccata da certi sogni e ideali, poi pagina leggendo vi si ritrova dentro e la metabolizzazione dell'evento prossimo diventa sempre più forte coinvolgendo sempre di più il lettore.
Molto fantasiosa la Shafak
perchè a dare voce a tutti i suoi dubbi s'inventa delle figure ipotetiche e particolari, che sì ad una lettura veloce potrebbero sembrare di pura fantasia, invece a pensarci bene chi più chi meno ha dentro: lei le chiama "Le Pollicine"
e non sono altro che le varie sfaccettature dell'anima di ognuno di noi(la parte razionale, la parte mistica, la parte ambiziosa, la parte godereccia..ad ognuna di queste voci che Eduardo definirebbe "di dentro" la Shafak abbina nomignoli simpatici:c’è l’Ambiziosa Cechoviana, la Sufista, Miss Efficienza, la Cinica Intellettuale , Miss Budino di Riso etc)
A questo continuo chiedersi e interrogarsi con l'io più profondo l'autrice poi riesce a collegare benissimo storie di scrittrici che a volte sì a volte no sono riuscite a ed essere grandi scrittrici e buone mamme.
A tal proposito segnalo e consiglio i paragrafi in cui si fa riferimento a:Muriel Spark, Alice Walker, Louisa May Alcott, Marguerite Duras, George Eliot e la moglie di Tolstoj solo per citarne alcune.
Da sottolineare poi, a mio parere, gli splendidi spaccati di vita quotidiana relativi ad Istanbul(che bello sembra di leggere di Napoli, stessa umanità esplosiva e stessa apertura mentale)
molto interessante e simpatica la scenetta in cui la Shafak racconta di lei col pancione al supermercato
e una donnina vede nel suo carrello della spesa: le melanzane!
Aprirti cielo, la signora guarda il cassiere e gli fa: ma lei non dice niente, NON PUO' COMPRARLE!
Questo per dire, secondo l'autrice, che l'essere in stato interessante ti fa divenire, in alcuni posti...
territorio di tutti e sotto l'occhio attento e scrupoloso di ognuno.
Libro fantasioso,profondo e... mammesco
(ps ad essere sincero sincero "Le quarante porte, sempre della stessa autrice, mi era piaciuto di più
ma questo alla fin fine non è niente male)
Brava la Shafak
Indicazioni utili
Ioe Elif
Ho sempre amato Elif per il suo modo di scrivere e di rendere sempre partecipe della storia il lettore. Poi adoro Istanbul, quindi ha semrpe avuto una marcia in più per me.
Questo libro però mi ha letteralmente avvolta. Sarà che all'inizio della storia ha 35 anni come me, sarà che ha esattamente i miei stessi dubbi e perplessità sulla maternità, i miei stessi desideri, le mie stesse paure.
Mi ci sono gettata, ritrovata, animata per le lotte con le diverse parti di sé stessa (bella l'idea delle Pollicine, chissà quante ne ho io dentro di me) e appassionata per le bellissime citazioni di scrittrici a me care (ma anche sconosciute e da scoprire).
Un libro intenso, che tocca vari nervi scoperti dell'animo femminile: dal senso di inadeguatezza generico delle donne, all'obbligo della maternità, alla depressione post partum.
Consigliato a tutte le donne, ma anche agli uomini curiosi.